2024-01-13
Anziché fare il suo lavoro alla Bce, la Lagarde si schiera contro Trump
Attacco all’ex presidente: «La sua rielezione è una minaccia». Il governatore travalica i limiti dell’incarico e detta la linea all’Europa senza titolo. Teme che una svolta negli Usa faccia saltare la sua transizione verde.Christine Lagarde stavolta ha esagerato. Intervistata da France 2 ha spiegato ai telespettatori che la potenziale «rielezione a presidente degli Usa di Donald Trump sa tanto di minaccia» per l’Europa. «Basti pensare alla posizione della Casa Bianca in passato in tema di dazi, di impegni Nato e di lotta al cambiamento climatico. Gli interessi Usa non sono stati certamente allineati a quelli dell’Ue». Non si capisce a che titolo un governatore della Banca centrale si prenda la briga di impegnare il Vecchio continente in una posizione così politicamente avversa a una figura che effettivamente ha tutte le chance di prendere il posto di Joe Biden. La gravità dell’uscita della Lagarde prima ancora di mettere il naso nella sostanza segna un pericolo grave nella forma. La Bce non dovrebbe fare politica. Dovrebbe astenersi da qualunque esternazione che non sia di natura monetaria o di ambito inflattivo. La gestione del mandato da parte dell’economista francese si è fino a ora dimostrata pessima. Non ha visto arrivare l’inflazione e quando l’impennata dei prezzi è arrivata l’ha definita «transitoria». Quando ha ammesso essere duratura ne ha frainteso le cause. E ora che per altri affari esterni i prezzi si infiammano riesce persino ad ammettere lo svarione. Peccato che ancora non si muova per correggerlo. Fatta la lunga premessa e omettendo le basi del proprio ruolo, nel corso dell’intervista a France 2 la Lagarde si è pure dilungata sul futuro della guerra in Ucraina e sulla posizione del Congresso Usa nella difficile questione del sostegno al riarmo continuo. La realtà è che la Lagarde non riesce evidentemente più a contenere le spinte pro transizione green. Nei tre punti di critica rivolti a Trump è proprio sulla posizione di antitesi al Green new deal di impronta socialista che il capo della Bce pone l’accento. In un lungo discorso tenuto lo scorso giugno in occasione del summit parigino per un «nuovo patto finanziario globale», la Lagarde ha confermato che la priorità per la Bce è la tutela dell’ambiente, la lotta al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di gas serra. La titolare di Francoforte non riuscendo a manovrare i target sull’inflazione ne aveva fissato un altro: ridurre la temperatura del «pianeta di 1,5 gradi centigradi». «La strada da seguire è chiara: dobbiamo portare avanti una transizione globale per garantire che le nostre economie siano a prova di futuro. Ciò significa non solo ridurre le emissioni di gas serra a zero netto e adattare le nostre economie per proteggerle dai cambiamenti climatici, ma anche affrontare le cause profonde della grave distruzione della natura», aveva spiegato la Lagarde. «Una ricerca della Bce mostra che nella sola Europa oltre il 70% dell’economia dipende fortemente dai servizi ecosistemici, una cifra che probabilmente sarà molto più alta nelle economie in via di sviluppo. Nell’affrontare questa sfida, ci sono almeno tre strumenti che possiamo utilizzare per aumentare i finanziamenti necessari per una transizione verde e giusta su scala globale». Il primo strumento è la socializzazione delle economie. I vari governi dovranno fare piani quinquennali sul modello di Bruxelles. In secondo luogo, ha proseguito, «i governi possono spingere per una riforma dell’architettura finanziaria multilaterale. Il G20 può svolgere un ruolo chiave nello sbloccare ulteriori finanziamenti. La revisione dei quadri di adeguatezza patrimoniale delle banche multilaterali di sviluppo può offrire tale opportunità. Più in generale, dobbiamo identificare e rimuovere gli ostacoli pubblici e privati alla finanza verde in tutto il mondo, ove possibile». Tradotto in altre parole, chi non si allinea alla transizione avrà seri problemi ad accedere al credito, ai sistemi di debito. Infine, il terzo strumento ideato da Francoforte è il rating green. «Abbiamo adeguato le nostre partecipazioni in obbligazioni societarie e modificato le nostre garanzie e la gestione del rischio per riflettere meglio i rischi climatici. In qualità di autorità di vigilanza», aveva concluso il numero uno della Bce, «ci assicuriamo che le banche tengano conto dei rischi climatici quando prendono decisioni commerciali e di prestito. Sottolineiamo anche l’impatto dei cambiamenti climatici sull’economia e sulla stabilità finanziaria. Attraverso i nostri consigli, analisi e azioni, miriamo a gestire i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici e a fornire prove a sostegno della necessità della transizione». Una vera e propria ammissione del mandato affidato a Francoforte. Negli Stati Uniti, o meglio negli Stati a trazione repubblicana, è invece in atto una pesante discussione sulla finanza Esg. Con una serie di mosse politiche che coinvolgono i Senati locali. Inoltre non è certo passata inosservata la retromarcia di fondi e big della finanza. Senza contare quanto sta accadendo sempre negli Usa nel mondo dei noleggi auto. Basta elettrico e si torna ai motori a scoppio. È chiaro che l’arrivo di Trump sarebbe una valanga contro il mondo dell’Esg e della transizione green come qui in Europa è stata impostata da Frans Timmermans. Sul tema Nato c’è poco da dire vista la guerra in Ucraina finanziata da Biden. Al contrario il ritorno del tycoon alla Casa Bianca sarebbe, questo sì, un enorme problema per dazi e commerci. Ma se la Lagarde teme il cambio di casacca è perché sa di aver fatto una politica di parte e non indipendente e qui il rischio è che venga travolta pure lei.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco