2024-02-27
La Bce non si ferma all’Unione bancaria. La Lagarde ora preme per la Borsa comune
L’Eurotower, in scia a Parigi e Berlino, attacca i listini nazionali. La trasformazione servirebbe a finanziare le politiche green.Davanti alla plenaria del Parlamento europeo riunita ieri a Strasburgo, Christine Lagarde ha lanciato un accorato appello ai responsabili politici che «devono avere il coraggio di compiere gli ulteriori passi necessari per far progredire l’integrazione europea», ha detto. Sottolineando di contare «su questo Parlamento e sul prossimo per guidare l’azione europea necessaria a rafforzare l’area dell’euro». Poi ha parlato di inflazione aspettandosi che «continui a rallentare» ma a Francoforte continueranno «a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione». In sostanza, forse i tassi scenderanno a giugno ma non prima. Anche perché, ha aggiunto la Lagarde, «le pressioni salariali, nel frattempo, rimangono forti».I radar della comunità finanziaria, però, ieri si sono accesi quando il presidente della Bce ha illustrato la sua ricetta per «sbloccare il potenziale dell’Europa». Come? Con una «fedele attuazione del nuovo quadro di governance economica dell’Ue» (il Patto di stabilità) che «contribuirà a garantire che le regole fiscali riducano l’elevato debito pubblico». Ma anche con il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali (Umc) che «sarà fondamentale» per finanziare la doppia transizione verde e digitale. «I nostri risultati sono insufficienti in questo campo. I nostri mercati dei capitali rimangono frammentati, mancano di profondità e liquidità, soprattutto se confrontati con quelli degli Stati Uniti», ha spiegato la numero uno dell’Eurotower. Facendo due esempi. Il primo: «Il panorama di negoziazione della Ue è caratterizzato da molte piccole Borse, con un numero di gruppi di Borsa tre volte superiore a quello degli Stati Uniti e più di dieci volte il numero di Borse per le quotazioni». Insomma, serve una Borsa unica europea. Non basta Euronext, la super Borsa europea nata dalla fusione di sette listini tra cui Milano, Parigi e Amsterdam, perché le condizioni fiscali e burocratiche sono ancora diverse nelle singole piazze. La Ue non gode di quella unicità finanziaria che invece hanno Nyse e Nasdaq nel mercato borsistico Usa. Lì c’è una vera Borsa federata a prescindere dalle condizioni differenziate dei vari Stati. In Europa, nonostante gli sforzi di fusione, Parigi e Amsterdam vogliono invece essere il polo d’attrazione più degli altri, quando invece Euronext potrebbe diventare la nostra Wall Street senza propendere per una bandiera. Il problema è che da questa parte dell’Atlantico manca anche una vera unione fiscale. L’altro nodo critico, secondo la Lagarde, è che «il capitale di rischio dell’Ud, rispetto alle dimensioni dell’economia, è solo una piccola frazione delle dimensioni - circa un quinto - del capitale di rischio degli Stati Uniti» e le misure volte a promuovere il finanziamento azionario «offrirebbero l’opportunità di ampliare le opzioni di finanziamento delle imprese europee per investire nelle tecnologie necessarie per la transizione gemellare». A Strasburgo il presidente della Banca centrale europea ha inoltre ricordato che «la competitività e la capacità di investimento dell’Europa dipendono anche dagli ulteriori progressi compiuti verso l’Unione bancaria. Un’Unione bancaria completa sosterrebbe servizi bancari più integrati in tutta l’area dell’euro e rafforzerebbe la competitività globale del nostro settore bancario». Poi l’invito a cogliere l’opportunità di rafforzare l’unità e «la resilienza dell’Europa» citando le parole di Simone Veil in una sessione plenaria di 45 anni fa. Il problema è che a mancare oggi è proprio l’unità. I Paesi membri della Ue si scontrano sugli sforzi per centralizzare la vigilanza sui mercati. C’è una «forte diversità di vedute», ha sottolineato a Bloomberg il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, spiegando che gli Stati sono in disaccordo sul livello di ambizione di costruire un regime di vigilanza comune come parte della tabella di marcia per progredire verso un’unione dei mercati dei capitali che la Ue vuole definire entro marzo. L’Unione europea delle finanze vuole più mercato, ma litiga sulla Difesa: chi vuole gli eurobond, chi no. Chi vuole liberare gli investimenti della Bei, e chi teme che ne aumenti il rischio con finanziamenti più costosi. Quanto allo sblocco dell’unione dei mercati dei capitali, è attesa una dichiarazione condivisa al prossimo Eurosummit. C’è un volere comune dei partecipanti ad andar avanti, solo che non è chiaro come. In tutto questo ha sparigliato il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire con l’«appello» a «un’unione dei mercati dei capitali volontaria con gli Stati che lo desiderano, con vigilanza europea volontaria» procedendo con «un prodotto di risparmio europeo volontario», e «garanzie volontarie per una cartolarizzazione» comune sempre tra gli Stati interessati. Il ministro dell’economia tedesco, Christian Lindner, ha subito replicato caustico di essere «per un’unione dei mercati dei capitali non a più velocità, ma ad alta velocità, cioè andare avanti rapidamente con tutti i 27». Tutti per uno e uno per nessuno.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.