2025-05-30
Lagarde lascia mutui al top e scappa
Uno studio Bce mostra che l’aggressiva politica dei tassi del passato comporterà rate alte fino al 2030. Che sia il motivo per cui il presidente pensa di andarsene in anticipo?Christine Lagarde potrebbe lasciare in anticipo il suo incarico. A dirlo sono spifferi di corridoio, sussurri nei palazzi dell’eurocratese, e qualche riga letta tra le pieghe di un recente e sorprendente studio pubblicato proprio dalla Banca centrale europea. Un documento che, come una confessione scritta in piccolo, ammette – senza mai dirlo apertamente, s’intende – che l’austerità monetaria degli ultimi anni ha fatto più danni che miracoli. E che gli interessi, quelli veri, li pagheranno le famiglie. Fino al 2030. Almeno. Tutto questo, spiega lo studio, perché «gli effetti ritardati del precedente ciclo di inasprimento monetario continueranno a manifestarsi nel medio termine, con ripercussioni significative sulla spesa delle famiglie e, di conseguenza, sull’economia dell’intera Eurozona».Dopo due anni passati a rincorrere l’inflazione con molta severità, la Bce ha finalmente deciso di tagliare i tassi. Ma – sorpresa! – la doccia fredda arriva direttamente dal suo blog ufficiale. Nel post, firmato con il tono di chi sa che non leggeranno in molti, si spiega che «nonostante i tagli», il costo medio dei mutui continuerà a salire nei prossimi anni.I motivi? Apparentemente tecnici, in realtà politici. I mutui – spiega lo studio – hanno memoria lunga. Molti sono a tasso fisso, o comunque strutturati in modo da non reagire subito alle variazioni dei tassi Bce. Risultato: mentre Francoforte si gode la soddisfazione di aver finalmente abbassato i tassi, milioni di famiglie europee scoprono che la rata del mutuo continua a crescere. Fino a quando? Fino al 2030. Almeno. Il futuro è servito.E qui il sospetto diventa lecito: che Lagarde abbia letto questo studio e abbia capito che è il momento di scendere dalla nave? Dopotutto, ammettere che le decisioni prese sotto la sua guida stanno mettendo in ginocchio le famiglie a basso reddito non è esattamente il tipo di eredità con cui una presidente della Bce sogna di essere ricordata.Perché sì, nel silenzio generale, il paper rivela che quasi la metà delle famiglie con mutuo ha già tagliato le spese, e altrettante si preparano a farlo. Non per scelta, ma per necessità. E indovinate chi paga il prezzo più alto? Esatto: i poveri. Quei cittadini con redditi bassi che – ironia della sorte – sono più esposti ai tassi variabili. Quelli che salgono subito, che non aspettano nemmeno che tu finisca di leggere il comunicato stampa della Bce. Nel 2024, il tasso medio pagato dal 20% più povero della popolazione era del 3%. I ricchi, si sa, dormono su cuscini a tasso fisso: poco più del 2%. Una differenza apparentemente minima, ma destinata a crescere. Sempre secondo la Bce.C’è di più: la stessa Banca centrale prevede che lo squilibrio tra famiglie ricche e povere continuerà ad allargarsi fino al 2030, creando nuove disuguaglianze, comprimendo i consumi e complicando la ripresa. Come se ci fosse bisogno di un’altra crisi.E quindi, cara Christine, vien da chiedersi: non è che questa tua possibile uscita anticipata, più che una decisione personale, sia una fuga ben calcolata? Un «prendetevi voi questa patata bollente»? Perché, diciamolo, ammettere che la strategia anti-inflazione ha ottenuto il risultato di impoverire le famiglie e rallentare la ripresa è il tipo di retromarcia che solo un blog può scrivere senza arrossire.La Bce – che nel 2022-2023 sembrava volerci tutti sobrietà e rigore – ora scopre che la gente, sotto i colpi delle rate, ha smesso di spendere. Ma guarda un po’. E adesso, mentre i tassi scendono, l’economia non riparte, perché i bilanci delle famiglie sono in trincea, e i consumi in crisi.Insomma, quella che sembrava una semplice correzione di rotta, si sta rivelando un boomerang con un biglietto di ritorno per Bruxelles.Ecco allora che le dimissioni della Lagarde, finora sussurrate e mai confermate, acquistano una nuova luce. Non più un mistero, ma una scelta razionale. Chi ha acceso il fuoco non vuole restare a vedere cosa succede quando la cucina prende fuoco. E i pompieri, per ora, non si vedono all’orizzonte.Nel frattempo, noi contribuenti europei continueremo a pagare. In silenzio, come sempre. A meno che qualcuno, tra una rata e l’altra, non trovi il tempo di leggere quel blog della Bce. E magari farsi due conti. Ma senza calcolatrice: tanto la risposta è sempre la stessa. Si paga. Fino al 2030. E oltre.