2024-07-23
I laburisti silurano gli attivisti Lgbt: «Quante bugie su farmaci e suicidi»
Il ministro della salute inglese Wes Streeting (Getty Images)
Il nuovo governo prosegue la strada imboccata dai conservatori sui bloccanti della pubertà: lo stop potrebbe diventare permanente. I pro trans protestano, snocciolando dati catastrofistici. Smontati, però, da un esperto.Nel Regno Unito è accaduto un fatto eccezionale e, purtroppo, non sorprende che, dalle nostre parti, nessuno ne abbia parlato. Non stupisce nemmeno che la faccenda non abbia spalancato un gigantesco dibattito in tutta Europa: siamo abituati a vedere ignorate le notizie che contraddicono i dettami del pensiero prevalente. Il problema è che quanto successo Oltremanica potrebbe risolvere una volta per tutte le diatribe sulle cosiddette teorie gender, sulla fluidità e il cambio di sesso, dunque passa quasi inosservato. Ecco i fatti. Qualche giorno fa, il nuovo ministro della Salute, Wes Streeting, ha dichiarato che proseguirà le politiche iniziate dai conservatori per quanto riguarda la somministrazione di farmaci bloccanti della pubertà ai minorenni: non solo ne ha confermato la sospensione, ma ha anche detto che il blocco potrebbe diventare permanente. Non ha fatto nemmeno in tempo a finire di parlare che subito una marea di attivisti transgender e Lgbtq si sono scatenati. Ad alzare particolarmente i toni è stato Jolyon Maugham, direttore dell’organizzazione Good law project, il quale ha sostenuto che lo stop ai bloccanti della pubertà causerà un aumento dei morti fra i ragazzini trans. Mentre i militanti transgender snocciolavano tutto il loro catastrofico repertorio, il governo di sinistra britannico ha preso una decisione di grande intelligenza. Si è rivolto a un esperto indipendente per chiedergli di verificare le affermazioni secondo cui il divieto di fermare la pubertà ucciderà i bambini trans. Lo specialista in questione è il professor Louis Appleby, consulente del governo per la prevenzione del suicidio, il quale si è dedicato a esaminare i dati sui suicidi dei giovani e ha scoperto alcune cose interessanti. Per prima cosa, ha spiegato che «le affermazioni degli attivisti non sono supportate da dati», anzi ha definito il loro linguaggio «insensibile, angosciante e pericoloso». Secondo Appleby, il pericolo vero sta altrove e cioè nel fatto che i giovani e le loro famiglie possano venire «terrorizzati dalle previsioni che parlano di inevitabilità del suicidio senza i bloccanti della pubertà». Il problema, insomma, è quella che lo studioso definisce «retorica del bambino morto». A suo dire, «il suicidio non dovrebbe essere uno slogan o un mezzo per vincere una discussione». Appleby non si è limitato a fare affermazioni: ha scritto un rapporto che contiene numeri indicativi. Il testo prende le mosse dalle uscite del già citato attivista trans Jolyon Maugham. Quest’ultimo ha dichiarato che, secondo alcuni dati diffusi da «informatori» che hanno lavorato all’interno della famigerata Tavistock gender clinic di Londra, ci sarebbe stato un aumento dei casi di suicidio fra i minori a seguito di una prima restrizione nell’uso dei bloccanti, avvenuta nel 2020 dopo una sentenza dell’Alta corte britannica. Appleby ha sottoposto a verifica questa affermazione e ne ha concluso che non c’è stato alcun aumento significativo dei tassi di suicidio tra i pazienti della clinica Tavistock a partire dal 2020. Lo studioso ha esaminato i dati del sistema sanitario inglese sui decessi tra i pazienti con disforia di genere nel periodo tra il 2018 e il 2024: in sei anni ci sono stati 12 suicidi, metà dei quali di minorenni. Prima del 2021, i morti sono stati tre. Dopo il 2021, sono stati sette. Nel frattempo, però, il numero dei ragazzini con disforia di genere è aumentato a dismisura. Tradotto: non è vero che limitare l’uso di farmaci bloccanti della pubertà abbia causato un aumento dei suicidi: «Per essere affidabili, le prove dovrebbero essere obiettive, imparziali e aperte a un controllo indipendente», ha detto Appleby. Il quale ha invitato gli attivisti e i commentatori social a moderare i toni e a condurre un dibattito più responsabile. Riepilogando, è successo questo: il governo inglese ha preso la saggia decisione di fermare la somministrazione di farmaci potenzialmente molto dannosi ai minorenni. Gli attivisti trans, al solito, si sono sollevati gridando allo scandalo e cercando di suscitare una reazione emotiva nella popolazione tramite la ripetizione dei consueti slogan sui suicidi dei bambini con disforia di genere. Invece di piegarsi, il governo si è rivolto a un esperto e quest’ultimo ha dimostrato che gli attivisti non solo dicono bugie, ma alimentano una retorica molto pericolosa, perché fa pressione sui ragazzini e le famiglie evocando il rischio suicidio. A questo punto, tutte le polemiche sul cambiamento di sesso fra minorenni dovrebbero uscirne ridimensionate. Di più: le altre nazioni dovrebbero prendere esempio dal Regno Unito, ignorare le intemerate degli attivisti trans e procedere alla sospensione dei bloccanti della pubertà su larga scala. Solo che, nonostante le loro balle siano state smentite dai fatti, le organizzazioni trans godono ancora di un supporto molto vasto. I loro discorsi hanno invaso il dibattito pubblico talmente in profondità che ora è molto difficile liberarsene. Dalle nostre parti, la discussione sull’argomento è in una fase critica. Lo scorso maggio è stata annunciata la costituzione di una commissione che dovrà riscrivere le linee guida per l’assistenza nei percorsi di transizione di genere, e dovrà esprimersi sull’utilizzo della triptorelina. Vedremo che cosa scaturirà dal lavoro dei 29 membri, intanto l’esempio del Regno Unito indica con chiarezza quale sia la direzione da seguire: l’ideologia deve essere sgretolata prima che metta in pericolo altri minorenni.
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».