2020-05-13
La vittoria jihadista di Al Shabaab può destabilizzare il Corno d’Africa
«La gioventù» dell'islam armato ora potrà comprare consenso e armi con i soldi del riscatto di Silvia Romano. E la Somalia trema.Purtroppo, la vicenda della liberazione di Silvia Romano si è inserita nella necessità di trovare un argomento alternativo al Covid-19 durante la costrizione della quarantena: non è parso vero vedere riqualificarsi esperti di sicurezza dopo essere stati esperti di virus, formatisi al volo sui webinar. Così, drammaticamente, c'è chi ha reclamato interventi di truppe speciali come a Entebbe, inconsapevole delle sostanziali differenze logistiche e politiche delle situazioni; chi rilancia la normativa che vieta il pagamento del riscatto dei tempi dell'Anonima sequestri, senza rendersi conto che la distanza tra quella e Al Shabaab rende metodi e soluzioni incomparabili; chi si sente derubato per aver contribuito a pagare il riscatto, il cui valore ridistribuisce come impatto sul Pil nazionale; chi si indigna per il velo della convertita e le sue parole, senza pensare quale senso possono avere per chi lascia una lunga situazione difficile a cui si era probabilmente abituata per trovarsi catapultata in un secondo «rapimento a fin di bene». In troppi fanno un gran pasticcio, che si avvantaggia della non conoscenza pratica e delle cose da parte di chi avanza tali avventurose proposte. Un ragionamento serio deve cominciare da una riflessione sugli Al Shabaab e sull'uso che potrebbero fare della somma del riscatto. Al Shabaab è la «La gioventù» in arabo: la più grande e potente organizzazione militante che in Somalia lotta contro il governo e la presenza militare straniera che lo sostiene, con l'obiettivo di creare un nuovo Stato governato attraverso la propria interpretazione della sharia.Al Shabaab - sviluppatasi in seno all'Islam court union (Icu), anche se le sue origini sarebbero riscontrabili già negli anni Novanta nella figura di Aden Hashi Ayrole - è emersa come organizzazione indipendente nel 2006 e le sue relazioni con Al Qaeda risalirebbero al 2008 per poi formalizzarsi nel 2012 con l'affiliazione ufficiale del gruppo al network qaedista. Nel corso degli anni, l'organizzazione è stata in grado di attaccare l'amministrazione e le forze di sicurezza locali e straniere con grande intensità e violenza, arrivando anche a controllare significative porzioni di territorio in Somalia negli anni 2000. Se a partire dal 2011 l'organizzazione ha perso controllo formale del territorio, risorse umane (anche a livello di leadership) ed economiche, permane a oggi come una delle più rilevanti minacce alla sicurezza non soltanto di Somalia e Kenya ma di tutto il Corno d'Africa. Il gruppo può contare su una solida struttura organizzativa, nonché su una sviluppata capacità d'intelligence e operativa. La sua pericolosità è riscontrabile nei numerosi attacchi di alto profilo che negli ultimi anni hanno colpito hard e soft target in Somalia e Kenya, così come nel crescente impegno di contrasto all'organizzazione messo in atto con perseveranza dagli Stati Uniti. Recentemente la minaccia di Al Shabaab ha assunto una dimensione per lo più locale, ma è elemento di preoccupazione il rilancio propagandistico da parte del gruppo delle più salienti campagne di matrice qaedista.Il riscatto ha portato agli Shabaab tanti dollari: l'attacco alle Torri gemelle vale molto meno. Ma ogni attacco del terrorismo islamista, in questi anni, ha avuto il vantaggio di aver bisogno di pochi soldi e di qualche invasato. Pertanto, tutti quei soldi non serviranno probabilmente a promuovere altri attacchi terroristici, soprattutto in Occidente.È facile che siano spesi in Somalia e Kenya, contro possibili target anche internazionali, ma non avendo come obiettivo primario la destinazione di sostenere attentati. Certamente questi soldi serviranno agli Shabaab per comprare armi da destinare alla loro milizia locale: in questo momento la forza militare è diminuita, ma il gruppo mantiene una buona capacità d'intelligence e una efficace penetrazione a Mogadiscio. Soprattutto, il denaro servirà a comprare consenso per consolidare l'organizzazione e promuovere la sua agenda anche infiltrando il tessuto socio-politico di Somalia e Kenya. In questo momento gli Shabaab non hanno interesse ad aprire relazioni con il governo somalo. I loro interessi sono soprattutto locali. In tal senso, dicevamo, non è prevedibile un aumento della minaccia verso l'Italia, come d'altra parte la narrativa espressa nelle interviste di ieri ai giornali italiani lascia intendere. Al gruppo interessa apparire come una forza di governo, per questo i suoi portavoce dicono di essere etichettati come terroristi senza esserlo. Insomma, Al Shabaab ha messo a segno una grande mossa mediatica, e ora gli effetti politici della liberazione di Silvia Romano andranno considerati con enorme attenzione.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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