2022-11-19
La Via della seta passa dal calcio Trattative cinesi per prendere il Bari
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
Il governatore pugliese Michele Emiliano ha rafforzato i legami con il Dragone. Advisor l’ex dg della Fiera del Levante ed ex dirigente regionale. E in caso di promozione i De Laurentiis sarebbero costretti a vendere i biancorossi.La Via della seta che da Pechino porta nella Puglia di Michele Emiliano passa anche dal pallone. Il corteggiamento dei cinesi per la Ssc Bari, oggi in serie B, va avanti da qualche anno. Ma sarebbe tornato a farsi più intenso di recente perché se il Bari dovesse andare in Serie A, il suo presidente Luigi De Laurentiis - proprietario anche del Napoli - sarebbe costretto a vendere la squadra.Ma facciamo un passo indietro. Già nel 2015 i quotidiani locali riportavano la notizia dell’interesse per il club barese di Herman Zheng, presidente della Winston (sede a Shangai e negli Usa), che puntava a investire anche in Europa nella cultura, nello sport, nella medicina e nella formazione. Partendo, appunto, dal Bari allora presieduto da Gianluca Paparesta. Pochi giorni prima del Natale di sette anni fa, Zheng aveva addirittura fatto una conferenza stampa illustrando le sue intenzioni. «Sono venuto per iniziare un piano di investimenti che vede come primo progetto quello di acquisire il Bari. Non una quota minoritaria, ma almeno il 60%, per avere un reale potere decisionale», aveva detto accompagnato da Leonardo Volpicella, presentato al tempo come uno dei suoi advisor. Su Linkedin vediamo che ancora oggi Volpicella è manager e consulente aziendale nonché consigliere di amministrazione della Winston european holdings (da giugno 2016). In passato, dal marzo 2011 a dicembre 2013, è stato anche direttore generale della Fiera del Levante, e ancora prima direttore dell’Area presidenza e relazioni istituzionali della Regione Puglia (da luglio 2008 al febbraio 2011) e dirigente del servizio Controlli interni e di gestione sempre della Regione (da giugno 2007 a giugno 2008). «Senza il Bari», aveva detto Volpicella in quella conferenza stampa di dicembre 2015, «non esisterà tutto il resto. L’obiettivo prioritario è investire nel calcio anche perché parliamo di un business sempre più importante per il governo cinese». La Winston - che si interfacciava con la Banca Popolare di Bari, consulente del club - puntava a chiudere l’affare entro febbraio 2016, tanto che era stata creata la Winston european holdings incorporated, terza costola, tutta italiana, della società di Zheng. Ma Paparesta proprio all’inizio di febbraio 2016 ha chiuso la porta ai cinesi per due motivi: prima di tutto la mancanza delle garanzie patrimoniali, in secondo luogo la violazione della clausola di riservatezza (il patron biancorosso contestava la diffusione dei dati relativi al bilancio al 30 giugno 2015). La Winston con il tandem Zheng-Volpicella non si era però arresa e a luglio dello stesso anno era tornata a farsi avanti: l’advisor aveva contattato il nuovo presidente Cosmo Giancaspro chiedendo al patron biancorosso un incontro per capire gli eventuali margini di trattativa e annunciando il ritorno in Italia a fine mese di Zheng per incontrare sia il sindaco Antonio Decaro sia il presidente della Regione, Emiliano, cui esporre il suo piano che prevedeva anche la costruzione di un nuovo stadio. Giancaspro però aveva tagliato corto dicendo che quello non era il momento giusto per trattare e il negoziato era sfumato di nuovo. La partita dei cinesi sul Bari, però, si starebbe riaprendo adesso. Le relazioni di Volpicella con l’apparato della Regione, del quale come abbiamo visto è stato anche dirigente in passato, sarebbero ancora ottime. E come ha ricostruito ieri La Verità, la Via della seta è percorsa in autonomia da Emiliano (guida la giunta dal giugno 2015 e prima è stato sindaco di Bari, dal 2004 al 2014) che ha rafforzato i legami con il Dragone dopo lo scoppio della pandemia del 2020. La pista del calcio andrebbe dunque ad aggiungersi a quella delle infrastrutture e degli impianti eolici. La partita dei cinesi di Winston sul Bari si starebbe riaprendo adesso perché il presidente della squadra, Luigi De Laurentiis ha ribadito che «se il Bari dovesse andare in Serie A sarei costretto a vendere la squadra. Siamo sempre stati coscienti di ciò, la nostra missione è stata fin dall’inizio la ricostruzione di questo franchise calcistico», ha spiegato il presidente biancorosso lo scorso 3 novembre. Aggiungendo anche che spera «di riscontrare l’interesse di un gruppo che possa rilevare questa squadra nel momento giusto». La vendita è dettata dal divieto assoluto di multiproprietà, sancito dalla modifica dell’articolo 16-bis delle norme organizzative interne della Figc, che impone entro giugno 2028 l’obbligo per la famiglia De Laurentiis di alienare una delle due società di calcio gestite dalla Filmauro, ossia una tra Napoli e Bari. In attesa della promozione, si continuerà con la famiglia De Laurentiis nel capoluogo pugliese. Ma se e quando arriverà il fatidico salto nella massima serie, non potranno più esserci rinvii. Ed è difficile immaginare che i De Laurentiis si tengano il Bari cedendo il club partenopeo, seppur appetibile sul mercato in caso di conquista dello scudetto quest’anno (al momento è in testa alla classifica).
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)