2020-10-05
Li-Meng Yan: «La verità sul virus: manipolato in Cina per colpire il mondo»
La virologa fuggita negli Usa: «Ho le prove scientifiche, il Covid è stato prodotto a Wuhan sotto il controllo dal partito comunista».Il titolo, The Yan Report, sembra preludere a un giallo giudiziario alla John Grisham. E in effetti il «Rapporto Yan» spalanca le porte all'ipotesi di un intrigo internazionale. È un paper di 26 pagine, di cui quasi 5 di riferimenti bibliografici, che sostiene una tesi finora sussurrata e mai portata all'attenzione ufficiale del mondo scientifico, che persiste nell'ignorarla: il coronavirus Sars-Cov-2 non è un prodotto della natura, una devianza nel percorso dell'evoluzione della specie, ma un'entità «fabbricata in laboratorio a Wuhan», la città da dove la pandemia è dilagata, «e fatta circolare per destabilizzare il mondo», dice Li-Meng Yan, prima firmataria del testo. Il sottotitolo dell'articolo precisa: «Le caratteristiche insolite del genoma del Sars-Cov-2 che fanno pensare a una sofisticata modifica di laboratorio piuttosto che un'evoluzione naturale, e definizione del suo probabile percorso di sintesi».Lo studio si trova sul Web, sul portale scientifico Zenodo.org, liberamente scaricabile: dal 14 settembre, giorno in cui è stato messo online, è stato visualizzato oltre 800.000 volte con più di 620.000 download. Oltre che da Li-Meng Yan, esso è sottoscritto da altri tre ricercatori. La dottoressa Yan è una virologa che ha all'attivo pubblicazioni su virus e vaccini dal 2012 anche su Lancet. Fino a questa primavera lavorava nel dipartimento di Salute pubblica della Hong Kong University, ma appena ha cominciato a pubblicare i primi risultati dei suoi studi sul Covid-19 (sono 5 i paper che Yan ha elaborato dallo scorso marzo) è stata costretta a cambiare aria. Ora vive e studia a New York, sotto la protezione del governo degli Stati Uniti, dove l'abbiamo raggiunta via Skype.Che cosa ha scoperto nei suoi studi?«Ci troviamo davanti non a un virus derivato da un patogeno naturale, ma a un virus artificiale, elaborato e rilasciato dal Wuhan istitute of virology, un laboratorio di massima sicurezza che è posto sotto il controllo del Partito comunista cinese».Quando ha iniziato le ricerche sul Covid-19?«Il 31 dicembre 2019, prima ancora che le autorità cinesi, il 7 gennaio 2020, dessero l'annuncio ufficiale del primo caso accertato che invece risale addirittura al 16 novembre. Già il confronto delle date dimostra la reticenza del governo di Pechino».Dove svolgeva gli studi?«Nel laboratorio dell'Organizzazione mondiale della sanità presso l'università di Hong Kong, uno dei maggiori in Cina dove si studia il coronavirus. Tutte le mie informazioni provengono dalla mia rete di contatti all'interno del Paese. Inoltre, avevo accesso al Cdc (Control desease center, centro per il controllo delle malattie, ndr) sempre a Hong Kong».E che cosa ha scoperto?«Che nessuno dice la verità. Il governo cinese, l'Organizzazione mondiale della sanità, il mondo scientifico: tutti mentono».Quali sono i suoi argomenti scientifici?«Dai miei studi emergono tre elementi. Primo: ho studiato il genoma del Sars-Cov-2, ed esso non racconta bugie in quanto è come l'impronta digitale di un essere umano. Ebbene, quel corredo cellulare non esiste in natura. In realtà è molto simile a un virus in possesso di un laboratorio di ricerca militare, un Sars-like-Cov isolato anni fa, chiamato Zc45/Zxc21. È un fattore che desta molti sospetti».È complicato manipolare questo genoma?«Nel mio articolo spiego dettagliatamente la procedura seguita dal Wuhan institute of virology per modificare tale coronavirus. Alcune sue parti sono state aggiunte, scambiate e ricombinate, e poi ulteriormente modificate perché non si riconoscesse più l'impronta molecolare fino ad arrivare al Sars-Cov-2 e farlo sembrare un virus nuovo, senza precedenti».Il secondo elemento?«Ho rilevato che la regione del virus che caratterizza l'infezione del Sars-Cov-2, chiamata Rbm, assomiglia molto a quella del virus Sars-Cov-1, responsabile dell'epidemia di Sars che risale al 2003. Anche questa è una coincidenza sospetta. Infine, in una proteina di Sars-Cov-2 chiamata Spike esiste un sito di taglio per la furina che manca in tutti gli altri coronavirus simili a questo. Questa caratteristica del nuovo coronavirus induce a pensare che il Covid-19 non sia naturale, ma sia stato creato artificialmente».Tre sospetti fanno una prova?«Ripeto: c'è una constatazione di laboratorio, ovvero che questo virus non assomiglia nel modo “giusto" a nessun altro coronavirus “Sars like" già noto».Che significa che «non somiglia in modo giusto»?«Ci deve essere una omologia di sequenza alta su tutto il genoma e non solo su alcune regioni di esso. Per questo la mia conclusione è che il Sars-Cov-2 è stato creato in laboratorio. Aggiungo un ulteriore elemento riguardante gli autori della manipolazione».Ovvero?«Le tecniche usate per creare il Covid-19 erano state impiegate fin dal 2008 da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Zhengli Shi nel laboratorio di Wuhan. Il fatto che la stessa regione Rbm sia stata modificata dalla dottoressa Shi e da suoi collaboratori di lunga data non va considerata una coincidenza. Piuttosto, essa è la pistola fumante, la prova che il Sars-Cov-2 è il prodotto di una manipolazione genetica».Non si era parlato di un virus dei pipistrelli trasferito agli esseri umani?«Sì. Un Sl-Cov isolato tempo fa nei pipistrelli condivide con Sars-Cov-2 un'omologia di sequenza pari al 96,1%. Si chiama RaTg13. Tuttavia, ritengo che tale sequenza sia stata utilizzata per accreditare una falsa origine naturale del virus. La mia teoria è che i dati scientifici fabbricati sono stati pubblicati per indurre in errore gli sforzi del mondo nel tracciare l'origine del Sars-Cov-2. La verità è che si è creato un virus letale al fine di diffonderlo senza poter risalire agli autori».Quindi i pipistrelli non c'entrano?«Sono stati impiegati due coronavirus dei pipistrelli che non infettavano l'uomo, quelli in possesso dei laboratori di ricerca militare, come modello o spina dorsale su cui innestare le successive manipolazioni».Quanto tempo ci vuole per una simile elaborazione?«Nell'articolo si dimostra che ciò è possibile in approssimativamente 6 mesi di tempo».Il virus è sfuggito al laboratorio di Wuhan o è stato rilasciato intenzionalmente?«La circolazione è assolutamente avvenuta in modo volontario e ne abbiamo le prove. È impossibile che il virus sia uscito in modo accidentale». E qual è la ragione, secondo lei?«Per originare questo disastro. Per destabilizzare l'ordine mondiale».Il focolaio al mercato del pesce di Wuhan è una copertura?«Assolutamente sì».Come mai il governo di Pechino non ha fatto sintetizzare anche un vaccino contestualmente al Covid-19?«Perché creare un virus richiede un tempo relativamente breve, anche solo 6 mesi, mentre un vaccino efficace ha tempi molto più lunghi in quanto deve sottostare a protocolli rigidi».Lei sta conducendo altri studi. Quando li renderà noti?«Presto, molto presto. Ci sono molte questioni ancora senza risposta sull'origine del Sars-Cov-2. Questo nuovo rapporto conterrà nuovi dettagli specifici su come è stato fabbricato il virus, che cosa è stato impiegato nella manipolazione genetica e anche chi aveva a disposizione queste sostanze biologiche».Sottoporrà i suoi risultati al dibattito scientifico internazionale?«È ciò che abbiamo auspicato anche nell'articolo pubblicato il mese scorso. Il nostro lavoro sottolinea anche il bisogno che un ente internazionale e sopra le parti svolga un'investigazione indipendente nei laboratori di ricerca di Wuhan. Auspico anche che nel dibattito scientifico siano compresi i risultati degli studi usati per sostenere la tesi che il Sars-Cov-2 abbia un'origine naturale. Faccio un appello alla comunità scientifica internazionale perché si tenga un dibattito pubblico davanti al mondo e tutti possano verificare chi ha ragione».Come spiega che il mondo scientifico si sia schierato compatto contro i suoi studi?«So come funzionano le cose nel campo della ricerca, vi lavoro da anni. Gli scienziati distorcono i risultati che ho pubblicato online e dubitano di quanto sostengo soprattutto perché non hanno letto con attenzione i miei studi e si fidano di quanto viene riferito loro da altri scienziati». E i suoi colleghi cinesi che cosa hanno detto?«Professori importanti mi hanno consigliato di tacere e di non esagerare. Lo stesso è avvenuto con i medici del Cdc a Hong Kong». Perché ha dovuto rifugiarsi negli Stati Uniti? Ha ricevuto minacce? «Il governo cinese mi ha preso di mira. Non appena i miei studi hanno cominciato a circolare, sono stata messa sotto controllo, e così pure la mia famiglia, i miei amici e anche i ricercatori con cui collaboro in numerosi Paesi, costretti all'anonimato. Tutti sotto controllo di Pechino. In Cina non potevo più usare i miei account sulle reti sociali. In questo momento sono sotto la protezione del governo degli Stati Uniti, ma ugualmente mi è stato sospeso l'account Twitter. Invece io voglio che il mondo possa conoscere i fatti come stanno».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)