2022-02-18
La vera storia del blitz contro il califfo Isis tradito dalla sua stampella
Al-Qurayshi, privo di una gamba, è stato visto da un drone zoppicare sul tetto di casa. La Cia l’ha così riconosciuto e messo sotto sorveglianza fino all’attacco.È una fresca serata dell’ottobre 2021 ad Atmeh, una cittadina siriana vicino al confine con la Turchia, nella provincia di Idlib che è controllata dai gruppi fedeli di Al-Qaeda. In giro non c’è praticamente nessuno ma nonostante questo un drone americano sorvola la zona alla caccia di qualche obbiettivo sensibile da neutralizzare e qui c’è l’imbarazzo della scelta vista la miriade di gruppi jihadisti che vi operano. Ad un certo punto la telecamera del drone inquadra un uomo con una folta barba che zoppica vistosamente mentre cammina sul tetto piatto di un edificio di tre piani che si trova ai margini di un uliveto. È lo stesso uomo che era stato visto il giorno prima sulla terrazza con un tappetino mentre si preparava per le sue preghiere quotidiane ed è lo stesso individuo che si faceva la doccia sul tetto della casa. Nella base Langley (Virginia) gli uomini della Cia responsabili del volo notturno iniziano ad ingrandire le immagini sul volto dell’uomo e concludono: «Lo abbiamo trovato». Infatti è proprio lui, è il califfo dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, alias di Amir Muhammad Sa’id Abdal-Rahman al-Mawla, noto anche come Hajji Abdallah che nei mesi successivi verrà tenuto sotto controllo 24 ore su 24, anche quando esce (pur se per pochi minuti), oppure quanto resta sulla porta di casa. Per il momento, però, il Pentagono decide di non fare nulla di eclatante e delega ai curdi il controllo della zona perché è più importante capire chi siano i suoi luogotenenti, da dove arrivino e che strada prendano i «pizzini» del califfo anche perché ormai da lì non può più fuggire. Se tentasse di andarsene con le sue mogli e i figli che vivono con lui nella palazzina un drone lo incenerirebbe all’istante.Qualche abitante della zona ha saputo che quell’uomo arrivato intorno al 20 marzo 2021 la gamba destra l’ha persa non molto tempo prima durante un bombardamento (cosa che gli americani sanno molto bene), così come raccontano a chi di dovere che al-Qurahyshi - sul quale gli Usa hanno messo una taglia di 10 milioni di dollari - viene trattato con deferenza tanto che lo chiamano «il professore» in virtù dei suoi presunti studi islamici mai dimostrati, così come non c’è nessuna prova della sua appartenenza alla tribù dei Quraysh, dominante alla Mecca al tempo del profeta Maometto, da cui egli stesso discenderebbe. Il califfo quasi certamente ha abbellito il suo curriculum per farsi accettare. Per tornare alla casa di Atmeh che viene presa in affitto il 6 marzo del 2021 dal siriano Mustafa al Sheikh Yusuf (che morirà con califfo nel blitz del 3 febbraio scorso) che è colui che gestiva la logistica per il leader dell’Isis. Come scritto dalla giornalista libanese Jenan Moussa della rete televisiva Al Aan con sede a Dubai, vengono siglati due contratti: il piano inferiore dove si stabilisce il califfo e alcuni membri della sua famiglia costa 90 dollari al mese, mentre il piano superiore (più piccolo) è quello dove vivrà il suo luogotenente con la famiglia e ne costa 40.Controllato 24 ore su 24Gli americani che lo vedono, e ad un certo punto lo ascoltano, prendono atto del fatto che nonostante la disabilità comandi con il pugno di ferro il suo gruppo di fedelissimi; infatti dalla casa impartisce ordini utilizzando dei corrieri ai quali consegna dei pizzini perché ha vietato a tutti di usare internet e i telefoni cellulari. Una mossa prudente che, tuttavia, fa aumentare il traffico di persone attorno alla casa, circostanza questa che fa insospettire coloro che odiano l’Isis (in zona sono moltissimi), e qualcuno (non certo gratis) parla e conferma quello che l’intelligence curda sa ovvero che al-Qurahyshi si trova in quell’area perché convinto che qui non lo cercheranno essendo molto lontano dalle Valli dell’Eufrate dove il gruppo è tutt’ora forte. Ma è venuto qui anche per un’altra ragione: oltre il confine, infatti, potrebbe farsi mettere una gamba artificiale. E i servizi turchi? Impossibile che la sua presenza e il relativo viavai siano sfuggiti agli uomini del Milli İstihbarat Teşkilatı il servizio segreto di Ankara e così si riproducono le stesse condizioni dell’eliminazione di Abu Bakr al-Baghdadi: anche lui si nascondeva al confine con la Turchia (in località Barisha), anch’egli voleva entrare nel Paese probabilmente per arraffare un po’ di soldi dell’Isis che sono ancora in alcune banche turche ed era diventato una merce di scambio preziosa al tavolo degli scambi inconfessabili. Figuriamoci il valore di un califfo, oltretutto senza una gamba. Grazie all’osservazione di quanto accade nella casa, l’intelligence americana ricostruisce tutta la rete sotterranea di al-Qurayshi, che comprendeva dozzine di cellule sparse in tutto il «Siraq».Il 20 dicembre 2021 il presidente americano Joe Biden incontra la sua squadra della sicurezza nazionale con la quale si decide che è ora di catturarlo o di ucciderlo. L’operazione verrà condotta dagli uomini della Delta Force, il corpo speciale anti terrorismo dell’esercito degli Stati Uniti che dovrà assicurarsi che non ci saranno vittime americane o un numero elevato di civili. Si decide quindi di circondare la casa e di non bombardarla, onde evitare troppe vittime collaterali e così iniziano le esercitazioni realizzando un modello dell’alloggio dove vive il califfo. mossa azzardataFin qui tutto procede bene, poi succede qualcosa di inaspettato; il 20 gennaio 2022 centinaia di miliziani dell’Isis assaltano la prigione di Ghwayran ad Al-Hasaka (Nordest della Siria) che tengono sotto scacco per una settimana prima di arrendersi o morire negli scontri non prima di aver fatto fuggire un migliaio di loro affiliati. É il segnale che le bandiere nere hanno rialzato la testa e si scopre che «al-Qurayshi era fortemente coinvolto nella pianificazione dell’attacco alla prigione». Quella che segue è l’ultima settimana di vita del califfo. Il 1° febbraio scorso i pianificatori militari decidono che ci sono le condizioni ideali per il raid e a quel punto viene informato il presidente, che dà la sua approvazione al blitz della Delta Force. Alle 17.00 del 2 febbraio scorso, ora di Washington, Biden entra nella situation room della Casa Bianca per monitorare il raid attraverso una connessione video assicurata dal Pentagono. Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi nella notte del 3 febbraio, vistosi circondato, aziona il suo giubbotto esplosivo portando all’inferno anche dei suoi familiari mentre inizia una battaglia nella quale moriranno tutti gli occupanti della palazzina. Il giorno dopo Biden ne annuncia la fine: «Questa operazione è una testimonianza della portata e della capacità dell’America di eliminare le minacce terroristiche indipendentemente da dove cercano di nascondersi in qualsiasi parte del mondo. Oggi il mondo è più sicuro». Lo Stato islamico contravvenendo a quanto fatto in passato non ha riconosciuto la morte del proprio comandante in capo e di conseguenza non ne ha nominato il successore tuttavia, secondo alcune autorevoli fonti il prescelto sarebbe Bashar Khattab Ghazal al-Sumaidai - Abu Khattab al-Iraqi, un religioso che sarebbe tornato in Siria dalla Turchia circa un anno fa. Discendente della famiglia del profeta Maometto proviene dalla stessa tribù dell’attuale gran mufti sunnita dell’Iraq, Mahdi bin Ahmed al-Sumaidai. Al prescelto quindi il compito di rivitalizzare l’Isis e le decine di migliaia di sostenitori in tutto il mondo che non aspettano altro che vendicarsi.