2024-08-13
La transizione verde spingerà l’inflazione dell’1,6% per 10 anni
Ursula von der Leyen (Ansa)
Gli economisti di Carmignac: peserà la gran mole di investimenti per l’acciaio pulito. Il fondo Macquarie: elettriche a picco in Asia.La rivoluzione verde perde spinta ogni giorno di più. Costa troppo, offre ritorni economici inadeguati al gran volume degli investimenti richiesti e fa aumentare l’inflazione. Una situazione talmente critica che anche i cinesi appaiono sempre meno attratti dalle auto a batteria (sarà per questo che ora cercano in ogni modo di venderle a noi europei?). A dipingere un quadro così poco incoraggiante sono due grandi case d’affari: gli australiani di Maquarie (che attraverso la divisione che gestisce i fondi d’investimento sono anche azionisti di Autostrade per l’Italia) e i francesi di Carmignac che, in altri tempi hanno benedetto il Green deal come salvezza dell’umanità.Non si tratta di segnali da sottovalutare considerando che i due «pizzini» arrivano dal cuore del sistema finanziario internazionale. La grande finanza ha smesso di credere ciecamente nei prodigi green? Come escluderlo visti anche i violenti sussulti che la settimana scorsa hanno messo in subbuglio i mercati mondiali. Soprattutto le «Big Seven», cioè i Sette giganti del Nasdaq (da Nvidia a Microsoft, da Apple ad Amazon e via andare) che lavorano sulla frontiera dell’innovazione tecnologica. Sta emergendo che l’intelligenza artificiale, grande sfida del futuro, assorbe enormi quantità di energia nella catena di produzione. Esattamente com’era accaduto un anno fa con la blockchain attorno a cui ruota l’emissione dei bitcoin. A questo punto la grande finanza si trova davanti ad un bivio: andare sempre più avanti sulla strada della ricerca (e del profitto) oppure fermarsi a riflettere sui danni della mancata o ritardata transizione verde? I report delle due case d’affari sembrano chiari: la rivoluzione verde non può fermare il progresso. Uniti bisogna andare avanti.Greta e i suoi amici, invece, possono aspettare visto che bisogna frenare sulla transizione energetica ricordando, dicono gli esperti di Carmignac, che spingerà l'inflazione: +1,6% all’anno per il prossimo decennio. Secondo gli esperti della casa d’affari si tratta di un’emergenza difficile da mitigare perché «l’enorme sforzo di investimento richiesto dagli obiettivi della transizione sottrae risorse da altri usi nell’economia». Il mercato infatti dovrà assorbire i costi più alti per altre tecnologie ancora in evoluzione, come cemento e acciaio «verdi» (cioè, prodotti a basse emissioni), o i carburanti per aviazione e navi.Per questi sono stimati sovrapprezzi «tra il 25% e il 300%».Il problema dei costi comincia a interessare anche i consumatori cinesi che preferiscono le auto ibride rispetto a quelle totalmente elettriche. Lo rivela lo studio di Maquarie visto che metà delle immatricolazioni di quest’anno riguarda le motorizzazioni miste. Nel primo semestre hanno coperto il 41% della domanda rispetto al 32% dell’anno precedente. «Il ritorno ai veicoli ibridi che comunque hanno bisogno della spina di ricarica (plug-in) riflette principalmente la forte crescita delle auto cinesi con autonomia estesa, in cui il motore a combustione interna viene utilizzato esclusivamente per ricaricare la batteria e non per azionare le ruote del veicolo», ha affermato Maquarie. Le previsioni sul futuro delle diverse motorizzazioni basate sulle vendite effettuate da S&P Global Mobility prevedono che i veicoli ibridi ed elettrici avranno un ruolo più importante nelle vendite di veicoli leggeri negli Stati Uniti, raggiungendo una quota di circa il 20% nel 2031.In Europa, l’attenzione si è concentrata sui veicoli ibridi ed elettrici anziché sui veicoli ibridi plug, come dimostrano i dati dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea). Nel primo semestre del 2024, le nuove immatricolazioni di vetture a batteria sono aumentate del 22,3% rispetto al corrispondente semestre del 2023, raggiungendo 1,66 milioni di unità, mentre quelle ibride sono diminuite del 2,5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 392.284 unità. In questo modo, le batterie sono state la scelta principale tra le tipologie d’auto nell’Ue nel primo semestre, seguite dagli ibridi senza spina con 712.637 unità e da quelle con la spina con 392.284 unità. Analogamente, negli Stati Uniti, nonostante il rallentamento del mercato dei veicoli elettrici, le vetture a batteria hanno rappresentato la quota principale delle vendite di veicoli a trazione elettrica nel primo semestre del 2024, con circa 0,71 milioni di unità contro 0,55 milioni di unità di un anno prima, secondo i dati dell’Argonne National Laboratory. I costi delle batterie sono crollati a causa del rallentamento della domanda di veicoli elettrici. All’inizio del 2023, i prezzi del carbonato di litio erano pari a 75.000 dollari per tonnellata nell'Asia settentrionale, vicini al picco storico di 78.200 dollari del 29 novembre 2022, come hanno mostrato i dati di S&P Global Commodity Insights. Allo stesso modo, l’idrossido di litio ha iniziato il 2023 a 81.300 dollari per tonnellata nell’Asia settentrionale, in calo rispetto al massimo storico di 84.700 dollari del 25 novembre 2022. L’8 agosto invece il carbonato di litio si attestava a 12.000 dollari, mentre l’idrossido di litio era a 11.500 dollari, con conseguenti cali rispettivamente dell’84% e dell’85,9% rispetto all’inizio del 2023.
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