2020-07-08
La toga in cerca di trasferimenti: «Ho rinunciato a un seggio del M5s»
Antonio Clemente (qui le chat con Luca Palamara) chiedeva un cambio di sede e scriveva che i grillini volevano farlo senatore. Una rincorsa che ad un certo punto sembrava poter affidare al magistrato Antonio Clemente la direzione della procura di Larino (Campobasso). Invece a scompigliare le carte hanno pensato prima l'ex leader di Unicost, Luca Palamara, poi una decisione del Consiglio di Stato. È il 21 marzo 2018, il pm di Roma scrive per la prima volta all'ex collega: «Caro Luca ho tre figli, sono 5 anni che viaggio da bn (Benevento, ndr) a Roma, prima 13 anni da bn a Napoli, mi vorreste proporre Bolzano ma fare 1.000 km per aggiunto (procuratore, ndr) non me la sento, se fosse un direttivo farei questo grande sacrificio». E tra le rinunce importanti - che gli avrebbero forse impedito di ottenere il posto da procuratore capo - c'è quella dell'ingresso in politica. «Per l'attaccamento al lavoro», digita il sostituto, «ho rifiutato persino un posto sicuro da senatore cinque stelle (…) Voglio dirti che ho subito diverse grosse ingiustizie dalla magistratura (…)». Spesso Clemente mostra apparente disagio, che deriva dall'essere pendolare da molti anni. E su questa circostanza fa leva. «Avevo dato disponibilità per Nuoro ma come sai non è stato possibile. Sto chiedendo due sedi secondarie o Lagonegro o Larino dopo oltre 25 anni di pm a Roma e Napoli e bn, dopo aver lavorato duramente penso di avere i requisiti per dirigere una sede secondaria (…)». Palamara risponde: «Carissimo Antonio terrò assolutamente presenti le tue indicazioni un abbraccio forte». Trascorre un mese e Clemente, vista anche la vicina fine della consiliatura, torna alla carica: «Caro Luca scusami per l'ansia, si sa quando tratterete Larino?». Messaggio che l'allora consigliere Csm lascia cadere. Ma Clemente non demorde, anzi rincara la dose dicendo di «avere tutte le carte in regola per il posto cui aspiro…sono anni che faccio domande mai accolte perché ingenuamente penso solo al lavoro, conosco bene Ardituro e Cananzi (rispettivamente Antonio e Francesco, membri del Csm 2014-2018 ndr)». Però assicurazioni a parte (come «cercheremo di trovare la soluzione migliore») per l'ex membro di Unicost l'incarico di procuratore della Repubblica di Larino deve essere affidato alla concorrente di Clemente, Isabella Ginefra. Che va nel panico il giorno del voto in commissione, commentando con un «sono fottuta», quando viene sconfitta da Clemente per 4 voti a 2. Ma Palamara l'avvisa: «Sappi che non mollerò un cm per te… E ci riuscirò». Infatti puntualmente nella seduta di plenum, il precedente voto viene ribaltato: Ginefra diventa procuratore della Repubblica di Larino ottenendo 13 preferenze, contro le 9 accordate al rivale. Quest'ultimo dopo la votazione scrive a Palamara: «Dai Luca avete organizzato tutto per fottermi, avevi detto che non avrei avuto problemi». Per Clemente però c'è anche la beffa finale: dopo aver vinto il ricorso al Tar del Lazio per la nomina di Ginefra, il Consiglio di Stato sospende la decisione a lui favorevole, rendendo non esecutiva la sentenza impugnata.