2024-01-31
La toga anti governo non si ferma più e ripete i suoi attacchi in un libro
Marcello Degni (Imagoeconomica)
Marcello Degni, il giudice contabile che in un tweet si doleva che il Paese non fosse in esercizio provvisorio non molla, e scrive un saggio che dal titolo sembra un nuovo atto di accusa contro l’approvazione del bilancio.S’intitola Il bene pubblico maltrattato, l’ultimo saggio scritto da Marcello Degni, e rischia di accendere qualche nuova polemicuccia sul consigliere della Corte dei conti che, all’inizio dell’anno, era stato subissato di critiche (nonché trascinato in due distinti procedimenti disciplinari) per un duro post anti-governativo pubblicato su Twitter-X. In quel messaggio, indirizzato a Elly Schlein il 30 dicembre, Degni aveva rimproverato al segretario del Partito democratico di non aver bloccato il Parlamento facendo ostruzionismo contro la Legge di bilancio del centrodestra: «Potevamo farli sbavare di rabbia sulla loro cosiddetta manovra blindata, e invece…». S’era poi scoperto che quel tweet, «incriminato» per il suo essere così politicamente schierato, era soltanto l’ultimo di una lunga serie: su Twitter-X, dove si presenta esplicitamente come «economista di sinistra», per quanto «disilluso dai partiti», nel corso del tempo Degni aveva già pubblicato decine di proclami ideologicamente orientati. Al momento pare comunque sia stato soltanto per il tweet del 30 dicembre che la Corte dei conti, un mese fa, ha avviato l’azione disciplinare contro il consigliere, e altrettanto ha fatto l’Associazione nazionale magistrati della Corte dei conti (Anmcc), l’ente che dal 1949 rappresenta i circa 500 giudici contabili.Criticato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni e da molti altri esponenti di governo, e minacciato dalle azioni disciplinari, un mese fa Degni si era difeso sostenendo di essersi espresso sul social network non in quanto giudice della Corte dei conti, ma da semplice cittadino (come se l’imparzialità di un magistrato dovesse applicarsi al solo esercizio delle sue funzioni). Ai cronisti che gli chiedevano se fosse pentito del tweet, il magistrato aveva risposto: «Più ci penso, e più sento di aver fatto la scelta giusta». Degni aveva poi spiegato di aver voluto esprimere esclusivamente il suo «rammarico» per l’occasione perduta dal Pd, che «avrebbe potuto sfruttare di più gli strumenti del diritto parlamentare per marcare meglio la maggioranza sulla manovra». Quanto all’esercizio provvisorio di bilancio, invocato con il tweet, Degni aveva concluso che «non avrebbe creato problemi all’Italia ma soltanto al governo, all’interno di una normale dialettica con la maggioranza». Ora si scopre che alcune di queste stesse tesi potrebbero essere contenute in un saggio scritto da Degni, e di prossima uscita: per l’appunto Il bene pubblico maltrattato, un tomo di 416 pagine che l’editore Castelvecchi intende portare in libreria entro la metà di febbraio, per di più piazzandolo nella collana «Frangenti» (e date le polemiche pregresse, il riferimento al mare agitato potrebbe non essere del tutto casuale…). La breve scheda con cui Castelvecchi presenta il libro spiega infatti che «il bilancio è il luogo irriducibile della democrazia», e che «il Parlamento deve tornare a essere il protagonista principale nella sua trattazione». La nota dell’editore aggiunge che «negli ultimi due decenni si è assistito a una significativa riduzione del ruolo del Parlamento nell’approvazione del bilancio di previsione, attraverso l’uso sistematico da parte del governo di pratiche distorsive basate sul maxi emendamento e sulla fiducia». Infine, quasi fosse un’appendice alla difesa impostata da Degni dopo le polemiche sul suo tweet di un mese fa, la presentazione così conclude: «Anche nel 2024 il fenomeno si è riproposto, consolidando la tendenza al declino dell’influenza del Parlamento nelle decisioni sulle politiche pubbliche e sui programmi da attuare».Il bene pubblico maltrattato non è il primo libro che Degni scrive per Castelvecchi. Ma non è improbabile che, data l’improvvisa notorietà dell’autore, possa essere quello che venderà di più. Il magistrato, intanto, si prepara per l’audizione davanti alla Procura generale della Corte dei conti, l’ufficio titolare dell’azione disciplinare. Entro la settimana anche l’Anmcc definirà il calendario delle mosse dei suoi probiviri. In entrambi i casi, il consigliere rischia un notevole spettro di sanzioni. Si va dalla censura (un banale rimprovero), alla sospensione temporanea dalle funzioni e dallo stipendio, fino all’espulsione. Nel frattempo, sul suo profilo Twitter-X, Degni ha cambiato timbro. Basta con la politica. Al suo posto, oggi, compare tanta musica. E su un pentagramma decisamente ampio: si va dall'heavy metal dei Black Sabbath e dei Deep Purple alle inquietanti sonorità sperimentali di Luigi Nono. Compositore di sinistra, peraltro, e di chiara fama antifascista.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)