2020-02-16
Il Pd vuole toglierci i figli a 3 anni
Anna Ascani vuole emulare Emmanuel Macron. Ma oltre all'idea dei bambini come proprietà pubblica, c'è un disegno per colpire le paritarie. Siete mamme, o papà, e volete godervi il vostro bambino tenendovelo a casa nei primi anni di vita? Oppure avete i nonni che non vedono l'ora di spupazzarselo e di accompagnarlo ai giardinetti per giocare con lui mentre voi siete al lavoro? Beh, spegnete gli entusiasmi perché il governo ha intenzione di istituire l'asilo dell'obbligo. Sì, dopo la scuola dell'obbligo, ovvero la legge che costringe i genitori a iscrivere alle elementari un bambino che abbia raggiunto i sei anni, ecco arrivare il dovere di far frequentare l'asilo anche ai bimbi di appena 3 anni. La brillante idea pare sia venuta ad Anna Ascani, deputata del Partito democratico e viceministro dell'Istruzione. Che cosa abbia spinto la giovane onorevole con un passato renziano a patrocinare l'obbligatorietà della scuola materna è subito detto: siccome nel nostro Paese le nascite diminuiscono e il numero di insegnanti rimane lo stesso e anzi, se fosse per il sindacato, aumenterebbe, ecco trovata la soluzione al busillis. Infatti, la notizia del progetto di legge per istituire l'asilo non più facoltativo è una svolta annunciata con favore sul sito della Cgil, federazione lavoratori della conoscenza, che sotto alle informazioni sul nuovo contratto di lavoro per chi è impiegato nel campo dell'istruzione e della ricerca, informa che il governo sta studiando la nuova legge. Il sindacato di sinistra riprende un'anticipazione del Messaggero di Roma con tanto di dichiarazioni della viceministra. La quale nell'articolo del quotidiano romano pare voler dimostrare di avere convinzioni chiare. «È noto che i bambini che partono dalla scuola dell'infanzia hanno meno difficoltà negli studi ed escono meglio dal percorso formativo». È noto? A dire il vero di noto non c'è nulla, se non la voglia statalista di una parte della sinistra di sostituirsi ai genitori nell'educazione dei figli i quali, secondo questo concetto, dovrebbero essere consegnati allo Stato fin nella loro più tenera età. Di noto - al contrario di ciò che dice Ascani - c'è semmai che in alcuni Paesi comunisti il partito si incaricava di requisire i bambini alle famiglie per educarli meglio al credo socialista. Al contrario, ci sono figli cresciuti nei primi anni di vita con mamma e papà o accuditi dai nonni che hanno completato magnificamente il loro percorso formativo pur non avendo frequentato l'asilo.L'Ascani si dimostra però arcisicura, tanto da avere, secondo il Messaggero, bello e pronto sul suo tavolo un piano che rivoluzionerà la scuola dell'obbligo. Il progetto è infiocchettato con la premessa del dovere da parte dello Stato di offrire a tutti il diritto a essere iscritti alla scuola dell'infanzia, ma in realtà mira a trasformare una scelta volontaria in una obbligatoria. Oggi, a frequentare la scuola media statale, sono circa 900.000 bambini, mentre oltre 500.000 sono iscritti alle scuole paritarie, che - in molte piccole realtà - sono rappresentate da scuole cattoliche che svolgono un servizio sociale importante. Ma tra chi va dalle suore o dai frati, secondo l'onorevole Ascani, potrebbero esserci non dei bimbi i cui genitori hanno scelto di affidarli a una scuola con sani principi morali, ma minori che non hanno trovato posto nella scuola pubblica. Così, rendendo obbligatorio l'asilo statale, si può assicurare un posto nella scuola pubblica a tutti e pure recuperare quel 5% di pargoli che restano a casa con le loro mamme o fra le braccia dei loro nonni. Capito il giochino? Con la scusa che qualcuno è costretto a mandare i figli alla paritaria perché non c'era posto in quella comunale, si allarga l'offerta della scuola materna e si prendono tre piccioni con una fava. Primo, si tolgono i bambini alle famiglie, che non si sa mai, poi se li coccolano e li fanno crescere mammoni e, come fa capire l'Ascani, con un percorso formativo deficitario. Secondo, si dà una sistemata alle scuole paritarie, che non verranno chiuse, ma verranno utilizzate con i criteri pubblici, così da mettere lo zampino e anche lo zampone dello Stato dentro le strutture private e cattoliche. Terzo piccione, forse il più appetibile, si assumono un po' di maestre e dunque si fa felice il sindacato e si rastrella pure qualche voto. Per intenderci, si ripete un po' quello che accadde in passato quando dalla maestra unica delle elementari si passò a tre, ottenendo il risultato non di migliorare il servizio, ma di moltiplicare i posti. E i genitori che i bimbi li vogliono tenere a casa? E i nonni, da sempre considerati il più straordinario ammortizzatore sociale? Per i primi ci spiegheranno che avranno più tempo per lavorare o per cercare un posto. Dei secondi invece diranno che avranno più tempo per dedicarsi alle proprie passioni o all'università della terza età. Anzi: di questo passo istituiranno anche la scuola dell'obbligo per la terza età. Così ci saranno più posti e più Stato per tutti.