2023-08-30
La sinistra lancia l’offensiva sulla manovra aggrappandosi allo spauracchio pensioni
«Repubblica» accusa senza basi il governo di voler bloccare la rivalutazione. E la Cgil corre subito a minacciare mobilitazioni. Maurizio Landini chiede un incontro a Giorgia Meloni.I soldi sono pochi, le indiscrezioni molte, pure troppe: la legge di bilancio entra nel vivo e la sinistra attraverso i suoi giornali di riferimento non perde l’occasione per diffondere allarmismo. «Far cassa di nuovo sulle pensioni», ha scritto ieri Repubblica, «rivalutandole solo in parte all’inflazione. Eccola la tentazione che per il secondo anno consecutivo il governo Meloni accarezza, alla vigilia di una legge di bilancio complicata». Apriti cielo: su questa «tentazione» si sono fiondati esponenti dell’opposizione e sindacati. «Giorgia Meloni», ha tuonato Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, «è riuscita a farci tornare all’era dei sacrifici di Monti. E i primi che si devono preoccupare sono i pensionati. Come abbiamo denunciato lo scorso anno quando cambiò il metodo di rivalutazione all’inflazione, il ministro Giorgetti è pronto a far cassa sulle pensioni». «Se le notizie veicolate su alcuni organi di stampa, fossero vere», ha sottolineato il segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione, «sarebbero scelte gravi e non condivise con chi rappresenta lavoratori e pensionati. Se il governo ipotizza di intervenire nuovamente sulla rivalutazione delle pensioni, con un ennesimo taglio, riteniamo sia una scelta assolutamente sbagliata che contrasteremo, a partire dalla mobilitazione messa in campo nelle prossime settimane». Peccato che, a quanto risulta alla Verità da più fonti di governo tutte assai attendibili, questa ipotesi non è da prendere in considerazione. Prepariamoci al peggio: nelle prossime settimane fioccheranno le ricostruzioni più catastrofiste, su cui verranno basate dichiarazioni altrettanto catastrofiste, e assisteremo a decine di scontri verbali basati su pettegolezzi. La legge di bilancio andrà giudicata sui fatti. Per quanto riguarda le pensioni, basterà attendere pochi giorni per iniziare a capire l’aria che tira: il 5 settembre, infatti, è in programma un confronto tra governo e sindacati su questo tema, l’ennesimo, visto che il tavolo tra esecutivo e parti sociali è aperto da mesi. A proposito di sindacati: ieri il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha scritto una lettera a Giorgia Meloni sulla «necessità di convocare un incontro con le parti sociali comparativamente più rappresentative stipulanti contratti nazionali e accordi interconfederali per verificare le condizioni di avvio di un confronto negoziale finalizzato a favorire: la reale tutela e crescita del potere di acquisto di salari e pensioni; il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro pubblici e privati. Ciò sia in termini di risorse da inserire nella legge di bilancio», precisa Landini, «sia in termini di recupero dei ritardi nei rinnovi, sia in termini di intervento fiscale per sostenere aumenti salariali netti adeguati alla situazione inflattiva». La lettera elenca anche molti altri punti da discutere, e sicuramente la richiesta di incontro verrà accolta da Palazzo Chigi, come è consuetudine: ricordiamo che proprio la Meloni è intervenuta, il 17 marzo, al congresso nazionale della Cgil. Un evento: l’ultima volta che un presidente del Consiglio aveva partecipato a un congresso della Cgil era stato nel 1996, quando Romano Prodi aveva accolto l’invito dell’allora segretario generale Sergio Cofferati. «Il lavoro pubblico», avvertono intanto i segretari generali di Fp-Cgil Serena Sorrentino, Cisl-Fp Maurizio Petriccioli, Uil-Fpl Domenico Proietti e Uilpa Sandro Colombi, «attende il rinnovo del contratto e questa legge di bilancio non può non dare risposte in tal senso. Aspettiamo la convocazione per avere un confronto prima della legge di bilancio, farlo dopo significherebbe dire al sindacato che le scelte sono state già compiute. Se non ci fossero risposte siamo pronti alla mobilitazione». La Meloni, l’altro ieri, nel primo Consiglio dei ministri dopo le ferie, è tornata a criticare il famigerato Superbonus: «Nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal governo Conte 2», ha detto il premier, «compreso il bonus facciate, i documenti dell’Agenzia delle entrate ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità. Grazie a norme scritte malissimo si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato». «Il governo», ha replicato tra gli altri il vicepresidente M5s della Camera, Sergio Costa, «incapace di immaginare una manovra economica giusta ed equa, inizia, già a fine agosto, a dare la colpa al Superbonus per dire che non ci sono soldi. Non dice il vero. La realtà la conosciamo tutti, e ce l’ha detta la Guardia di finanza: dal novembre 2021 al giugno di quest’anno», ha aggiunto Costa, «sono stati sequestrati crediti fiscali inesistenti legati al Superbonus per soli 360 milioni, ovvero solo lo 0,5% del valore totale dei crediti». Va all’attacco anche il leader di Italia viva, Matteo Renzi: «Stanno arrivando», argomenta Renzi, «i nodi al pettine della legge di bilancio. La Meloni si è rimangiata il blocco navale, Salvini si dovrà rimangiare le promesse sulle pensioni. Si stanno facendo una scorpacciata di passi indietro. Non riusciranno a fare nulla di quello che hanno promesso. Li voteranno lo stesso? Bella domanda».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.