2023-11-17
La Schlein (senza truppe) in fuga da Atreju
La leader del Nazareno non parteciperà all’evento di Fratelli d’Italia: abituata agli applausi telecomandati in Parlamento e alle bugie demagogiche in libertà, sarebbe finita sotto pressione sul ring col premier. Meglio parlare con l’armocromista...«Lei si è fermata ai tempi del liceo». Al Nazareno sibilano gli spifferi, che muovono i foulard di Elly Schlein senza apparenti conseguenze nella palude immobile del centrosinistra. La frase perfida (e di estrazione riformista) è però perfetta per comprendere il «no» della segretaria al confronto con Giorgia Meloni su un palco. Attraverso il fido Giovanni Donzelli, qualche giorno fa la presidente del Consiglio avrebbe invitato informalmente la lady rossa all’evento romano di Atreju, tradizionale kermesse di Fratelli d’Italia quest’anno prevista dal 14 al 17 dicembre. Un’occasione per ribadire una leadership politica al femminile nell’Italia dell’eterna disparità di genere. Ma ieri è arrivata la risposta: «No, grazie. Con lei ci confrontiamo e discutiamo in Parlamento, a partire dalla manovra».È bene chiarire subito il senso dell’«avrebbe» e dell’«informalmente» perché un minuto dopo il diniego è arrivata la precisazione del Donzelli medesimo, che era stato visto parlare fitto con la Schlein in Transatlantico: «Non si tratta di un rifiuto perché non era stata invitata». Fu solo un sondaggio? Giallo pallido del giovedì? Chi lo sa. L’unica certezza è una dichiarazione del ministro Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento) che ad Agorà su Rai3 aveva commentato prima del no: «Abbiamo invitato Enrico Letta, abbiamo invitato Giuseppe Conte, sarebbe bello che Schlein potesse cogliere la sfida delle riforme. L’invito significa dire che siamo disponibili al confronto».Chiarito lo scenario, quindi chiarito niente, resta il match mancato con il vade retro all’aglio da parte della segreteria piddina, dalla quale trapela la volontà di non incrociare le agende nel periodo della legge di bilancio, da sempre prevedibile terreno di scontro fra governo e opposizione. La giustificazione è legittima, ma la fuga ha ben altre motivazioni. La prima sta nel fatto che il confronto pubblico è la situazione ritenuta peggiore dai consigliori di Schlein e anche dall’armocromista; la Kamala Harris di Lugano non è mai a proprio agio, non ha la battuta pronta, fatica ad approfondire gli argomenti e a spiegarli con parole efficaci.Un conto è alzare la voce dallo scranno parlamentare, dove ogni banalità fra quei muri viene enfatizzata dagli applausi del suo gruppo; un altro reggere il confronto live con una leonessa come Giorgia Meloni e una decina di telecamere a registrare. Un conto è agitare i cuori della claque a bordo-palco in un Friday for future, un altro spiegare a una platea di scettici l’idea di Paese del suo partito. Finora mettendo insieme giustizia climatica, diritti universali, perle di saggezza antifa da comizio studentesco, ha ottenuto al massimo il testo di un singolo di Manu Chao. La sentenza di Massimo Cacciari: «Schlein si limita a chiacchierette retoriche e unisce la destra ogni volta che parla», aleggia ancora nei corridoi. Così, in preda alla sindrome del cavaliere nero, lei preferisce ballare da sola. Anche perché neppure sulla pedana del Nazareno trova chi le chieda un giro di valzer. C’è un altro motivo, sostanziale. Davanti alla Meloni non potrebbe ripetere a nastro le bugie demagogiche che va dicendo a memoria in questi mesi. «Ci sono tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri in questo Paese». Secondo l’Istat vive in povertà assoluta il 7,7% degli occupati nel nostro Paese; poiché nel 2022 i lavoratori erano circa 23,2 milioni, quelli in povertà dovrebbero essere 1,8 milioni. La metà. E non lo sono diventati dopo il 25 settembre 2022. Altra bufala: «Il governo ha cancellato 330 milioni di fondo per l’affitto». Meloni si è limitata a non rifinanziare un fondo stanziato solo per il 2022, che Mario Draghi aveva deciso di cancellare, esattamente come fece il Conte bis. E ancora: «Il governo ha tagliato le risorse alla Sanità pubblica». In realtà nel disegno di legge di Bilancio vengono stanziati tre miliardi in più per il 2024, quattro per il 2025 e 4,2 per il 2026. Si arriva a 136 miliardi, il valore più alto in assoluto. Le sforbiciate più dolorose avvennero proprio nel decennio della sinistra a palazzo Chigi.«Meglio stare alla larga da Atreju», hanno consigliato alla lady rossa. Meglio non dover legittimare il governo per poter continuare a dire che «umilia il Parlamento» e «calpesta la Costituzione». E per non dover replicare gli imbarazzi dell’anno scorso, quando Letta fece passerella dimostrando che la dialettica fra schieramenti è un valore imprescindibile nelle democrazie moderne. Per poi imbastire un’intera campagna elettorale sul «pericolo democratico» in arrivo da destra per provare a compattare la sinistra nella consueta radicalizzazione ideologica.L’unico terreno di convergenza rimane quello sulla violenza di genere. Raccogliendo un appello della regista e attrice Paola Cortellesi, Schlein si è detta disponibile «a lavorare con Meloni, a mettere da parte l’aspra dialettica politica e far fare un passo avanti al Paese». Ma come eccezione, e a debita distanza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.