La Roma di Mou s’è regalata Dybala, ma le stelle cadenti non sono finite

La ciliegina sulla torta quando manca la torta, gli specchi delle brame di reginette desiderose di essere ancora le più belle del reame, i tessitori di sogni estivi che al risveglio rendono i tifosi madidi e speranzosi. Sono gli svincolati del calcio europeo, e quest’anno sono tanti, spesso dai nomi altisonanti e dagli ingaggi costosi, capaci di far venire l’acquolina in bocca ai buongustai del pallone. Alla caccia di un contratto nel calcio che conta, a oggi, ci sono ancora signori che si chiamano Suarez, Cavani e Marcelo. Fino a qualche ora fa, un certo Paulo Dybala, oggi acclamato eroe nella Roma di Jose Mourinho. E poi Angel Di Maria, neo juventino dal piede di fata, il «Gallo» Belotti, personaggio in cerca d’autore, i mestieranti Baselli e Caicedo, Dries Mertens, la «Formica Atomica» Sebastian Giovinco, dopo la parentesi dorata in Canada e un ultimo anno deludente nei ranghi della Sampdoria. Era libero addirittura il vecchietto di lusso Cesc Fabregas, per anni vizio segreto - mai soddisfatto - del Milan: lo spagnolo si è accasato nel Como, Serie B. Un colpaccio del genere ricorda i tempi in cui Pep Guardiola scelse di indossare la casacca del Brescia, se non altro per analogie di fascino esercitato sulla tifoseria lariana. Ma la bomba più recente è l’approdo di Dybala alla corte giallorossa. I più disperati di tutti, sono i supporter napoletani: oltre all’Inter, che però già da un po’ pareva aver mollato l’osso, era la società di Aurelio De Laurentiis tra le più accreditate ad accaparrarsi i servigi della «Joya». Al tecnico Luciano Spalletti brillavano gli occhi al solo pensiero, pur mantenendo quella prudenza nelle dichiarazioni tipica di chi sta per bere un calice amaro. E la bevuta è stata servita. In una concitata telefonata notturna tra Mourinho e il talento argentino prima, e tra l’argentino e il general managaer capitolino Tiago Pinto poi, ottenuto il benestare della proprietà americana dei Friedkin, Dybala ha deciso: dovrebbe firmare un triennale con opzione per il quarto anno a 5 milioni di euro netti a stagione più un bonus facile da raggiungere che eleverebbe lo stipendio a 6 milioni. In aggiunta, è stata inserita una clausola rescissoria di circa 20 milioni, dettaglio decisivo per convincere la società, l’atleta e il suo entourage. Il ventottenne ex Juventus si è dichiarato contentissimo e all’ombra del Colosseo - dove il fuoco dell’entusiasmo divampa anche da piccole scintille come la conquista della Conference League - c’è già chi lo paragona a un mini-Totti. Nei numeri, il campione sudamericano lascerà la Signora dopo 7 anni e 115 reti. Le stesse segnate da Roby Baggio prima di andarsene da Torino. Ora un dubbio serpeggia dalle parti di Trigoria: l’arrivo di Dybala decreterà la partenza di Zaniolo? Ipotesi non peregrina. Nel frattempo, a Vinovo, si festeggia l’arrivo di Angel Di Maria. L’ex Psg ha firmato un contratto annuale a 7 milioni netti, con opzione di rinnovo se cambiasse idea in itinere sul suo futuro: il trentaquattrenne avrebbe intenzione di tornare in madrepatria dal 2024, magari a Rosario, terra che gli ha dato i natali, non soltanto calcistici.
Ancora mistero invece sulla destinazione di Daniele Belotti. Ex bimbo prodigio con la maglia granata del Toro, oggi è un ventinovenne pienamente formato, attaccante capace, se messo nelle condizioni di spiccare, di garantire dai 10 ai 15 gol a campionato, e si gioca le ultime cartucce di peso: un contratto che o ne metta in luce definitivamente il talentaccio, o ne affossi le belle speranze. Più volte è stato accostato al Milan, senza riscontri, di recente si sono interessati a lui il Nizza e il Monaco, nella massima serie francese. C’è chi dice che la Juventus stia sondando il terreno per garantirsi un’alternativa a Dusan Vlahovic in vista dei tanti impegni. In casa Napoli, un monumento partenopeo come il belga Dries Mertens è ai saluti. Se ne andrà a parametro zero dopo ben nove stagioni di reti e grande mobilità. La sua richiesta di stipendio si aggira sui 3 milioni di euro e la Lazio di Lotito pare intenzionata ad accontentarlo, limando i dettagli. Veterano, ma non usurato, Mertens potrebbe far felice mister Sarri, che lo conosce bene. Dalla mediana in su, ingolosiscono i destini di Daniele Baselli, centrocampista trentenne vicino all’accordo con il Lecce dopo la militanza granata, e dell’ecuadoriano Felipe Caicedo, ex Lazio ed ex Genoa. Con i rossoblù retrocessi nella serie cadetta, l’attaccante non ha trovato un accordo di rinnovo - eccessiva la sua pretesa economica - e ora si ritrova a spasso, pur consapevole di garantire una soluzione di sicura esperienza alle compagini di metà classifica o a qualche grande blasone che volesse rimpolpare la panchina. Stessa condizione per il trentenne serbo Filip Duricic: dopo quattro anni, 96 presenze e 14 reti col Sassuolo, il centrocampista pare nel mirino di Torino, Salernitana e Napoli. Idee diverse per l’attaccante esterno Jose Callejon: aveva sposato la causa della Fiorentina, oggi potrebbe tornare in patria, la Spagna, sponda Getafe. Psicodramma per il terzino trentunenne Davide Santon: dopo un inizio da promessa del pallone tricolore, complici anche numerosi infortuni, si è destreggiato in una carriera altalenante, è stato messo da parte dalla Roma di Mourinho e potrebbe accasarsi alla Salernitana. Sembra per lui un ultimo appello: sullo sfondo c’è pure lo spettro del ritiro dall’agonismo. Ma è dall’Europa che giunge la dolce melodia delle sirene. Signorotti del pallone come Luis Suarez, Edinson Cavani e Marcelo sono liberi. Stagionati, talvolta bizzosi, sicuri fenomeni. Suarez è stato accostato addirittura al Monza di Berlusconi, ma l’affare pare una chimera. Cavani alla Juve. Marcelo, brasiliano ex Real, potrebbe firmare a breve per l’Olympique Marsiglia di Igor Tudor.





