2022-08-19
La repubblica dei cretini è sovrappopolata
A destra, lo stemma del falso Sovrano Stato Teocratico Antartico di San Giorgio (IStock)
Sgominata una banda di truffatori: sostenevano di aver fondato lo Stato di San Giorgio in Antartide con tasse al 5%, agevolazioni di ogni genere, titoli di studio e riabilitazione dei medici no vax radiati. Sono riusciti a vendere passaporti per circa 430.000 euro. Vendevano cittadinanze, passaporti, patenti, di un inesistente «Stato estero della Repubblica Teocratica del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio» (sulla carta ubicato in Antartide) i 12 arrestati ieri in un’inchiesta della Procura di Catanzaro, che vede indagate a vario titolo complessivamente 30 persone, con accuse di associazione a delinquere, truffa, contraffazione e riciclaggio. Reati gravi, il contesto che emerge dalle 56 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Matteo Ferrante, proietta in uno scenario da commedia all’italiana degli anni ’70, con lo stesso gip che definisce il progetto della cricca di «carattere obiettivamente parodistico, se non addirittura farsesco», che «anche per l’assonanza nominalistica, scimmiotta le piccole franche teocratiche di confine, microstati di origine medievale (emblematico il caso di Andorra, tutt’ora esistente), ma per le sue caratteristiche e modalità di diffusione è senz’altro assimilabile alla cosiddetta micronazione». E ancora: «Per quanto assurdo ciò possa sembrare, si è al cospetto di un’apparente veste formale di comunità politica, seppur macroscopicamente grossolana, nonostante la pretesa di sovranità rivesta carattere assolutamente fittizio». A capo dell’associazione attiva in tutta Italia ma con le principali ramificazioni a Catanzaro, Alcamo e Teramo e che avrebbe «tratto in inganno una vasta pletora di soggetti, attirati dal miraggio di poter conseguire facili vantaggi attraverso l’acquisto della cittadinanza estera sangiorgese», un settantunenne residente in Umbria, Mario Farnesi. L’uomo, definito dal gip «pluripregiudicato per reati minori, ex generale della guardia di finanza oramai in pensione, sedicente principe» secondo l’ordinanza «è risultato il fondatore dello Stato teocratico», del quale è stato a capo fino a quando, dopo l’insorgere di conflitti, avrebbe poi ceduto lo scettro ad un altro indagato, Damiano Bonventre, coetaneo abitante in Sicilia. Di lui un testimone sentito dagli inquirenti ha raccontato come per «l’attività di proselitismo» avrebbe fornito «alle persone che volevano aderire delle copie delle gazzette ufficiali, il foglio di cancelleria del Tribunale di Napoli e una cartografia dell’Antartide ove era collocato il territorio dello stato», per «dimostrare che lo stato esiste e che si potevano avere dei benefici dall’adesione». In base ad un elenco rinvenuto dagli investigatori sono circa 700 gli incauti che, dal miraggio di agevolazioni di varia natura, a partire da quelle fiscali, avrebbero corrisposto importi in denaro a volte anche considerevoli per essere inseriti nel sedicente stato, acquistando, in alcuni casi, documenti di identità e passaporti. Le cifre sborsate oscillerebbero tra i 300 e i 1.000 euro come raccontato dagli ingenui acquirenti di cittadinanze e documenti a basso costo sentiti dagli inquirenti. L’imponente numero di truffati «trova riscontro nell’esame parziale dei conti correnti riconducibili al sedicente stato teocratico, la quale, sebbene parziale in ragione del lasso di tempo, ha evidenziato movimentazioni di denaro per oltre 400.000 euro», che vanno sommati ai «numerosi importi versati in contanti dalle ignare vittime, stimati in circa 30.000 euro». Somme che sarebbero poi state fatte transitare da un conto corrente di una banca maltese. Per il gip, gli arrestati, «pur nell’assoluta consapevolezza della totale non veridicità delle loro affermazioni», avrebbero «falsamente prospettato, in cambio l’acquisto della cittadinanza da parte dei soggetti interessati, la possibilità di poter conseguire diversi benefici in realtà in alcun modo ottenibili». Incredibile l’elenco dei vantaggi offerti per poche centinaia di euro: «Una tassazione agevolata con imposta al 5 % con contestuale esonero dall’imposizione in Italia; la possibile esenzione dall’Iva per gli acquisti effettuati dalle imprese aderenti; iscrizione al Pra di diversi autoveicoli a carico dello stato di San Giorgio, per evitare azioni esecutive; la possibilità di creare criptovaluta utilizzando lo stato di San Giorgio; la possibilità di ottenere titoli di studio e abilitazioni per poter esercitare determinate professioni in Italia». Anche per «liberi professionisti radiati dal relativo ordine, soprattutto medici, di poter continuare ad esercitare mediante l’adesione allo stato sangiorgese». In base alle intercettazioni, uno degli arrestati, Federico Lombardi (che in una chat ha scritto a un imprenditore «potresti diventate fornitore ufficiale di tutti i cittadini dello Stato di San Giorgio. E se prendi fa cittadinanza con residenza e apri l’attività nel nostro Stato pagherai solo il 5% di tasse»), avrebbe «sistematicamente portato avanti l’attività di proselitismo sino all’ultimo, spingendo sulla nuova frontiera della fidelizzazione dei medici no vax radiati, attirati con la promessa di poter continuare ad esercitare la professione grazie all’acquisto della cittadinanza sangiorgese». E tra gli indagati, spunta proprio un medico radiato, Roberto Petrella (non arrestato ieri), che nel gennaio scorso era finito ai domiciliari per un’altra vicenda, lasciando vacante la carica di «segretario di Stato alla sanità», prontamente coperta dal ligure Roberto Santi, definito nell’ordinanza «medico no vax attualmente sospeso», che secondo le accuse avrebbe anche «ordito un sistema di false certificazioni per poter fruire dell’esenzione dalla vaccinazione Covid-19», anche lui indagato, ma non colpito da misure cautelari.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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