2023-05-02
«La Regina Carlotta», lo spin-off di Bridgerton in arrivo su Netflix
True
«La Regina Carlotta - Una storia di Bridgerton» (Netflix)
Il dibattito su La Regina Carlotta è cominciato tempo addietro, prima che Netflix decidesse di imbastire una serie intera sulla sovrana britannica. Prima che Bridgerton finisse, prima che il duca di Hastings e il suo cucchiaino si trasformassero in un fenomeno di portata globale.
Il dibattito su La Regina Carlotta è cominciato tempo addietro, prima che Netflix decidesse di imbastire una serie intera sulla sovrana britannica. Prima che Bridgerton finisse, prima che il duca di Hastings e il suo cucchiaino si trasformassero in un fenomeno di portata globale.Il dibattito su La Regina Carlotta è cominciato tempo addietro, prima che Netflix decidesse di imbastire una serie intera sulla sovrana britannica. Prima che Bridgerton finisse, prima che il duca di Hastings e il suo cucchiaino si trasformassero in un fenomeno di portata globale.La Regina Carlotta è stata materia di discussione da che ha fatto capolino sugli schermi della piattaforma, nella primissima scena che Shonda Rhimes le ha dedicato. È bastato il suo volto, la pelle scura, perché Carlotta diventasse simbolo dell’eterna opposizione fra buoni e cattivi e lo spin-off a lei dedicato si trasformasse in uno di quei titoli destinati, aprioristicamente, a tirarsi addosso reazioni estreme: l’entusiasmo di alcuni, gli strali di altri, in una guerra che, la visione dello show, non ha saputo fermare.La Regina Carlotta - Una storia di Bridgerton, primo spin-off della saga tratta dai romanzi di Julia Quinn, non risolverà alcuna questione. Al contrario, la inasprirà. Perché quel che Shonda Rhimes ha deciso di fare nello spin-off, online dal 4 maggio, è approfondire tra realtà e finzione la linea narrativa abbracciata in Bridgerton. Carlotta, la Regina consorte, moglie di Giorgio III, è raccontata come un pioniere, come quel che avrebbe voluto essere, senza aver la caratura per, Meghan Markle. Carlotta è nera, nello show, la moglie meticcia scelta dalla principessa vedova perché il figlio potesse essere artefice di un grande e avveniristico esperimento sociale, e unificare con ciò la popolazione britannica. Carlotta è la prima, e questo Shonda Rhimes lo ha inventato. Ma l’invenzione che tanto ha fatto inorridire alcuni non è da ritenersi (solo) frutto di una moda, del politicamente corretto.Carlotta, che nello spin-off di Bridgerton è vista diciassettenne, neo sposa di Giorgio III, è un personaggio discusso. Gli annali la ricordano, unanimamente, come una donna bruttina, dalla mente vivace e brillante. Alcuni storici sostengono, però, ci sia di più: una discendenza africana visibile nei ritratti dell’epoca e in una parte delle testimonianze prodotte allora. Il medico di re Leopoldo I del Belgio, il barone Christian Friedrich Stockmar, dopo averla vista a Londra già anziana, raccontò a quanti glielo chiedessero di una regina «piccola e deforme, con una vera faccia da mulatta», mentre lo scozzese Walter Scott, poeta, scrisse di come la sua famiglia «aveva un colore strano e l’aspetto di un orangotango, con occhi neri e naso aquilino». Tratti che storici contemporanei dicono essere ben evidenti nei ritratti della Regina, sui cui ipotetici Shonda Rhimes ha ricamato uno spin-off leggero e godibile, meno retorico di quanto le premesse lascerebbero presagire.La Regina Carlotta - Una storia di Bridgerton è costruito sul binomio passato e presente. Carlotta è una donna di mezza età, il cui carattere spigoloso è giustificato attraverso lunghi flashback. È poco più che una bambina, quando Giorgio III la prende in moglie. Shonda Rhimes la immagina bella come le cronache hanno sempre negato fosse. La vede determinata, astuta, una giovane donna libera decisa a rivendicare i propri diritti su se stessa. La immagina moderna, forse troppo, ma il volo pindarico ha nella realtà un suo buon contrappunto. E la si vede avvizzire, Carlotta, moglie infelice di un re consumato dalla pazzia. Gli storici, oggi, sembrano convenire sul nome della malattia: porfiria. Ma Shonda Rhimes indugia nell’incertezza, limitandosi a ripercorrere la relazione attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta: gli occhi di Carlotta, impotente di fronte agli attacchi psicotici del marito, poi quelli di Giorgio III, consumato da un male al quale non ha saputo dare un nome. Un male che, dietro di sé, ha lasciato frustrazione e solitudine, veri protagonisti della serie Netflix.