2023-01-27
«La ragazza di neve», il best-seller diventato serie tv debutta su Netflix
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La ragazza di neve (Netflix)
Il romanzo di Javier Castillo, edito nel 2020, dopo aver venduto milioni di copie in tutto il mondo, è diventato un best-seller e i suoi diritti sono stati acquisiti da Netflix. Da oggi i sei episodi prodotti in Spagna sono disponibili sulla piattaforma streaming.A trent’anni, Javier Castillo ha lasciato la propria carriera di consulente finanziario per dedicarsi ad altro: alla scrittura. Doveva essere un passatempo, sulle prime, qualcosa fatto per divertire la cerchia ristretta di amici e familiari. Castillo si è autopubblicato su Amazon. Non s’aspettava nulla. Invece, il suo primo libro è diventato un caso nazionale, l’oggetto di un passaparola che, online, ha prodotto una richiesta di circa cinquecento copie al giorno. Castillo, consulente finanziario, si è ritrovato scrittore e da quel cambio repentino di orizzonti è nato un altro romanzo, un romanzo costruito per vendere. La ragazza di neve, milioni di copie vendute e traduzioni in tutto il mondo, ha fatto quel che ci si augurava: è diventato un best-seller, i suoi diritti acquisiti da Netflix. La piattaforma streaming, il romanzo edito nel 2020, lo ha trasformato in una miniserie televisiva, al debutto online venerdì 27 gennaio. La trama, l’ha cambiata leggermente. Non più New York, ma Malaga. Non Kiera Templeton, ma Amaya Martin. Il resto non è stato toccato. La ragazza di neve, sei episodi prodotti in Spagna, è rimasta la storia di una tragedia senza fine, di un lutto che non può essere pianto. Amaya Martin, Kiera Templeton nella versione cartacea, è scomparsa in un giorno del 2018, durante la parata cittadina dedicata ai Re Magi. Nessuno ha visto niente. La bambina, tre anni appena, si è volatilizzata, lasciando ai genitori nulla più che la speranza di poterla riabbracciare. I giorni, però, sono diventate settimane, le settimane mesi e i mesi anni. Di Amaya Martin, sono stati ritrovati i vestiti e, accanto, qualche ciocca di capelli. Poi, di lei non s’è più avuta traccia. Ana, sua madre, si è chiusa in se stessa, incapace di fidarsi dei media e incapace pure di levarseli di torno. L’aspettano fuori casa, la incalzano con ipotesi mai verificate. Rendono più profonde le sue ferite e, al contempo, l’aiutano però a mantenere vivo il ricordo della sua bambina. Un ricordo che, nel giorno in cui Amaya avrebbe compiuto otto anni, si fa presenza. Una cassetta arriva a casa Martin, la prova – almeno apparente – di come la piccola sia ancora viva. Sembra Amaya la bambina che suona all’interno di una stanzetta anonima. Sembra stare bene. Ma dove sia, chi l’abbia presa, perché abbia deciso di mettersi in contatto con i suoi genitori, la cassetta non lo dice. Ana è sola. Disperata. Ed è allora che accanto a sé scopre una giornalista, Miren. Questa vuole condurre un’indagine propria, parallela a quella delle autorità. Ana si fida e affida, e La ragazza di neve prosegue, cercando di risolvere un mistero che non è frutto solo di una finzione letteraria. Javier Castillo, padre di una bambina, ha spiegato più volte di aver dato sfogo alle proprie paure di genitore. Era a spasso con la figlia, quando questa gli ha lasciato la mano. È corsa avanti, a cercare la madre. Castillo, allora, ha cominciato a tormentarsi. Cosa sarebbe successo se, in quel breve tratto, qualcuno avesse preso con sé la bambina? I se e i ma, il suo incubo potenziale e, insieme i casi di cronaca nera più e meno recenti sono finiti in un libro, diventato per Netflix un thriller efficace.
(Arma dei Carabinieri)
Nella serata del 25 novembre i Carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti due bergamaschi, un palermitano e un soggetto di nazionalità spagnola, rispettivamente di 28, 32, 29 e 54 anni.
I militari dell'Arma, nel corso di un più ampio servizio di prevenzione generale organizzato per le vie di Milano, insospettiti da un autoarticolato con targa spagnola di dubbia provenienza, dopo una prima fase di monitoraggio fino alla provincia di Bergamo, hanno sorpreso i soggetti mentre scaricavano 10 borsoni dal mezzo, all’interno di un capannone.
Alla perquisizione, sono stati trovati 258 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati.
L’autoarticolato, sottoposto a sequestro, è risultato dotato di un doppio fondo utilizzato per nascone la droga.
Nel corso dei successivi accertamenti sviluppati nelle abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti in casa del 28enne altri 86 chili di hashish, termosigillati e nascosti all’interno di un congelatore oltre a materiale per il confezionamento, due pistole cariche con matricola abrasa, munizioni e materiale riconducibile ad altri reati tra cui t-shirt riportanti la scritta «Polizia», un paio di manette, una maschera per travestimento, il tutto ancora ancora al vaglio degli inquirenti. Per il 28enne è scattato l’arresto anche per detenzione abusiva di arma clandestina. Nell’abitazione del 29enne sono stati invece trovati altri 4 chilogrammi di droga, anche questi custoditi in un congelatore, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati. Complessivamente, sono stati sequestrati circa 348 chilogrammi di hashish.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo, i quattro sono stati portati nel carcere di San Vittore di Milano in attesa dell’udienza di convalida.
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Brian Hughes (Getty Images)
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)
(Ansa)
Il ministro degli Esteri: «Stiamo lavorando per riportare a casa lui e gli altri detenuti politici. L’altro giorno il nostro ambasciatore ha avuto la possibilità di incontrare Alberto Trentini e un altro italiano detenuto in Venezuela, e ha parlato con loro. Trentini è sì detenuto, ma è stato trovato in condizioni migliori rispetto all’ultima volta in cui era stato visto». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dell’attivista trattenuto in Venezuela, a margine dell’assemblea di Noi Moderati in corso a Roma. «La famiglia è stata informata – ha aggiunto – e questo dimostra che stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione. Il ministero degli Esteri, come tutto il governo, se ne occupa con grande scrupolo. Stiamo lavorando per riportarlo a casa. Non è un’impresa facile: basta guardare la situazione internazionale».