2021-04-08
La presidenza leghista del Copasir piace a Renzi, non alla maggioranza
Fdi rivendica il vertice in quanto unico partito di opposizione. Roberto Fico e Elisabetta Casellati lasciano la scelta ai capigruppo la cui riunione finisce in bagarre. Raffaele Volpi convoca il comitato. Dietro le quinte solo Iv è a favore dello status quoIl presidente del comitato parlamentare per la sicurezza dispone di una utenza telefonica bollente. È il suo telefono che squilla quando il presidente del Consiglio comunica decisioni inerenti nomine negli apparati d'intelligence, oppure scelte sulla cybersecurity o, più in generale, modifiche che toccano la sicurezza nazionale. Motivo per cui è difficile lasciare l'incarico di buon cuore e facile immaginare che in molti vogliano la medesima poltrona. Uno scranno che per legge tocca a un rappresentante dell'opposizione. Per due motivi. Primo, non ha colleghi di partito che già siedono al Cisr, comitato interministeriale per la sicurezza. Secondo, è a logica spinto a fare il cane da guardia. La presidenza oggi viene ricoperta dal leghista Raffaele Volpi, che ha rimesso il mandato senza dare le dimissioni. La lettera inviata ai presidenti delle Camere è di febbraio. Nel frattempo la situazione è andata in ebollizione. Tra Fratelli d'Italia e Lega i rapporti sono ai minimi. L'altro ieri Roberto Fico ed Elisabetta Casellati hanno spiegato che la composizione attuale non è conforme alla legge statutaria del 2007, ma che nessuno può essere spinto o obbligato a dare le dimissioni e quindi si devono mettere d'accordo tra di loro i partiti. Si sono fermati lì, senza aggiungere che la presidenza spetta per legge all'opposizione. «Il precedente di Massimo D'Alema», spiega alla Verità il professor Antonio Baldassarre, «è in quanto tale un precedente che può inficiare sulla prassi ma non sulla legge». Il riferimento è al fatto che l'ex esponente Ds si dimise e poi tornò in carica perché tutti gli attori, compresa la Lega, decisero che di fronte a un governo tecnico non si rendevano necessari nuovi equilibri. Nel 2011 tutti d'accordo nel bypassare la legge. Adesso però chi sta all'opposizione, Fdi, reclama un diritto. Ieri si sono tenute le riunioni delle capigruppo alla Camera e al Senato. La prima ha deciso di riaggiornarsi fra una settimana. Al Senato gli esponenti del partito di Giorgia Meloni si sono alzati e hanno interrotto la riunione. Salvo poi fare ostruzionismo nel dibattito sul decreto riordino ministeri con l'intento di tirare in lunga fino a notte. Nel frattempo, visto che nella lettera di martedì i presidenti delle Camere hanno dichiarato il Copasir operativo, Volpi l'ha convocato per quest'oggi alle 14. Non risulta abbia intenzione di dimettersi e grazie al cielo nessuno può obbligarlo. Ne andrebbe in ogni caso dell'indipendenza delle istituzioni. Oggi i membri saranno chiamati a sottoscrivere la relazione semestrale del comitato. Difficile immaginare che mettano ai voti la presidenza di Volpi. Non è semplicemente previsto. A questo punto, esattamente come anticipato dai due presidenti delle Camere, si va allo scontro politico. Abbiamo più volte criticato Giuseppe Conte perché ha interpretato a suo modo e con chiare finalità politiche la legge 124 del 2007 (quando fece il blitz di luglio 2020 sulla durata degli incarichi dei direttori di agenzia). Se la Lega adesso facesse la stessa cosa, finirebbe nel medesimo cul de sac in cui si infilò l'avvocato del popolo. Una posizione lontana dal rispetto delle istituzioni e quindi degna di critica. Se il problema è invece un altro, che la presidenza vada a Fratelli d'Italia o ad Adolfo Urso, l'attuale vice, spetterà alla Lega e agli partiti trovare la quadra. Da nessuna parte è scritto che la presidenza debba andare a Fdi. Ma c'è un elemento senza precedenti. Oggi è il solo partito all'opposizione. E la norma prevede che i parlamentari del misto non siano chiamati ad aderire al Copasir. È chiaro anche che su dieci membri del comitato 5 non possano essere tutti di Fratelli d'Italia. Nulla però vieta di trovare un accordo e far entrare nel Copasir anche rappresentanti del gruppo misto, purché abbiano votato contro Mario Draghi. Siamo dunque di fronte a una situazione molto anomala che sta spaccando la maggioranza al governo e pure la maggioranza alle urne. Da un lato il Pd, come ha esplicitamente detto Enrico Letta, ritiene che le redini del Coapsir debbano andare a Fdi. Stesso discorso esplicito arriva dagli Europeisti e pure i singoli rappresentanti dei 5 stelle hanno la medesima idea. Invece pro Volpi si è formato l'asse Lega-Italia viva. È infatti Matteo Renzi a premere perché la composizione non cambi. L'ex sindaco di Firenze vede di buon occhio un Comitato ingolfato. A differenza dei giornaloni, Renzi non dimentica che è stato convocato per testimoniare su William Barr e sul Russiagate. Un tema delicato non solo per Italia viva. Ma certo non per il Pd che invece sarebbe curioso di sentire che cosa il senatore di Scandicci sappia sull'argomento. Così Lega e Italia viva di fronte a una resa dei conti starebbero contro Fdi, a differenza del resto della maggioranza di governo. Così facendo però il centrodestra che in futuro punta alle urne si troverebbe spaccato. Lo sa bene Forza Italia che si tiene defilata.