2022-04-10
«La novità di Kontatto: in arrivo costumi sensuali e fatti a mano»
Il patron del brand Federico Ballandi: «Il focus della nuova collezione sarà la linea mare Grande richiesta anche di tailleur, giacche e vestiti da cerimonia».Federico Ballandi, presidente di Kontatto, l’azienda di maglieria ed abbigliamento pronto moda da donna da lui fondata nel 1995, non è solo un imprenditore ma anche un importante collezionista d’arte. A testimoniare che il bello fa parte della sua vita sia nel lavoro che nelle passioni. Ballandi, negli ultimi due anni tanto faticosi per la moda, non ha mai dato segni di cedimento. Anzi. Creatività a mille, ha portato le sue collezioni a sfilare tra la natura delle montagne, al mare, in collina, in diretta sui social riscuotendo un grande successo. Vuoi per la qualità, vuoi per le strategie di comunicazione sempre indovinate, Kontatto non ha conosciuto il dramma di tante aziende. «Il 2020 ha certamente rivoluzionato il panorama del retail» spiega Federico Ballandi alla Verità «lo shopping online è passato da alternativa a necessità, anche per tanti consumatori che fino ad allora erano restii all’utilizzo del canale. Il settore dell’abbigliamento online è fra i più dinamici dell’ecommerce B2c italiano. Ma non solo. Dobbiamo essere aggiornati anche con le app per fare acquisti on ine, per quello shop prediletto da donne di tutte le età ed essere service per clienti business in modo che anche loro possano vedere le nostre collezioni e usufruire di un B2b che funziona. Le spedizioni sono quotidiane in Italia e in Europa». Crede che il futuro sia nell’online?«Assolutamente no. Il rapporto fisico che si instaura in negozio è insostituibile. Senza dubbio, durante i lunghi periodi di chiusura, le vendite online sono state fondamentali. Noi continuiamo a credere nella vendita diretta, diciamo che le due opzioni possono convivere senza crearsi dei problemi vicendevolmente».Come vanno le cose?«Siamo soddisfatti dei risultati degli ultimi tre mesi. Contiamo 1.100 clienti attivi in Italia e 700 all’estero. Ora nei negozi si trova la main collection con un titolo accattivante come «Pop a porter», un mix&match di colori e allegria, di capi unici, freschi e divertenti. È questo il punto di partenza per la primavera estate, capi che si possono tutti trovare nei nostri negozi. Fino a ora abbiamo venduto 200.000 capi di questa collezione, un vero successo». Qual è la chiave di volta?«Siamo un brand totalmente made in Italy. Abbiamo sempre avuto una grande attenzione per la qualità dei materiali, per le finiture di pregio, per i dettagli ricercati. Inoltre, le proposte sono molto ampie con capi da indossare tutti i giorni, capi timeless e nuovi capi passe-partout. La nostra maglieria resta sempre la colonna portante, questa volta arricchita da lavorazioni. Rompiamo le regole e usciamo dagli schemi per raggiungere tutti gli obiettivi».Le novità?«Stiamo per uscire con la nuova “Feelin Summer Collection by Kontatto”, la collezione estiva che consegniamo nei prossimi giorni e che comprende anche i costumi da bagno, una novità che stiamo progettando da un anno. La produzione è artigianale e comprende anche capi in rafia fatti a mano all’uncinetto. Il focus della stagione è quindi il beachwear evoluto e sensuale, con stampe etno-safari abbinate e impreziosite da macramé e tocchi di lurex. Insieme a lacci, stringhe e paillettes che lo rendono unico. La nostra proposta è sempre più completa».È indubbio che, ancora una volta, si stiano vivendo momenti molto particolari. Come regge la moda, secondo lei?«Ora tutti si muovono meno, il mercato è contratto, ci sono meno manifestazioni, meno eventi. Anche noi avevamo in programma la nostra consueta sfilata ma non ce la siamo sentita e abbiamo rinunciato in questo particolare periodo. È stata una scelta valutando il momento non certo adeguato. Ma il nostro modo di comunicare a 360° non si interrompe. È un modo dinamico, giovane e sempre mirato».Cosa chiedono ora le donne?«Prodotti di qualità, riconoscibili e a un prezzo accessibile in modo che le persone non debbano solo rinunciare. Le donne hanno bisogno, e vogliono, gratificarsi. Grande importanza ha la cerimonia, sta ritornando a funzionare, tutti hanno richiesto il tailleur, giacche e pantaloni, abiti, oggi capi di tendenza. Le ragazze hanno ripreso a laurearsi in presenza, tutti hanno voglia di festeggiare il raggiungimento degli obiettivi e l’abito fa parte del momento. Dall’aperitivo alla cena alla discoteca, si ha voglia di vestire bene. Quel genere di acquisti è tornato. Purtroppo non possiamo fermare la follia del mondo ma abbiamo il compito di credere nel nostro lavoro, essere positivi e rimanere concentrati». In un mondo che va a mille sono i social che guidano le tendenze?«Ognuno di noi interagisce con il proprio telefono per una buona parte della giornata. È lo strumento dei giovani e quindi delle nostre clienti. È fuori discussione che si guardino certe influencer per capire meglio cosa desiderano le ragazze. È solo per avere delle conferme dato che le designer del mio ufficio stile viaggiano, sono appena tornate da Parigi, per trovare ispirazioni. E poi non è solo un discorso che riguarda i social. L’immagine deve essere significativa, la comunicazione alimentata con più sistemi di pianificazione. E siamo attenti a tutto, anche alla logistica che controllo personalmente: già la spedizione ti identifica».La Russia era un mercato importante?«Il giorno dello scoppio della guerra eravamo presenti fisicamente a una fiera a Mosca e abbiamo visto lo sgomento della gente. Giornalmente siamo in contatto con persone che hanno costruito il loro lavoro di anni con la distribuzione nei paesi dell’Est e in Ucraina e ora si ritrovano totalmente senza lavoro. Sono agenzie che interagiscono tra noi e i clienti che sono in quei paesi, buyer che frequentano i nostri show room, gli uffici commerciali. Là ci sono problemi enormi ma ne risentiamo anche noi. E le nostre aziende non hanno nulla a che vedere con la guerra. La moda è bloccata in quei Paesi. Semmai è un’ulteriore frenata all’economia italiana e a un settore come la moda italiana riconosciuto nel mondo».
Papa Leone XIV (Getty Images)
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