2025-04-04
La Meloni: «Non è una catastrofe»
Il premier dopo il vertice di governo: «Condivideremo le nostre proposte coi partner europei ma le scelte possono essere diverse. Modifichiamo il Patto di stabilità».All’indomani del «Liberation day» il mondo corre ai ripari. Lo fa anche l’Italia con Giorgia Meloni che ieri ha annullato tutti i suoi impegni e ha convocato d’urgenza i ministri competenti per studiare un piano per mettere al sicuro le imprese italiane. Ieri sera il suo commento al Tg1 delle 20: «Penso che la scelta degli Stati Uniti sia sbagliata, non favorisce né l’Ue né gli Usa» chiarisce spiegando che non «bisogna però alimentare l’allarmismo che sto sentendo in queste ore». Sulla strategia, la Meloni ritiene che «bisogna ovviamente condividere le nostre proposte con i partner europei e qui sì, ci sono scelte che possono essere diverse: ad esempio, io non sono convinta che la scelta migliore sia quella di rispondere a dazi con altri dazi, perché l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini. Bisogna aprire una discussione franca nel merito con gli americani con l’obiettivo, dal mio punto di vista, di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli. Il ruolo dell’Italia è portare gli interessi italiani, particolarmente in Europa, perché mentre noi trattiamo con gli americani, rimangono molte cose che possiamo fare per rimuovere i dazi che l’Unione europea si è autoimposta. Cito, ad esempio, le regole ideologiche non condivisibili sul settore dell’automotive del Green deal; cito l’energia, che è un fattore di competitività sul quale dobbiamo avere molto più coraggio; cito la semplificazione, perché siamo soffocati dalle regole; cito il Patto di stabilità: forse una revisione del Patto di stabilità a questo punto sarebbe necessaria». Il premier ha aggiunto: «Noi non smetteremo di esportare negli Stati Uniti, significa che ovviamente abbiamo un altro problema da risolvere, ma non è la catastrofe che alcuni stanno raccontando».Nel vertice si è discussa la strategia che l’Italia dovrà portare a Bruxelles perché Ursula von der Leyen sembra decisa a reagire con forza. Il tema è quindi decidere come e se il governo intenda sostenere tale reazione.Alla riunione hanno partecipato il vicepremier Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese Adolfo Urso, Tommaso Foti, a capo del ministero dei Rapporti europei, e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per l’importante coinvolgimento del settore agroalimentare. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, era in collegamento da Bruxelles dove si trovava per un nuovo incontro con il commissario al Commercio Maros Sefcovic per consegnargli la lista dei prodotti italiani su cui bisogna intervenire per essere tutelati nella trattativa che ci sarà all’interno dell’Ue in vista della decisione del Consiglio di lunedì. «I due hanno convenuto sulla necessità di mantenere un approccio fermo ma basato sul dialogo, volto ad evitare un’ulteriore escalation», ha fatto sapere la Farnesina.«Credo che andremo nella direzione di avere una risposta meno dura di quella che è stata la scelta americana» ha spiegato Tajani che ha precisato: «Per dare un messaggio contro l’escalation dei dazi, un messaggio contro la guerra commerciale: mi pare che le posizioni del commissario Sefcovic siano ragionevoli e vadano nella direzione della tutela delle imprese italiane ed europee». La strategia sarebbe quella di guardare a Paesi terzi, come quelli del Mercosur, un accordo che vede «l’Italia a favore» ma restano le criticità su alcuni settori dell’agroalimentare. «In modo particolare, le carni e il riso sono due temi per noi particolarmente spinosi», spiega il ministro che però aggiunge: «Per la parte industriale, invece, il Mercosur porterà grandi vantaggi». Nelle stesse ore l’altro vicepremier Salvini riuniva la Lega per ribadire la legittimità della posizione di Trump. «Se gli Stati Uniti hanno deciso di tutelare le proprie imprese, è necessario che l’Italia continui a difendere con determinazione il proprio interesse nazionale anche alla luce dei troppi limiti dell’Europa», si legge in un comunicato del Carroccio.Le comunicazioni post vertice, durato un’ora e mezza, sono state affidate al ministro Urso che riporta le proposte del governo a Bruxelles. «Questo è un pacchetto d’azione che proteggerebbe il tessuto imprenditoriale europeo senza entrare in scontro aperto con gli Stati Uniti», spiega Urso, «Perché rispondere ai dazi su beni con altri dazi su beni aggrava l’impatto sull’economia europea». Per Foti «bisogna capire se dietro questa iniziativa vi è una volontà di andare fino in fondo o di cercare, nazione per nazione, di riequilibrare una bilancia commerciale che nel caso degli Stati Uniti è pesantemente deficitaria rispetto a quanto viene esportato», spiega invitando alla cautela. «Non bisogna dare risposte di pancia. Deve essere una reazione che suggerisce anche al nostro interlocutore americano che è meglio sedersi a un tavolo». Dure le opposizioni. Giuseppe Conte definisce la Meloni una «dilettante» invitandola alla «sveglia». «Il governo non sa che pesci pigliare», è il commento dell’ex premier Matteo Renzi, «Questa partita va gestita seriamente, da chi viene dal mondo delle imprese». Elly Schlein ha attaccato il governo: «Deve svegliarsi, scegliere di stare» con Europa.
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