2020-09-26
La Mare Jonio è bloccata dalla Guardia costiera e piange: «È persecuzione»
La nave è registrata come mercantile, impedito l'imbarco di due membri dell'Ong Intanto a Olbia la Lega protesta contro lo sbarco dei recuperati dalla Alan Kurdi.Il focolaio nel Cas stracolmo è fuori controllo. Lettera delle associazioni a Lucia Lamorgese.Sabato inizia il procedimento di Catania, poi ne comincerà un altro a Palermo.Lo speciale contiene tre articoli. Brutte notizie per la Mare Jonio. L'altro ieri sera, la Capitaneria di porto di Pozzallo, dove l'imbarcazione si stava preparando a partire per una missione, ha comunicato il «diniego all'imbarco a bordo della Mare Jonio di due membri, paramedico soccorritore ed esperto di ricerca e soccorso in mare, del Rescue Team di Mediterranea Saving Humans». A renderlo noto, è stata la stessa Ong Mediterranea in una nota stampa. «Con i provvedimenti adottati, da oggi viene di fatto bloccata l'attività di missione nel Mediterraneo della Mare Jonio», ha dichiarato Mediterranea, che si è spinta a parlare di una «mirata persecuzione amministrativa e giudiziaria» da parte delle autorità italiane. Alla base del blocco, una ragione di natura legale: la Mare Jonio è registrata come mercantile e non come nave di soccorso. Uno status, quest'ultimo, che le è stato riconosciuto dal Registro italiano navale ma non dalla Guardia costiera. Guardia costiera che ha quindi negato ai due tecnici del soccorso la possibilità di imbarcarsi, dal momento che «i loro profili non hanno alcuna attinenza con la tipologia di servizio svolto dalla Mare Jonio». L'Ong ha comunque annunciato battaglie legali. «Noi», ha non a caso aggiunto Mediterranea, «non intendiamo arrenderci alla disumanità e al cinismo di queste scelte politiche: i nostri legali sono già al lavoro per ricorrere contro provvedimenti arbitrari e illegittimi che hanno colpito la Mare Jonio e, grazie alle migliaia di cittadine e cittadini che ci sostengono, faremo il possibile per tornare presto in mare insieme alle altre navi ed aerei della Civil Fleet europea». Frattanto è salita la tensione ieri a Olbia, durante la protesta, promossa dalla Lega, contro lo sbarco dei migranti dalla nave Alan Kurdi (sbarco peraltro poi iniziato ieri nel tardo pomeriggio). Il deputato Eugenio Zoffili, l'assessore regionale dei Trasporti Giorgio Todde e i consiglieri regionali Michele Ennas e Annalisa Mele, hanno tentato di entrare nella zona dedicata alle operazioni di approdo. «Stiamo con le forze dell'ordine, costrette a prendere ordini da questo governo di incapaci che consente l'ennesimo sbarco di clandestini in terra sarda», ha dichiarato Zoffili, affermando anche: «È una vergogna, siamo contrari all'arrivo di questi immigrati clandestini, lo abbiamo espresso anche con il presidente della Regione, Christian Solinas». Il deputato ha incassato l'appoggio dello stesso Matteo Salvini. «Ringrazio il deputato Eugenio Zoffili che, insieme a consiglieri e militanti sardi, sta cercando di bloccare lo sbarco in corso a Olbia dei 130 clandestini a bordo di una nave tedesca», ha dichiarato su Twitter il leader del Carroccio. Insomma, il quadro che emerge è abbastanza paradossale. Da una parte, si conferma il fatto che il popolo italiano non abbia più intenzione di subire le pressioni dei flussi migratori e, dall'altra, il nostro governo mantiene una posizione ondivaga. L'esecutivo si appoggia tacitamente alla Guardia costiera per cercare di evitare nuovi sbarchi, ma - a livello pubblico - si colloca su posizioni tendenzialmente favorevoli alle porte aperte. E questo sostanzialmente per due ragioni. A livello interno, la parte più a sinistra della maggioranza giallorossa sta premendo per allentare ulteriormente la stretta del governo Conte I in materia di immigrazione. È del resto in tal senso che - nonostante la riottosità di alcune frange grilline - si sta cercando di mettere mano ai decreti sicurezza di Salvini. A livello internazionale, il governo teme di fare la voce grossa in sede europea sul tema migratorio, anche se poi una tale linea finisce sovente senza risultati. I fatti, del resto, parlano da soli. Lo scorso agosto, la Germania ha voltato le spalle all'Italia sulla questione Sea Watch 4, mentre appena pochi giorni fa la Francia - nonostante la disponibilità data dalla città di Marsiglia - si è categoricamente rifiutata di accogliere la Alan Kurdi, la quale ha quindi fatto rotta verso la Sardegna. Tutto questo, mentre la Commissione europea ha appena presentato un nuovo patto per le migrazioni che non prevede i ricollocamenti obbligatori: un'altra doccia fredda sul nostro Paese. Del resto, lo stesso ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha espresso insoddisfazione per la proposta europea. Ma non è tutto. Perché, in uno dei documenti del nuovo patto sulle migrazioni, si legge: «Le Ong che conducono attività di ricerca e salvataggio dei migranti in mare non devono essere criminalizzate», dal momento che «conducono un'attività obbligatoria sulla base di quanto previsto dalla legge internazionale». Quindi, ricapitolando: la Commissione europea non solo non ha reso i ricollocamenti obbligatori, non solo non ha specificato in quali pene incorrerebbero gli Stati membri che rifiutassero la solidarietà, non solo ha presentato un progetto che finirà con ogni probabilità bocciato e radicalmente modificato (in peggio) in sede di Consiglio, ma ha dato anche la propria benedizione alle Ong. Non è esattamente chiaro dove si troverebbero i vantaggi per l'Italia in tutto questo. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-mare-jonio-e-bloccata-dalla-guardia-costiera-e-piange-e-persecuzione-2647827232.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="migranti-infetti-e-violenze-sui-militari-ad-amantea-rivolta-contro-il-governo" data-post-id="2647827232" data-published-at="1601062359" data-use-pagination="False"> Migranti infetti e violenze sui militari. Ad Amantea rivolta contro il governo <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-mare-jonio-e-bloccata-dalla-guardia-costiera-e-piange-e-persecuzione-2647827232.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="dopo-il-processo-gregoretti-si-apre-il-capitolo-open-arms" data-post-id="2647827232" data-published-at="1601062359" data-use-pagination="False"> Dopo il processo Gregoretti si apre il capitolo Open Arms