2019-07-09
La linea della Trenta è indifendibile. Mai arrivati meno clandestini di oggi
Critica Matteo Salvini per aver sospeso la missione militare Sophia, che di fatto importava irregolari. Con lui ne sbarca un quinto.Il ministro Elisabetta Trenta va alla guerra. Non contro le Ong, come ci sarebbe da aspettarsi, dato che con il loro carico di migranti ogni giorno provano ad aggirare le leggi italiane, ma contro Matteo Salvini, che in teoria sarebbe suo alleato. La responsabile della Difesa, domenica ha infatti centrato con un colpo di cannone il Viminale, dando il via al fuoco amico nei confronti del quartier generale leghista. «Gli avevo detto che senza Sophia le Ong sarebbero tornate, ma lui non ha voluto ascoltare», ha lasciato cadere in un colloquio riportato dal Corriere della Sera. In pratica, se al largo di Lampedusa le navi fanno la fila per poter scaricare decine di profughi, sarebbe colpa del Capitano, che avendo proceduto di testa sua, avrebbe fatto autogol. Il ministro ha replicato che i numeri parlano per lui, evitando di rispondere a tono, ma il clima è parso da fratelli coltelli e qualcuno addirittura ha immaginato che Salvini non cercasse altro. Ovvero che fosse a caccia di appigli per prepararsi a rovesciare il tavolo: e quale miglior appiglio di una polemica sull'accoglienza con i partner di governo?Finirà così, con uno strappo sull'immigrazione, la prima esperienza di esecutivo pentastellato? Nessuno ne ha la certezza. Forse lo scambio di missili fra Difesa e Interno ha solo lo scopo di alzare la tensione per mettere all'angolo i grillini e costringerli a chinare il capo sull'autonomia regionale. Oppure, come sperano in tanti, Salvini sta solo aggiungendo tasselli al mosaico di motivi che dopo l'estate gli consentirà di liquidare l'esperienza a Palazzo Chigi con i 5 stelle. A prescindere da ciò, ovvero da quali siano le reali intenzioni della Lega e del Movimento, resta da capire chi abbia ragione nella polemica sulle Ong tra il ministro Trenta e il suo dirimpettaio. Innanzitutto cominciamo con il chiarire una cosa: la Sophia citata dalla responsabile della Difesa è la missione che avrebbe dovuto fermare i migranti, ma che in realtà i migranti in Italia ce li portava. Nata nel 2015 con la benedizione della Ue, Sophia serviva a pattugliare il fronte mediterraneo, con navi di diversi Paesi europei.Al di là dei pomposi giudizi che l'hanno accompagnata nel corso degli anni, l'operazione, più che un deterrente nei confronti di profughi e scafisti, si è rivelata da subito un incentivo. Sapendo che lo specchio di mare davanti alla Libia era presidiato dalle navi europee, i trafficanti di naufraghi spingevano gli extracomunitari su gommoni semi sgonfi, avendo la certezza che a poche miglia dalla costa da cui erano partiti sarebbero arrivati i soccorsi. Infatti è sufficiente rileggersi i bollettini degli sbarchi per rendersi conto di quanti fossero gli immigrati pescati in mare dagli equipaggi della Sophia. Nel 2016, nel pieno della missione, in Italia sbarcarono 181.000 persone. Certo, non tutti arrivarono a bordo delle navi militari, ma è indubbio che molti - almeno 15.000 - approfittarono dei traghetti e vennero portati in salvo da marinai in divisa. Stessa cosa accadde nel 2017, quando giunsero in Italia quasi 120.000 persone. Per non dire poi dei morti, che furono più numerosi quando il mare era presidiato dai militari.La musica cominciò a cambiare nel 2018, un po' perché nei primi mesi dell'anno cominciarono a entrare in funzione gli accordi con la Libia voluti dal ministro Marco Minniti e poi perché a giugno Salvini lo sostituì al Viminale, annunciando la chiusura della missione e soprattutto dei porti. Risultato, lo scorso anno gli stranieri giunti in Italia via mare sono stati poco più di 23.000, un quinto di quelli registrati l'anno precedente, che pure non fu il peggiore della serie. Insomma, nonostante ci fossero le navi militari europee - o forse proprio per questo - l'Italia si vide «invasa» da decine di migliaia, quando non centinaia di migliaia, di migranti. Ma il ministro Trenta obietta che, senza i mezzi messi in campo della missione Sophia, sono tornate le Ong. Premesso che le cosiddette organizzazioni non governative in realtà non se n'erano mai andate e che negli anni scorsi a operare erano più di quelle attuali, il tema è che oggi a prendere i profughi nelle acque davanti alla Libia vanno in due o tre Ong e dunque gli sbarchi si limitano a poche centinaia di persone. La linea dura, dunque, ha pagato, perché alcune organizzazioni hanno interrotto il servizio di traghettamento e altre, a causa dei blocchi e delle minacce di confisca, si muovono più prudentemente.E però rimangono le imbarcazioni che sfuggono ai controlli, ribattono gli amici della Trenta. Vero, ma delle centinaia di migliaia di persone che arrivavano ogni anno, oggi siamo a poche centinaia. Quindi, anche senza mostrare i muscoli dei militari, per fermare l'invasione sono bastati i muscoli di Salvini. E questo può piacere o meno, ma è la realtà.