
Il Carroccio sospende attività d'Aula e commissioni «finché il governo non sanerà questa ingiustizia». Giorgia Meloni punge: «Ignorate le segnalazioni di Fdi su casi simili». Anche il Pd fa un'interrogazione, e il M5s si chiude in un silenzio imbarazzato. L'indignazione per la concessione del reddito di cittadinanza alla brigatista Federica Saraceni scuote la politica italiana. Ieri, per l'intera giornata, si sono susseguite prese di posizione e critiche da parte di esponenti della Lega, di Fratelli d'Italia, di Forza Italia e anche del Pd. Nessun commento da parte del M5s, evidentemente in enorme imbarazzo per una delle tante distorsioni del suo provvedimento bandiera, varato lo scorso anno in fretta e furia, tra mille perplessità dell'allora alleato, la Lega, con la speranza di lucrare un consenso elettorale. Speranza vana: alle europee dello scorso 26 maggio, così come in tutte le elezioni amministrative, i grillini alle urne hanno accumulato solenni batoste. Come se non bastasse, dovrà essere il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, del M5s, a risolvere questo problema, poiché dal punto di vista politico (per non parlare di quello morale) un caso così clamoroso deve essere necessariamente affrontato e risolto in maniera tempestiva ed energica.La Lega ieri ha annunciato una presa di posizione durissima: «Il reddito di cittadinanza all'ex brigatista Federica Saraceni condannata per l'omicidio di Massimo D'Antona», hanno spiegato i capigruppo del Carroccio al Senato e alla Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, «è un insulto intollerabile per i parenti della vittima e per tutte le persone perbene. La Lega non parteciperà a nessun lavoro d'aula e di commissione finché il governo non spiegherà questo scandalo e quest'ingiustizia sarà sanata». Un aventino, quello leghista, che ha l'obiettivo di non far spegnere i riflettori su questo scandalo, che ha scatenato un'ondata di rabbia e indignazione in tutta Italia.Leghisti in prima linea anche sul fronte degli altri casi simili a quello della Saraceni. «Abbiamo presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro», ha sottolineato la deputata Elena Murelli, capogruppo del Carroccio in commissione Lavoro alla Camera, «affinché il governo faccia subito chiarezza sul reddito di cittadinanza agli ex terroristi. Federica Saraceni, condannata a 21 anni e sei mesi per l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona», ha aggiunto la Murelli, «non è l'unica ex brigatista ad averne beneficiato. Ci sono Massimiliano Gaeta, esponente del cosiddetto Partito comunista politico militare, condannato per attentati di stampo terroristico, e Raimondo Etro, condannato per concorso nel sequestro di Aldo Moro e per l'omicidio del giudice Riccardo Palma a 20 anni e sei mesi: il primo incassa 500 euro al mese, il secondo la cifra massima, pari a 780 euro mensili. È una vergogna, uno schiaffo alla memoria delle vittime e al dolore delle famiglie coinvolte. Ricordiamo», ha concluso la parlamentare, «che la legge vieta espressamente il riconoscimento del reddito di cittadinanza a chi è sottoposto a misure cautelari personali e a chi è stato condannato in via definitiva per reati gravissimi nei 10 anni precedenti la richiesta». E ancora Lorenzo Fontana, vicesegretario federale leghista: «Ex brigatisti col reddito di cittadinanza? Se fosse vero sarebbe di una gravità inaudita. Spero che il ministro risponda subito alla nostra richiesta di chiarimenti».Sgomento, rabbia, ma anche rammarico per la fretta con la quale il M5s volle approvare il provvedimento. La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha ricordato che il suo partito aveva previsto la possibilità che si verificassero casi di questa gravità: «Lo scandalo del reddito di cittadinanza all'ex brigatista Federica Saraceni», ha denunciato la Meloni, «condannata per l'omicidio di Massimo D'Antona, è causato anche della bocciatura in parlamento dell'emendamento di Fratelli d'Italia per escludere dai beneficiari del reddito di cittadinanza chi è stato condannato per gravi reati penali. Con l'attuale norma», ha aggiunto la Meloni, «anche ladri, pedofili e stupratori, oltre ad assassini e terroristi, percepiscono l'assegno da parte dello Stato. Una follia che Fdi aveva segnalato in totale solitudine. Ora il governo vari urgentemente una norma per fermare questo scempio».Anche Forza Italia sollecita - attraverso una interrogazione parlamentare - l'intervento del ministro del Lavoro: «Costituirebbe un insulto ai familiari delle vittime di qualsiasi atto terroristico», ha affermato il deputato berlusconiano Paolo Zangrillo, capogruppo in commissione Lavoro a Montecitorio, «se venisse confermato che la brigatista Federica Saraceni percepisce il reddito di cittadinanza dall'agosto scorso. Non è possibile che un condannato per un reato così grave possa percepire questo tipo di assegno. Insieme ad altri colleghi di Forza Italia», ha aggiunto Zangrillo, «abbiamo presentato un'interrogazione per domandare al ministero del Lavoro quali provvedimenti stia assumendo in merito. Il M5s dovrà rispondere al riguardo di fronte agli elettori». Duro il senatore forzista Maurizio Gasparri: «È la politica dei grillini, un premio al brigatista, una presa in giro a chi cerca un lavoro vero. Non sono paradossi, è la tipica conseguenza del grillismo, che è la peggiore sinistra italiana. I grillini sono l'Italia peggiore. Cacciarli è un dovere». Interrogazione parlamentare in arrivo pure da parte del Pd: «La vicenda della brigatista Saraceni che attualmente può percepire il reddito di cittadinanza», ha scritto su twitter la deputata democratica Marianna Madia, «rende chiaro che la norma è sbagliata e su questo punto bisogna intervenire. Ho presentato una interrogazione sul caso».
La Commissione rivede al ribasso la crescita dell’Italia nel 2025 (+0,4%) e gli «strilloni» anti-governo ghignano: «Fanalino». Ma le stime dei burocrati sono spesso fallaci. E il nostro Pil pro capite supera quelli della Germania e della Francia del debito.
Tutti a parlare del fatto che le previsioni di crescita per il 2025 relegano l’Italia a fanalino di coda. Ah, le previsioni arrivano dalla Commissione europea. Che quattro volte l’anno ci offre le sue analisi sul passato e le sue previsioni per il futuro. A febbraio sono pubblicate le previsioni invernali. A maggio quelle di primavera. A settembre quelle estive. E a novembre quelle di autunno. E sono queste quelle che molti quotidiani italiani hanno commentato ieri. Il faro era puntato sulla bassa crescita. Che è una realtà indiscutibile.
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa, in un colloquio con il Corriere della Sera confessa: «Era una chiacchierata in libertà tra amici» e convinto di «non aver mai fatto dichiarazioni fuori posto, mai esibizioni di protagonismo» aggiunge di aver «letto e riletto Belpietro, senza capire in cosa consisterebbe il complotto».
Ansa
Slitta a oggi il termine per le modifiche alla manovra. Spunta bonus per le scuole private.
Rush finale per gli emendamenti alla manovra. È slittato a oggi il termine per la presentazione dei cosiddetti segnalati. Significa che le 5.742 proposte di modifica del testo iniziale, saranno ridotte a 414. Sempre oggi si svolgerà un pre Consiglio dei ministri in vista del cdm di domani. Uno dei punti all’ordine del giorno è lo schema di disegno di legge che prevede l’istituzione del Registro unico nazionale dei dispositivi medici impiantabili. Sono poi previsti due schemi di decreto legislativo. Il primo su Terzo settore, crisi d’impresa, sport e Iva. Il secondo, introduce integrazioni per Irpef e Ires, tocca la fiscalità internazionale, le imposte sulle successioni e donazioni e di registro, con modifiche anche allo Statuto dei diritti del contribuente e ai testi unici delle sanzioni tributarie. Si affronterà poi l’adeguamento alla normativa europea. Vengono esaminati in via definitiva i decreti relativi alle sanzioni per chi viola gli obblighi sui carburanti sostenibili per l’aviazione (Saf).
Lucio Malan (Ansa)
La mossa di Lucio Malan ricorda che 275 miliardi di riserve sono del Paese. Anche se non ne può disporre per le regole europee.
Ci sono diversi modi per mandare frecciatine nemmeno tanto trasversali verso la Banca d’Italia, l’Eurosistema e la Ue. Uno è quello di voler stabilire in modo inequivocabile chi è il proprietario delle riserve auree detenute e gestite dalle stanze di Palazzo Koch.
Dopo un tentativo simile durante il governo Conte uno, a opera del senatore leghista Claudio Borghi, venerdì è stato il senatore Lucio Malan, capogruppo di Fdi al Senato, con altri quattro senatori del suo partito, ad apporre la propria firma su un lapidario emendamento alla legge di Bilancio 2026: «Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano».





