2019-09-04
La Lega alla caccia dei grillini delusi
Dopo il sì di Rousseau, Matteo Salvini dà il via alla campagna locale e nazionale per acquisire i pentastellati contrari all'alleanza con il Pd. E attacca: «Il governicchio non durerà».Nel perfetto stile di un'operazione bellica, allo scoccare della fine del voto sulla piattaforma Russeau, dentro la Lega sono iniziate le grandi manovre per conquistare il voto dei 5 stelle delusi dall'accordo con il Partito democratico. È una strategia doppia, sia in vista di possibili scossoni al nuovo governo giallorosso, in particolare sulla prossima manovra economica, sia a livello locale, in preparazione delle prossime elezioni regionali. Non sarà semplice, anche perché il voto dei pentastellati ha dato un chiaro messaggio alla base: con un 80% di voti a favore non sarà semplice convincere i delusi e in caso contrario ci sono sempre le espulsioni. Del resto da qui a maggio del 2020 saranno sette le Regioni al voto, appuntamenti elettorali su cui si misureranno le speranze dei dem di allearsi con i grillini, per esempio in Calabria o in Emilia Romanga, ma che dovranno scontrarsi anche su chi tra i 5 stelle è invece un nostalgico del salvinismo. A quanto pare ci sarebbero diversi malumori tra deputati e senatori pentastellati, ma al momento restano nascosti. La linea del no di Gianluigi Paragone non ha sfondato. D'altra parte, che il voto online organizzato dalla Casaleggio Associati avrebbe dato esito positivo all'accordo dem-grillini era cosa nota da tempo. Già dopo le prime riunioni tra piddini e grillini della scorsa settimana si sapeva che le trattative sarebbero andate a buon fine. Negli ultimi giorni i battibecchi tra Luigi Di Maio e parte dell'establishment pentastellato avevano fatto vacillare qualche certezza. Ma non è di sicuro un caso che da una settimana il segretario della Lega, Matteo Salvini, continui a prendersela con il Partito democratico, riservando al contrario sempre parole al miele per gli ex alleati del governo gialloblù. Lo ha ribadito anche ieri sera, a caldo, appena terminata la votazione: «La partita è lunga… Non è il momento di disperarsi, perché il governicchio non durerà a lungo. È stato votato da 60.000 militanti 5 stelle per cui io porto rispetto. Ma credo sia più serio chiedere il parere a 60 milioni di italiani».Anche alla Berghem Fest aveva detto di non mostrare rancore verso gli ex alleati. L'obiettivo è smuovere la base, cercando di colpire anche le poltrone su cui sono seduti gli onorevoli 5 stelle e l'accordo con «l'avvocato dei poteri forti», Giuseppe Conte. Ieri gli attacchi della Lega sono stati soprattutto contro Nicola Zingaretti e Matteo Renzi. Per di più sui social network l'hashtag usato da tutti i leghisti era semplice e chiaro: #maicolpd. Salvini poi, su Facebook, ha deciso di mettere il carico da novanta. Per tutta la giornata di ieri ha messo nel mirino l'ex segretario dem. «Prima Grillo gli faceva schifo, oggi ci fa il governo. Senza vergogna. Se negli ultimi tre anni gli italiani hanno mandato a casa Renzi, Boschi, Lotti e compagnia ci sarà un motivo, no?». E ancora: «Quelli del Pd hanno già ricominciato ad andare in tv dicendo che serve far arrivare immigrati perché “mancano lavoratori"!». In sostanza il nemico è democratico, non grillino. Nelle regioni saranno centrodestra e centrosinistra a giocarsela fino in fondo. Il primo appuntamento è l'Umbria dove il 27 ottobre si vota e dove il dialogo tra il candidato governatore del Pd e i 5 stelle è già stato avviato. Andrea Fora, il candidato civico alla presidenza della Regione appoggiato dai dem, lo ha detto chiaro e tondo nei giorni scorsi: «Dialogo con il M5s? Certo che sì, anche con loro come con tutte le forze della nostra area». È la linea già annunciata da Stefano Bonaccini, candidato di centrosinistra in Emilia Romagna, dove si voterà nei primi mesi del 2020. Così come in Calabria dove non è ancora stata decisa la data di apertura delle urne. Qui alle ultime elezioni europee il Movimento 5 stelle è stato il partito più votato (26,7 %), staccato di poco dalla Lega di Salvini (22,6%). Più distanti Pd, Forza Italia e Fratelli d'Italia. La legge elettorale in Calabria consente la creazione di coalizioni unite e proprio su questo aspetto si giocheranno le future possibili alleanze. Nel 2020 si andrà a votare in Veneto. Proprio ieri il governatore Luca Zaia, che ha apprezzato la scelta del segretario della Lega di staccare la spina a un esecutivo «del no», ha parlato delle possibili nuove alleanze con i 5 stelle. «Non lo so», ha detto Zaia, «la politica è l'arte dell'impossibile. Ricordiamo che Salvini ha detto che se i no si trasformano in sì se ne può riparlare. Ma, ad oggi, non sappiamo ancora se si va a votare…». Qui sta il punto. Salvini non molla: «Non possono scappare dal voto per sempre».
Ecco #DimmiLaVerità dell'8 settembre 2025. Il generale Giuseppe Santomartino ci parla dell'attentato avvenuto a Gerusalemme: «Che cosa sta succedendo in Medio Oriente? Il ruolo di Hamas e la questione Cisgiordania».