2023-09-24
La Juve cola a picco contro il Sassuolo. Milan in lenta ripresa
Allegri travolto 4-2: Szczesny e Gatti horror, Vlahovic stizzito per il cambio. Rossoneri appannati ma Leao punisce l’Hellas. Battutaccia facile facile: il Milan rimette il piede sull’acceleratore e si ricorda di chiudere lo...Sportiello. Ma Stefano Pioli torna a casa con svariati grattacapi. La Juventus crolla in trasferta a Sassuolo. Per Max Allegri, i grattacapi dovranno essere smaltiti con antidolorifici poderosi. Procediamo con ordine: è soprattutto per merito del secondo portiere rossonero, schierato al posto dell’infortunato Maignan, che i casciavit portano a casa la pagnotta e i tre punti a San Siro contro un modesto Hellas Verona nel giorno della commemorazione del monumentale Giovanni Lodetti. Ciò avvalora parte della campagna acquisti: tutelarsi con un’alternativa tra i pali di discreto lignaggio come l’ex portiere atalantino puntella i risultati traballanti. Se tra i pali ci fosse stato ancora il vampiresco Tatarusanu, volonteroso e però poco reattivo, forse il tiro insidioso di Folorunsho a metà del primo tempo non sarebbe stato bloccato con l’istinto sornione del felino, specie alla quale sia Sportiello, sia Maignan appartengono. La Juventus sperava nella consueta vittoria di «corto muso», come da filosofia propugnata dal suo allenatore, invece incassa quattro pappine, perde 4-2 sul terreno del Sassuolo, mentre i tifosi osservano il logoramento dei rapporti tra il tecnico toscano e il bomber Dusan Vlahovic: sostituito a metà ripresa con Moise Kean, il serbo sfodera il suo disappunto, scuotendo la testa. Quando Federico Chiesa poi segna il gol del momentaneo 2-2, corre ad abbracciare proprio il compagno in panchina. Ma si diceva del Milan, vittorioso 1-0. Per una notizia di mercato rinfrancante, eccone una allarmante: se è assente Theo Hernandez, manca un terzino sinistro di ruolo. Dunque Pioli ridisegna la formazione con tre centrali - Thiaw, Kjaer e Tomori -, Musah avanzato sulla destra (mancava pure Calabria), Florenzi adattato sulla sinistra, con propensione a svariare. Scampolo di partita per il giovane laterale Bartesaghi, classe 2005, che ha mostrato sprazzi di personalità. Il Diavolo è ancora convalescente. La scoppola incamerata nel derby, quel 5-1 umiliante nel risultato e nel modo in cui è scaturito, con errori d’ostinazione del tecnico rossonero lodevoli sul piano del progetto tattico, meno su quello del pragmatismo, ha lasciato il segno sia ieri, sia in Champions League contro il Newcastle, partita che poteva essere vinta. I tre punti arrivano grazie a una sortita di Rafa Leao, propiziata da un contropiede, con Giroud bravo a recuperare un pallone alto e a innescare il ghepardo portoghese, fulmineo nell’involarsi verso la porta gialloblu e nell’infilare il Montipò con un diagonale mancino. L’olandese Reijnders, impeccabile, testa alta nel dettare i passaggi, ha sfiorato il raddoppio, ma Duda ha deviato fuori. Nella ripresa, i veronesi hanno attinto dalle loro energie per impensierire un Milan dipinto dal fucsia della sua terza casacca: le girate a rete di Ngonge e Bonazzoli non erano abbastanza poderose da tratteggiare particolari minacce. L’inserimento di Saponara e Cabal non ha modificato più di tanto la sinfonia, evidenziando sia un pregio, sia un limite nei padroni di casa: tante soluzioni dalla cintola in su, poco nerbo in difesa. Il Milan ha fatto entrare il vigoroso Loftus Cheek in luogo del prediletto di Pioli, lo sloveno Krunic (infortunato), ha messo Okafor e Pobega per far rifiatare Leao e Pulisic, insomma, la panchina consente varianti, eccezion fatta per il povero Adli, condannato al girone dantesco degli eterni spettatori. Eppure la retroguardia andrebbe puntellata. Tomori sfrutta le sue doti di anticipatore ma è umorale, Thiaw ha senso della posizione e muscoli, ma è inesperto e talvolta annaspa, Kjaer è diligente, ma non sa comandare il reparto come farebbe un Thiago Silva di turno (certo, il raffronto sarebbe impari per il novanta per cento dei difensori del mondo). La classifica sorride al Milan grazie al talento di Leao, sebbene la metà nerazzurra di Milano gongoli, snocciolando una sfilza di motivi per ritenersi superiore ai cugini. Gli juventini, forti di un match convincente settimana scorsa contro la Lazio, sono usciti assai ridimensionati. Il Sassuolo sblocca la gara con Lauriente, rapace nello sfruttare un’esitazione di Szczesny, la Juve replica con un’autorete di Vina, propiziata dal veloce Chiesa, ma non fa in tempo a esultare che Berardi, il più talentuoso tra i neroverdi di Dionisi, calcia un sinistro all’incrocio e segna. Dopo diverse sostituzioni, tra le quali quella di un contrariato Vlahovic, il solito Chiesa si mobilita, lascia partire una staffilata e sigla il 2-2. Potrebbe trattarsi del momento decisivo per spuntarla, invece gli emiliani sono freddi nell’affrontare le montagne russe dell’ansia e, dopo una respinta traballante del portiere bianconero, Pinamonti si produce in un tap-in da celebrazione, portando ancora in vantaggio i suoi. Per uno Sportiello milanista che salva il risultato, c’è uno Szczesny juventino che lo complica. Ma il deficit di concentrazione nella formazione di Torino è preoccupante. Gatti nel finale è preda di un raptus che di solito si scorge nelle partite impiegatizie tra scapoli e ammogliati, propone un retropassaggio da denuncia penale e infila la sua porta nell’imbarazzo generale. Come già detto, a sorridere è ancora l’Inter. Con la sfida di oggi contro l’Empoli può consolidare il suo solitario primato.
Mahmoud Abu Mazen (Getty Images)
(Guardia di Finanza)
I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese, nell’ambito di un’attività mirata al contrasto delle indebite erogazioni di risorse pubbliche, hanno individuato tre società controllate da imprenditori spagnoli che hanno richiesto e ottenuto indebitamente oltre 5 milioni di euro di incentivi per la produzione di energia solare da fonti rinnovabili.
L’indagine, condotta dalla Compagnia di Gallarate, è stata avviata attraverso l’analisi delle società operanti nel settore dell’energia elettrica all’interno della circoscrizione del Reparto, che ha scoperto la presenza di numerose imprese con capitale sociale esiguo ma proprietarie di importanti impianti fotovoltaici situati principalmente nelle regioni del Centro e Sud Italia, amministrate da soggetti stranieri domiciliati ma non effettivamente residenti sul territorio nazionale.
Sulla base di tali elementi sono state esaminate le posizioni delle società anche mediante l’esame dei conti correnti bancari. Dall’esito degli accertamenti, è emerso un flusso finanziario in entrata proveniente dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), ente pubblico responsabile dell’erogazione degli incentivi alla produzione di energia elettrica. Tuttavia, le somme erogate venivano immediatamente trasferite tramite bonifici verso l’estero, in particolare verso la Spagna, senza alcuna giustificazione commerciale plausibile.
In seguito sono state esaminate le modalità di autorizzazione, costruzione e incentivazione dei parchi fotovoltaici realizzati dalle società, con la complicità di un soggetto italiano da cui è emerso che le stesse avevano richiesto ad un Comune marchigiano tre diverse autorizzazioni, dichiarando falsamente l’installazione di tre piccoli impianti fotovoltaici. Tale artificio ha consentito di ottenere dal GSE maggiori incentivi. In questi casi, infatti, il Gestore pubblico concede incentivi superiori ai piccoli produttori di energia per compensare i maggiori costi sostenuti rispetto agli impianti di maggiore dimensione, i quali sono inoltre obbligati a ottenere l’Autorizzazione Unica Ambientale rilasciata dalla Provincia. In realtà, nel caso oggetto d’indagine, si trattava di un unico impianto fotovoltaico collegato alla stessa centralina elettrica e protetto da un’unica recinzione.
La situazione è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Roma, competente per i reati relativi all’indebita erogazione di incentivi pubblici, per richiedere il sequestro urgente delle somme illecitamente riscosse, considerati anche gli ingenti trasferimenti verso l’estero. Il Pubblico Ministero titolare delle indagini ha disposto il blocco dei conti correnti utilizzati per l’accredito delle somme da parte del GSE e il vincolo su tutti i beni nella disponibilità degli indagati fino alla concorrenza di oltre 5 milioni di euro.
L’attività della Guardia di Finanza è stata svolta a tutela del corretto impiego dei fondi pubblici al fine di aiutare la crescita produttiva e occupazionale. In particolare, l’intervento ispettivo ha permesso un risparmio pari a ulteriori circa 3 milioni di euro che sarebbero stati erogati dal GSE fino al 2031 alle imprese oggetto d’indagine.
Continua a leggereRiduci
Viktor Orbán e Giorgia Meloni a Roma (Ansa)
Giorgia Meloni (Getty Images)