2023-09-11
«La guerra in Ucraina sta rafforzando le reti del jihadismo»
L’attivista Saïda Keller-Messahli: «Sono nati molti battaglioni musulmani, ma siccome combattono contro la Russia l’Occidente ha chiuso gli occhi». Saïda Keller-Messahli è una giornalista freelance, scrittrice e attivista per i diritti umani svizzero-tunisina. Con la guerra in Ucraina, le attività dei fondamentalisti islamici in Europa, in particolare quelle legate al proselitismo e al finanziamento, non fanno più notizia. In diverse occasioni lei ha denunciato il rafforzamento delle reti islamiste nel Vecchio Continente. «Anche la guerra in Ucraina ha fatto comodo agli islamisti. Hanno una forte presenza in Ucraina, dove offrono i loro servizi “umanitari” alla popolazione musulmana. Non dimentichiamo che l’1% della popolazione ucraina è musulmana, circa 500.000 persone. Dall’inizio della guerra, sono stati formati diversi battaglioni musulmani, principalmente da soldati ucraini, ma anche da caucasici, ceceni e tatari di Crimea. Hanno invocato la jihad contro la Russia e diversi imam hanno seguito questo appello. L’attività di lobby - e quindi di finanziamento - in Europa per questa jihad è molto viva, soprattutto attraverso il Forum musulmano europeo, il cui presidente è il russo Abdul-Wached Nijasow. Questa è forse l’ironia della sorte: quando la jihad è condotta contro la Russia e per l’Ucraina, diventa accettabile e quindi un argomento di cui i media europei non parlano». Lei ha più volte denunciato pubblicamente la penetrazione dei Fratelli Musulmani nelle istituzioni e nei partiti politici in diversi Paesi europei. «Il fenomeno dell’“entrismo” si osserva un po’ ovunque in Europa. I partiti di sinistra - in particolare i Verdi e i socialisti - sono tradizionalmente solidali con i Paesi del Terzo Mondo che hanno sofferto sotto il colonialismo europeo e l’imperialismo americano. Questo senso di colpa nei confronti di questi popoli, dove l’islam è spesso la religione maggioritaria, porta la sinistra a solidarizzare con chiunque in Europa si dichiari vittima di razzismo e discriminazione o, più semplicemente, vittima di “islamofobia” da parte della società europea. Il riflesso politico della sinistra è quello di essere paternalista nei confronti delle persone provenienti da questi Paesi. Vuole proteggerli a tutti i costi e agire come loro difensore. Non si fa distinzione tra l’islam come religione e l’islamismo come ideologia totalitaria e misogina. Gli islamisti, coloro che perseguono un progetto politico basato sull’islam, sono anche abili nel presentarsi alla sinistra come semplici musulmani, vittime del razzismo. È così che le organizzazioni della società civile, i partiti politici e spesso le organizzazioni statali spalancano loro le porte». Cosa vogliono ottenere? «Ogni aderente all’ideologia islamista, sia esso sciita o sunnita, sogna un’organizzazione della società secondo i precetti della legge islamica, la Sharia. Il suo sogno è uno Stato islamico, uno Stato in cui la legge viene da Allah e non dagli esseri umani. Non riconosce la legge democratica, ma solo quella divina. L’islamista è una persona dalla doppia personalità: sfrutta la democrazia ora, con l’obiettivo di abolirla in futuro. Si unisce a organizzazioni democratiche in nome della “diversità” per perseguire un progetto che esclude tutte le diversità religiose, sociali, sessuali e di altro tipo». Perché secondo lei l'Occidente non reagisce? «I governi occidentali hanno spesso tollerato e persino sostenuto forze oscurantiste: islamisti e jihadisti di ogni tipo. La Svizzera, ad esempio, ha sempre sostenuto i Fratelli musulmani, dando loro asilo politico quando Paesi un tempo laici come Egitto, Siria, Iraq e Libano li avevano perseguiti. Molti altri Paesi hanno fatto lo stesso: Regno Unito, Germania, Belgio, Scandinavia, Austria, ecc. Per decenni - almeno dagli anni ottanta - gli islamisti hanno lavorato in Europa per organizzarsi e aumentare il loro peso politico. Hanno creato una serie di organizzazioni che fanno pressione, anche per i prigionieri musulmani, che servono a separare i musulmani dal resto della società e a rendere impossibile l’integrazione sociale. Hanno finanziato e reclutato jihadisti per l'Afghanistan, la Bosnia, la Siria, l'Algeria, ecc. e sono persino tornati in Europa dove hanno continuato a seminare il terrore (vari attentati dagli anni Novanta). Li lasciamo fare per osservarli come la recente manifestazione di Hizb al-Tahrir ad Amburgo, o perché non abbiamo il coraggio di agire contro di loro per paura che si rivoltino contro il Paese ospitante».
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
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