2019-08-24
La Francia non ci ridà il black bloc
Sospesa l'estradizione di Vincenzo Vecchi, condannato a più di 12 anni per le devastazioni del G8 e fuggito oltre confine. I giudici transalpini chiedono più informazioni per consegnarlo.Da sette anni viveva in Francia sotto falsa identità. Si faceva chiamare Vincent e lavorava come imbianchino. Ma come per tanti ricercati, il desiderio di riabbracciare i suoi cari lo ha fatto catturare. È finita così, l'8 agosto, la latitanza di Vincenzo Vecchi esponente dell'area anarco-autonoma milanese, rintracciato e arrestato in un paesino della Bretagna. L'Italia lo rivorrebbe indietro per fargli scontare gli oltre 11 anni a cui è stato condannato ma Emmanuel Macron nicchia sull'estradizione.E anzi, la Corte d'Appello del Tribunale di Rennes dove l'uomo è stato incarcerato sta valutando l'eventuale scarcerazione dell'uomo in regime di libertà vigilata attraverso il dispositivo del braccialetto elettronico. Vecchi era fuggito dall'Italia nel giugno del 2012 dopo la sua condanna ad 11 anni e sei mesi per gli incidenti avvenuti durante le manifestazioni contro il G8 di Genova nel 2001. Secondo la Procura generale della Corte d'appello che ha emesso l'ordine di esecuzione della pena, nei giorni del 20 e 21 luglio 2001, insieme ad un gruppo di persone, aveva preso d'assalto a volto coperto la città e secondo i giudici non il suo non era stato un ruolo di secondo piano. Vecchi, infatti, venne identificato come uno dei promotori delle devastazioni, uno «che spingeva gli altri ad agire», lanciava «bottiglie, sassi e molotov» e tra i condannati per quei fatti rimaneva l'unico ancora fuori dal carcere. Su di lui pendevano due mandati di cattura internazionale: uno per i fatti del G8 genovese e un altro per aver partecipato, sempre in modo violento ad una manifestazione sedicente antifascista che si era svolta a Milano, in Corso Buenos Aires, nel marzo del 2006. La condanna, severa, si basa sull'accusa di «devastazione e saccheggio», considerati crimini contro l'ordine pubblico e punibili con condanne da 8 a 15 anni. Ma è proprio su questo aspetto che la Francia sta facendo le pulci alla giustizia italiana. Il dossier per l'estradizione è stato infatti giudicato lacunoso e incompleto e la Corte ha richiesto un supplemento di informazioni su entrambi i processi celebrati in Italia, sollevando in particolare dubbi sul rispetto dei diritti della difesa nel corso del processo sul G8 e sui termini di prescrizione della pena. Secondo la difesa, inoltre, Vecchi avrebbe già espiato la pena relativa alla condanna per il corteo del 2006, contenuta (forse erroneamente) nel mandato di cattura. Oltre a non essere estradato Vecchi potrebbe anzi uscire dal carcere di Vezin-le-Coquet, nel quale è rinchiuso dall'8 agosto con libertà vigilata. Anche in Francia Vecchi aveva proseguito la sua attività politica e sociale, nonostante vivesse in un paesino di 600 anime, e forte è stata la mobilitazione a suo favore nelle ultime due settimane. «Ni prison, ni extradiction, liberté pour Vincenzo», lo slogan con cui il movimento di sostegno ha protestato anche davanti alla Corte d'Appello. Il movimento ha sottolineato la «sproporzione fra la pena comminata in virtù di articoli del Codice Penale eredità del Codice Rocco di epoca fascista». Qualche sparuta mobilitazione dell'estrema sinistra in onore di Vecchi si è peraltro vista in questi giorni anche in Italia.