2019-04-08
La dimenticata lezione pro vita del creatore di «Arancia meccanica»
Celebre per l'adattamento cinematografico di un suo romanzo, Anthony Burgess scrisse anche un libro in cui prevedeva i pericoli del fanatismo Lgbt e della propaganda abortista. Un volume che oggi è quasi introvabile.«Se il motto teologico di Un'arancia a orologeria è “Dobbiamo essere liberi per poter compiere scelte morali", quello di Il seme inquieto è “Tutti hanno il diritto di nascere". Entrambe le affermazioni sono tradizionalmente cristiane o, per esser più precisi, cattoliche». Così scriveva, nel 1982, l'inglese Anthony Burgess, uno dei più grandi scrittori europei di tutti i tempi. Il suo romanzo più famoso è, ovviamente, Un'arancia a orologeria, da noi divenuto celebre come Arancia meccanica grazie al film di Stanley Kubrick. Quel libro fondamentale - che trattava di libertà individuale, ingerenze dello Stato nella vita dei cittadini e soppressione forzata della violenza - uscì nel 1962. Allo stesso anno risale un altro romanzo straordinario di Burgess, che più o meno si occupa degli stessi temi. Si intitola Il seme inquieto, e - a differenza del capolavoro gemello - è scomparso dalle librerie italiane. Anche sulla Rete non è semplicissimo rintracciarne l'ultima edizione, realizzata da Fanucci nel 2002, e comunque procurarsela può rivelarsi costoso. Per quale motivo quest'opera straordinaria è sostanzialmente scomparsa dalla circolazione? Ovvio: per i motivi che lo stesso Burgess spiegava nella frase che abbiamo citato all'inizio. Il seme inquieto è un romanzo a favore della vita. Già questo basta a renderlo sgradito agli intellettuali progressisti che, ancora oggi, dominano la scena in Europa e specialmente in Italia. Ma c'è dell'altro. Lo racconta lo stesso Burgess: «Il seme inquieto», scrive nell'introduzione al volume, «cerca di mostrare che cosa potrebbe accadere all'Inghilterra nel malaugurato caso che fosse gremita di gente come l'India. Di fronte alla prospettiva della sovrappopolazione e dell'inedia potrebbe anche svilupparsi per reazione una cultura che favorisse l'infecondità incoraggiando l'omosessualità e ricompensando l'autocastrazione». In buona sostanza, il romanzo è ambientato in un XXI secolo dominato dal politicamente corretto. Nel mondo futuristico immaginato da Burgess, il governo - tramite il ministero dell'Infertilità - esercita un controllo feroce sulle nascite. E, soprattutto, promuove con ogni mezzo, fino a sfociare nel grottesco, l'omosessualità. Per le strade vengono affissi manifesti che spiegano come il vero «sapiens» sia «l'omo», la propaganda omofila è ovunque soffocante. C'è un «Istituto Omosessuale» che tiene corsi serali d'indottrinamento. In pratica, siamo di fronte a una sorta di Grande Fratello a tinte arcobaleno, un romanzo distopico che mostra quali potrebbero essere le conseguenze di una applicazione massiva dell'ideologia Lgbt.Trattandosi di un libro scritto quasi sessant'anni fa, per altro prima della cosiddetta «rivoluzione sessuale», la preveggenza di Burgess è strabiliante. Con qualche piccola differenza, il genio britannico ha sostanzialmente descritto l'Occidente di oggi. Magari non abbiamo i cartelloni propagandistici per le strade a supporto delle istanze Lgbt, in compenso però abbiamo film, serie tv, libri, fumetti e ogni altro prodotto d'intrattenimento possibile e immaginabile. Chi osa criticare la visione del mondo arcobaleno viene trattato come un fascista, accusato di omofobia e riconosciuto colpevole di volerci «riportare al Medioevo». Negli Stati Uniti università come Yale penalizzano gli studenti che militano in associazioni considerate irrispettose dei «diritti gender». In Italia basta nominare la parola famiglia (al singolare, nel senso di famiglia tradizionale) per essere coperti di insulti o peggio. Stiamo marciando a larghe falcate verso un «totalitarismo morbido» che, con la scusa di tutelare la dignità di omosessuali e transessuali, limita la libertà di pensiero, di espressione e di azione. Negli anni in cui Burgess ha partorito Il seme inquieto l'ossessione per la sovrappopolazione era parecchio diffusa. Oggi ne vediamo gli effetti sotto forma di un gelido inverno demografico. Nel libro di Burgess i figli in eccesso vengono tolti ai genitori, ma nella nostra epoca non c'è bisogno di soluzioni così drastiche: i figli non nascono più. Nonostante questo, le forze progressiste continuano a insistere sull'aborto, lamentano che nel nostro Paese sia troppo difficile interrompere le gravidanze (affermazione falsa, per altro). Dunque, come vedete, non siamo affatto lontani dalla distopia del vecchio Anthony: ci siamo proprio immersi con tutte le scarpe. Più aborti per gli eterosessuali, più diritti per le coppie gay, propaganda costante a favore del radioso mondo arcobaleno dove tutto è bello e scintillante. In una società del genere, è perfino scontato che Il seme inquieto cada nell'oblio. Gli ammonimenti di Burgess, tuttavia, vanno tenuti a mente oggi più che mai. Specie quello che recita: «Aborto e limitazione delle nascite sono terribili peccati entrambi». Pronunciata da un liberale britannico, non è un'affermazione da sottovalutare.