2022-08-13
La Christie e il mistero della regina del brivido sparita per 11 giorni
Agatha Christie (Getty Images)
A raccontare il retroscena è l’amante del marito, l’unica a «conoscere la verità». Una storia di amore e vendetta che oggi rivive in un libro.I dieci giorni che sconvolsero il thriller. Dal 3 al 13 dicembre 1926 Agatha Christie fece perdere ogni traccia di sé e la stampa si scatenò in ipotesi fantasiose, tra le quali spiccava il sospetto che l’avesse uccisa il marito, Archibald Christie, da cui lei stava per divorziare. L’episodio fu ricostruito con elegante inventiva nel film del 1979 Agatha, diretto da Michael Apted, interpretato da Vanessa Redgrave nella parte della protagonista e da Dustin Hoffman in quella di un giornalista che la smaschera e la corteggia fra le camere sontuose di un aristocratico centro benessere di Harrogate.Nina De Gramont, a sua volta docente di scrittura creativa alla North Carolina University, ricostruisce la vicenda sotto forma narrativa in Il caso Agatha Christie (Neri Pozza editore, 336 pagine, 18 euro), dove la voce narrante è quella di Nan O’Dea, amante del marito. L’auto dell’autrice, una Morris Crowley, viene ritrovata sull’orlo di un dirupo, con sparsi sul sedile posteriore la pelliccia, una valigia piena di abiti e la patente. Sullo sfondo, l’intera cornice biografica della Christie. Dunque, l’occasione imperdibile per tornare sulla figura e l’opera della regina del brivido. Proprio quest’anno, peraltro, si celebra il centenario dell’esordio letterario di Hercule Poirot, che compone insieme a Miss Marple un binomio di segugi scolpito nell’immaginario. Dietro le geometrie investigative del geniale belga e la sagacia della zitella si annida la personalità della loro creatrice, tormentata da numerose traversie: l’infanzia dorata e nello stesso tempo densa di problemi familiari, la maturità segnata da due matrimoni opachi. Un vissuto che di per sé spiega la fuga della Christie nel limbo di quei dieci giorni.Il primo marito, del quale Agatha conservò il cognome, la preferì alla più giovane e slanciata Nancy Nellie, che con lui condivideva la passione per il golf e le competizioni sportive. Il secondo, l’archeologo Max Mallowan, era più giovane di lei, e la coinvolse in una riproposta nell’eterno triangolo con Barbara Parker, ex allieva dello studioso.A quel punto la Christie, acquisita grande fama presso il pubblico che divorava i suoi libri, aveva sviluppato la saggezza che deriva dal fatalismo, e ritenne controproducente per la sua carriera un secondo divorzio.La donna fu assillata da avversità economiche, pendenze tributarie e controversie professionali nelle stesure di contratti comunque fruttuosi. Si capisce che le sfide enigmistiche nei suoi intrecci costituiscono allegorie dell’imprevisto che domina nei rapporti umani e che spesso alimenta il divampare della violenza omicida. Finché, a ben pensare, risultano più feroci le trame inesorabili della Christie che i film di Quentin Tarantino, dove l’aggressività è talmente esplicita da risolversi in parodie sanguinarie.Agatha Christie ricordava così il percorso che la portò ad inventare Poirot: «Doveva essere meticoloso e molto ordinato, decisi, mentre mi affaccendavo a raccogliere una serie di oggetti che avevo seminato nella mia stanza. Un omino preciso con la mania dell’ordine, della simmetria, e una netta propensione per le forme quadrate piuttosto che per quelle tonde. E poi molto intelligente, con il cervello pieno di piccole cellule di materia grigia… ah che bella frase, non dovevo dimenticarla».Quanto alla nazionalità di Poirot, riandò con la memoria alle sue esperienze d’infermiera durante la prima guerra mondiale, allorché sul suolo britannico trovarono asilo molti transfughi dal continente: «Mi vennero in mente i rifugiati belgi, quelli che vivevano nella parrocchia di Tor. E perché non un investigatore belga?»Il successo di Poirot fu planetario. Dalla prima, sorprendente, indagine di Styles Court, l’«omino preciso» non perdette un solo colpo. Nessun profiler, nessun tecnico della Scientifica, nessun mago del computer potrà mai competere con il lavorio delle sue «cellule grigie». Poirot è il trionfo illuminista dell’intelletto su ogni devianza criminale. La Christie, però, preavvertì i sintomi della propria dipartita, avvenuta il 12 gennaio 1976, e non intendeva lasciare il suo personaggio in balia di ghost writers. Perciò lo fece morire nel romanzo Sipario, del 1975. Invece Poirot tornò in campo con una nuova serie, firmata da Sophie Hannah.Mentre nel caso di Holmes i cultori devono accontentarsi del 221B di Baker Street fittizio come lo era il suo inquilino, per la Christie dispongono di una location reale come Agatha, insignita del titolo di Dame, equivalente femminile di Sir. La sua residenza estiva in stile georgiano, Greenway House, si trova nel Devonshire, aperta al pubblico dopo restauri costati 6 milioni di euro. Dal 2009 si può visitare e perfino soggiornarvi. Contiene oggetti riportati da viaggi che le ispirarono, fra gli altri, Assassinio sull’Orient Express, Poirot sul Nilo e Non c’è più scampo. La Christie vi trascorse le vacanze dal 1938 al 1976. Dovette rinunciarvi però nel 1943, quando la tenuta passò sotto il controllo del comando alleato per la preparazione dello sbarco in Normandia.
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