2019-03-20
La Chiesa rompe il silenzio sul Congresso delle famiglie: «D’accordo sulla sostanza»
Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, sostiene l'evento: «Vedremo i risultati». Governo sempre diviso. Di Maio rincara: «La Lega festeggia il Medioevo, noi no».«Siamo d'accordo sulla sostanza, può darsi che qualche differenza ci sia sulle modalità». Le parole del segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, finalmente arrivano e offrono un'indicazione autorevole di cosa pensa la Chiesa sul Congresso mondiale delle famiglie, a Verona dal 29 al 31 marzo. A margine della cerimonia per i 150 anni dell'ospedale Bambino Gesù il cardinale ha sottolineato che la parola «sfigati», usata dal vicepremier Luigi Di Maio a proposito di organizzatori e partecipanti, è un'espressione «che naturalmente non usiamo». Parole «che non ci appartengono». Questa sottolineatura cala sulla bagarre politica scatenata soprattutto per la partecipazione del vicepremier Matteo Salvini e dei ministri Lorenzo Fontana e Marco Bussetti, tutti del Carroccio. Non a caso, ieri Di Maio ha rincarato la dose: «La Lega a Verona festeggia il Medioevo, noi no».Il messaggio del cardinale è chiaro, oltre Tevere sono giorni che si discute sul da farsi, ma l'aggressione nei confronti di un incontro internazionale in cui si parla di famiglia, vita ed educazione è inaccettabile. Peraltro proprio Parolin era intervenuto lo scorso settembre a Chisinau, in Moldavia, per la dodicesima edizione di questo meeting.I modi sono felpati, ma il gregge non poteva restare senza pastore. Tra le sacre stanze la paura che il Congresso si schiacci «sulla destra» rimane, ma d'altra parte non si può accettare che le istanze (la «sostanza» ha detto il segretario di Stato) di valorizzazione della famiglia naturale come fonte di rinnovamento e progresso sociale vengano bollate in qualche modo dentro al calderone di un «nuovo Medioevo» o di «fascismo». Secondo i contestatori e gli oppositori del congresso mondiale, dal M5s al neo segretario del Pd Nicola Zingaretti fino a Emma Bonino, il problema sarebbe quello di alcune posizioni sulle donne giudicate di «regressione culturale e civile» e altre ritenute omofobe.A quanto apprende la Verità Di Maio e Zingaretti sarebbero stati contattati dagli organizzatori, ma hanno chiuso tutte le porte. Il Pd sarà a Verona per sostenere le iniziative delle femministe che contromanifesteranno, mentre Di Maio ha detto che «nessuno del movimento parteciperà». La Chiesa quindi è scesa in campo con le parole del cardinale Parolin, anche per evitare quanto accadde già con i Family day nel 2015 e 2016, dove la piazza dei cattolici fu lasciata sola, anzi in qualche modo contrastata da molti vescovi. Quello del segretario di Stato è un tentativo timido, quasi sussurrato, ma che offre una sponda anche ai tanti vescovi italiani che in queste ore si chiedevano cosa stesse succedendo. Tra l'altro è ormai ufficiale l'intervento al Congresso del vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, che si è preoccupato di specificare che il suo sarà un intervento «affinché questa non sia un'iniziativa contro nessuno». Ma una certa deriva antropologica in atto sui temi della famiglia e, più in generale, sulla sessualità, viene denunciata dalla Chiesa da decenni, basta leggere documenti e encicliche. Papa Francesco è il papa del «chi sono io per giudicare un gay che con buona volontà cerca il Signore», ma non si può sostenere che non abbia parlato contro aborto, utero in affitto, gender. Perfino nella discussa esortazione Amoris Laetitia ha scritto che «circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»; ed è inaccettabile «che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all'introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio» fra persone dello stesso sesso"».La Chiesa si preoccupa di non essere «contro», cosa che anche gli organizzatori del Congresso assicurano. «Vedremo quali saranno i risultati», ha detto ancora Parolin, ma di certo la Chiesa non accetta che questi temi vengano relegati fuori dal dibattito pubblico e delegittimati. «Si può parlare di tutto», dice un monsignore che preferisce restare anonimo, «ma non del fatto che è importante che i bambini abbiano diritto a una mamma e a un papà? Quale libertà è mai questa?».Già, proprio la libertà. Quella chiamata in causa anche da Emma Bonino nel suo intervento al Corriere della Sera, una «libertà personale», ha scritto, che per gli organizzatori di Verona, a suo dire, sarebbe fonte di «disordine e debolezza politica». E per lei, invece, è fonte della libertà di abortire o di affittare un utero. Altroché élite e sovranisti, lo scontro profondo che abita la nostra cultura e il nostro tempo è sul concetto di libertà. La Chiesa, il cui fondatore ha detto «la verità vi farà liberi», non può certo stare a guardare. Come disse Benedetto XVI nel 2011, parlando al Bundestag, «anche l'uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L'uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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