2025-03-20
La banda degli spioni: «Alla sede di Equalize veniva ricevuta tutta gente del Pd»
Matteo Renzi, Lorenzo Guerini e Francesco Boccia (Ansa)
Enrico Pazzali è considerato vicino al centrodestra. Ma nei verbali spuntano i nomi di Boccia, Franceschini, Guerini e Renzi. In queste settimane c’è chi ha provato a spacciare l’agenzia investigativa milanese Equalize come una centrale di dossieraggio legata al centrodestra. In realtà due dei principali indagati, il super poliziotto e ad della società Carmine Gallo, deceduto il 9 marzo, e il suo braccio operativo, l’ingegnere e hacker Samuele Calamucci, negli interrogatori e nelle intercettazioni offrono un quadro del tutto diverso: dentro a Equalize sarebbero stati di casa gli uomini del Pd. Ma era un via vai di dem anche la villa dell’imprenditore Lorenzo Sbraccia, cliente gold di Equalize, goloso, secondo l’accusa, di visure dello Sdi (la lista dei precedenti di polizia) e di «positioning» dei cellulari (sistema che viene usato spesso nelle investigazioni giudiziarie per individuare la posizione di un target). Non deve stupire la frequentazione: è quella l’area culturale di riferimento del padrone di casa. Per lui i magistrati hanno chiesto, ieri, al Tribunale del riesame l’arresto in carcere (già bocciato dal gip), ritenendolo il cliente più borderline della ditta. La decisione è attesa nei prossimi giorni.Forse perché come «body guard» o, se preferite, security manager, ha ingaggiato un ex agente dei servizi segreti, sospettato di far parte di un’altra articolazione investigativa deviata, l’ormai mitologica Squadra Fiore. L’ex barba finta nega ogni attività illecita, ma le indagini sul presunto sodalizio criminale non sono ancora concluse.Il primo assaggio di quanto abbiamo appena scritto si ha in un’intercettazione ambientale di Gallo del 31 gennaio 2024. Parla di Sbraccia e fa riferimento anche all’ex deputato del Pd Giovanni Legnini (nonché vicepresidente in quota dem del Csm): «Lui c’ha Legnini... che lì Legnini lo fa lavorare, lui lavora esclusivamente con Legnini... è Legnini che gli dà la ricostruzione ... la nave (Abyss, ndr) perché l’hanno presa? Per i detriti, per le ricostruzioni a Ischia! Gli va bene tutto, fan tutte porcate! Porcate a non finire! […] Tutta area Pd eh ... tutta area Pd!».Linea che Gallo porta avanti negli interrogatori davanti ai pm milanesi anche dopo l’arresto di ottobre e prima della morte prematura.Per esempio, l’11 dicembre 2024, riporta le presunte parole di Sbraccia: «A casa mia si riunivano un po’ tutti…». Il pm Antonello Ardituro chiede: «Un po’ tutti chi?». Risposta: «Tutti quelli del Pd, si riuniva Renzi, si riuniva Boccia (Francesco, ex ministro degli Affari regionali, ndr)... veniva a volte (il nome viene omissato dagli inquirenti, ma forse il riferimento è proprio a Legnini, ndr), si riunivano un po’ tutti. Senza entrare nei particolari, eh! Venivano a casa sua».L’avvocato di Gallo, Antonella Augimeri, domanda al cliente se uno degli ex soci di Equalize, P.B. (che dagli atti in nostro possesso non risulta indagato), fosse vicino alla Lega. Replica dell’ex poliziotto: «Lui frequentava solo quelli del Pd, ritengo, difficilmente veniva dalla Lega». I magistrati sembrano particolarmente interessati alla figura dell’ex socio della ditta e Gallo prosegue: «Rapporti particolari non... ah, ho visto nelle fotografie che è stato identificato uno per Scalpelli (Sergio, giornalista, manager ed ex assessore della giunta di centrodestra di Gabriele Albertini, ndr); quello non è Scalpelli […]. Non mi ricordo il nome, sul mio telefono ci deve essere. Perché quello è uno vicino al ministro Guerini (il piddino Lorenzo, ndr)».Alla fine Gallo taglia corto: «In ufficio venivano solo quelli del Pd».Ed elenca altri vecchi frequentatori di via Pattari 6, storica sede di Equalize: «Allora credo che venisse Majorino (Pierfrancesco, ex europarlamentare dem e oggi membro dell’assemblea regionale lombarda, ndr), credo che venisse in ufficio qualcuno dei consiglieri […], diversi giornalisti…». L’avvocato Augimeri interrompe il cliente: «Ma consiglieri di che cosa?». Gallo: «Comunali, di Milano». Augimeri: «Okay, sempre del Pd…».Gallo: «Sempre del Pd, sempre del Pd. Poi ogni tanto veniva, come si chiama?.. che era stato anche candidato per fare il presidente del Consiglio dei ministri prima di Giuseppe Conte... non mi ricordo il nome. Una brava persona, lo conosco bene». Con l’aiuto del pm e del legale, Gallo recupera la memoria: «Cottarelli, Cottarelli. Veniva ogni tanto Cottarelli (Carlo, ex senatore Pd, ndr) ». Anche lui amico di P.B.. Il pm Francesco De Tommasi cita pure come possibile frequentatore di Equalize l’ex ministro della Cultura Dario Franceschini e Gallo non conferma: «Io non l’ho mai visto. Poi magari io non ero sempre in ufficio… a volte mi chiudevo nel mio ufficio…».Calamucci ha anche raccontato di un summit che si sarebbe svolto a casa di Sbraccia per decidere se far accettare a Legnini un incarico nella Banca popolare di Bari, sull’orlo del crac, e alla riunione avrebbe partecipato anche Renzi, quando era premier, insieme con altre figure istituzionali: «Questo ruolo non lo deve prendere» sarebbe stata la decisione di quella serata.Dai dem Sbraccia sarebbe stato introdotto anche nella Banca del Fucino, definita nell’interrogatorio l’istituto «che doveva essere la roccaforte del Pd come alternativa al Monte dei Paschi».L’ultimo patron di Equalize, Enrico Pazzali, presidente autosospeso (Fdi ha chiesto le sue dimissioni) della Fondazione fiera, per cui i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari, aveva, invece, un orientamento politico più vicino al centrodestra. A introdurre l’argomento è sempre l’avvocato Augimeri: «E, invece, i rapporti di Pazzali con i membri del partito della Lega?». Gallo: «Eh beh, lui solo quelli frequentava».Il pm De Tommasi vuole i nomi: «Cioè?» Gallo: «Lui era il consigliori di Fontana (Attilio, governatore della Lombardia, ndr), quindi tutti i giorni si sentiva con Fontana».Il pm Ardituro insiste: «Solo Fontana?». E Gallo allunga l’elenco dei presunti «amici»: «Fontana e Santanché (Daniela, ministro del Turismo, ndr) e La Russa (Ignazio, presidente del Senato, ndr)». Tutti personaggi che, come Renzi, sono stati, però, oggetto di controlli considerati illeciti da parte della banda, in particolare per quanto riguarda i precedenti di polizia.Ieri, come detto, c’è stato il Riesame, dove gli inquirenti hanno chiesto l’arresto di una decina di indagati (tra cui l’ex carabiniere del Ros Vincenzo De Marzio), misura non concessa a ottobre dal gip.Gli avvocati di Pazzali, Federico Cecconi e Natascia Forconi, hanno sostenuto che il loro cliente fosse «all’oscuro di tutto» e che il gruppo operativo che ruotava attorno all’agenzia investigativa da lui fondata, capitanato da Gallo e Calamucci, agisse alle sue spalle. Secondo i legali, sarebbe stato addirittura vittima di un sistema che «camuffava» i report, mescolando dati illeciti con informazioni da fonti aperte.Pazzali nega pure di aver sollecitato report «su Renzi, Santanchè e Matteo Salvini». La Procura ha chiesto i domiciliari anche per l’hacker Gabriele Pegoraro, accusato di aver rubato dati dal cellulare del velocista Marcell Jacobs. Anche l’informatico respinge le contestazioni: «Non ho mai esfiltrato chat di Jacobs, non ho fatto niente su di lui. Solo ricerche da fonti aperte».