2025-09-30
Kiev strappa il via libera Usa agli attacchi a lungo raggio Vaticano: «Stop alla guerra»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Volodymyr Zelensky: «In Russia non c’è più un luogo sicuro». Mosca: «I Tomahawk non sono la panacea». E recluta altri 135.000 soldati. La Santa Sede: «Basta con la passività».Prosegue il sodalizio tra Washington e Kiev nella guerra in Ucraina: il presidente americano, Donald Trump, ha dato il via libera a Volodymyr Zelensky agli attacchi a lungo raggio. E sta pure considerando l’invio dei missili Tomahawk. Il cambio di rotta della Casa Bianca è stato comunicato dall’inviato speciale americano per l’Ucraina, Keith Kellogg, e dal vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance. Riguardo all’autorizzazione statunitense di colpire in profondità il territorio russo, Kellogg ha infatti dichiarato a Fox News: «Penso che leggendo ciò che ha detto (Trump, ndr) la risposta sia sì». A rivelare poi che la fornitura dei missili Tomahawk, con 2.500 chilometri di gittata, è effettivamente sul tavolo delle opzioni di Washington è stato Vance. Sostenendo che sia «una questione che spetta al presidente», ha specificato: «Stiamo certamente esaminando una serie di richieste da parte degli europei». E in tal caso, infatti, gli Stati Uniti venderebbero i Tomahawk ai Paesi dell’Ue che poi, a loro volta, li consegnerebbero all’Ucraina. Lo stesso leader di Kiev aveva parlato della richiesta di «un sistema d’arma» agli Usa nella sua recente intervista all’Axios show, convinto che costringerebbe il presidente russo, Vladimir Putin, a negoziare. Arrivando a dire: «In Russia non c’è più un luogo sicuro».Ma il tentativo militare di aumentare le pressioni su Mosca non preoccupa il Cremlino: «Non esiste alcuna panacea che possa cambiare l’attuale situazione sul fronte per il regime di Kiev», ha commentato il portavoce russo, Dmitrij Peskov. La situazione però è «monitorata attentamente» dagli «esperti militari» di Mosca. Serve infatti «un’analisi molto approfondita» per capire se i missili «possono essere lanciati solo dagli ucraini» o se «devono essere lanciati dai militari americani» e anche «chi assegna gli obiettivi a questi missili», ha fatto presente il portavoce del Cremlino. Intanto Putin ha chiamato alle armi altri 135.000 soldati. E se sul fronte del supporto americano ci sono degli interrogativi, nei confronti dell’Ucraina c’è invece la certezza che sia «riluttante» a «proseguire il dialogo»: sempre Peskov ha accusato Kiev di aver messo in pausa i negoziati. A esprimersi direttamente su quanto sta accadendo in Europa è stato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev. I Paesi europei «non si possono permettere una guerra contro la Russia», ma se dovesse accadere, il potenziale conflitto «ha il rischio reale di degenerare in una guerra con l’uso di armi di distruzione di massa», ha scritto su Telegram. Sul territorio europeo, mentre continuano a essere segnalati i droni, parallelamente proseguono anche le preparazioni per difendersi nel breve e nel lungo periodo. Nella sera di domenica, in Danimarca, è stato avvistato un velivolo senza pilota sull’aeroporto di Bardufoss e in Romania sono stati trovati nuovi frammenti di drone vicino al confine ucraino. In vista, a partire da domani dei vertici di Copenaghen, dove secondo le fonti dell’Ue i leader europei discuteranno dei droni e dei jet russi, ma anche dell’uso degli asset di Mosca congelati, la Nato ha aumentato la sorveglianza sull’area del Mar Baltico. E in soccorso della Danimarca, la Francia, la Germania e la Svezia hanno rafforzato le difese aeree del Paese scandinavo. In particolare, Stoccolma ha inviato sistemi anti drone e radar. Sempre riguardo alla difesa dalla «minaccia russa», la Commissione Ue ha presentato ieri agli Stati Membri il non-paper sulla roadmap per la prontezza della Difesa, in cui si annuncia che «i due progetti faro - il Muro europeo dei droni e l’Osservatorio del fianco orientale - richiedono particolare urgenza e dovrebbero essere portati avanti rapidamente». Nel frattempo, dal forum della sicurezza a Varsavia, Andrius Kubilius ha ventilato l’ipotesi che «la Russia utilizzi le navi della flotta ombra» sul Mar Baltico «per lanciare segretamente droni dai container». E allo stesso evento Zelensky ha proposto uno scudo di difesa aerea congiunto con l’Europa per proteggersi «dalle minacce aeree russe».Prosegue pure il tafferuglio tra Ucraina e Ungheria. Dopo che il leader di Kiev ha accusato Budapest d’incursione aerea, il premier ungherese, Viktor Orbán, ha risposto in un’intervista che si tratta di «sciocchezze». Anche perché «l’Ucraina non è in guerra con l’Ungheria e deve occuparsi dei droni sul confine orientale. Qui ci sono Stati membri della Nato. L’entroterra ucraino è sicuro, quindi nessuno attaccherà da qui». Ma ha anche lanciato una stoccata: «L’Ucraina non deve comportarsi come se fosse uno Stato sovrano», visto che «è tenuta a galla dall’Occidente». Tra l’altro, dopo che Kiev ha bloccato due siti di informazione ungherese in quanto accusati di diffondere propaganda russa, ieri l’Ungheria ha fatto lo stesso vietando l’accesso a 12 siti di informazione ucraini. Sfidando la controparte: «Se Kiev utilizza la censura statale sui media stranieri rinunci all’adesione all’Ue».In mezzo al trambusto europeo, l’appello per la pace della Santa Sede sembra una voce fuori dal coro. Monsignor Paul Richard Gallagher, ministro degli Esteri vaticano, all’Assemblea generale dell’Onu, ha chiesto «un immediato cessate il fuoco» come premessa «per avviare un dialogo sincero e coraggioso». E ha invitato tutti i Paesi a respingere «la passività», supportando le iniziative volte alla pace.
Francesco Acquaroli (Ansa)
Lo ha detto il presidente delle Marche, parlando dalla sede elettorale ad Ancona, dopo la vittoria che gli ha consegnato il secondo mandato. Poi la dedica al premier Giorgia Meloni: «Il ringraziamento più forte va alla persona che prima di tutte ha creduto in me».