2023-07-13
Kiev molla la presa: «Nella Nato a fine guerra»
Joe Biden, Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky (Ansa)
Dietrofront di Volodymyr Zelensky dopo le polemiche a Vilnius. Monito del ministro britannico Ben Wallace all’ex attore: «Sia grato per le armi, non siamo Amazon». Anche Giorgia Meloni frena e chiarisce: «La spesa militare tenga conto della sostenibilità». E Joe Biden la invita a Washington.Nonostante qualcuno si ostini a dire che il governo italiano è isolato dal punto di vista internazionale, il peso politico di Roma nella Nato esce rafforzato dopo il vertice di Vilnius, conclusosi ieri. A testimoniarlo sta innanzitutto il fatto che Giorgia Meloni è stata invitata da Joe Biden alla Casa Bianca il 27 luglio. Non è d’altronde un mistero che Palazzo Chigi stia giocando di sponda con Washington su vari dossier: dalla crisi ucraina alla Libia. E questo invito rappresenta per la Meloni un indubbio rafforzamento sul piano internazionale. «Voglio congratularmi con il primo ministro lituano e con il segretario Stoltenberg, anche per la proroga del suo mandato. Il vertice si tiene in un momento storico eccezionale, i suoi risultati non potevano che essere all’altezza. L’Italia sostiene gli adattamenti in corso, con i contributi che offre nel Mediterraneo e sul fianco orientale», ha dichiarato la Meloni in conferenza stampa dopo il vertice di Vilnius. «L’Italia rivendica il suo ruolo nell’Alleanza. Siamo determinati nella difesa del diritto internazionale. Abbiamo chiesto più attenzione sul fianco sud della Nato», ha aggiunto. In tal senso, un passo avanti è emerso dal comunicato dei leader dell’Alleanza, pubblicato martedì. «Il Medio Oriente e l’Africa sono regioni di interesse strategico», si legge. «Aumenteremo inoltre il nostro raggio d’azione presso le organizzazioni regionali pertinenti, tra cui l’Unione africana e il Consiglio di cooperazione del Golfo», prosegue il documento. Il fatto che l’Alleanza atlantica stia incrementando la propria attenzione sul proprio fianco meridionale è una buona notizia per Roma. Non a caso, la Meloni aveva spesso sottolineato il tema della stabilità del Mediterraneo nei suoi trascorsi colloqui sia con Biden sia con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Non solo. Nel comunicato dell’11 luglio, l’Alleanza ha messo nel mirino anche Pechino. «Le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Repubblica popolare cinese sfidano i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori», recita il documento. Anche in questo caso, si tratta di una buona notizia per Roma, che potrebbe godere di una copertura atlantica contro eventuali ritorsioni cinesi, qualora Palazzo Chigi decidesse di non rinnovare il controverso memorandum sulla Nuova via della seta. La Meloni ieri è anche intervenuta sulla questione dei contributi all’Alleanza. «Crediamo che nell’impegno sul 2% di spesa dedicata alla difesa in rapporto al Pil si debba tenere conto della progressione, della sostenibilità, della responsabilità e della partecipazione al funzionamento dell’Alleanza che ogni alleato assume. Lo dico da premier di una nazione che con quasi 3.000 uomini è il principale contributore in termini di presenza nelle missioni di pace», ha affermato, auspicando inoltre una «pace giusta e duratura» tramite il nuovo Consiglio Nato-Ucraina, per poi sposare di fatto la posizione statunitense sulla questione dell’ingresso di Kiev nella Nato. «Ci sono stati passi in avanti importanti per il futuro accesso dell’Ucraina nella Nato. È stato snellito il percorso di adesione, pur ribadendo che l’Ucraina entrerà nella Nato quando le condizioni lo permetteranno», ha detto. Ricordiamo che sul dossier si era registrata una spaccatura in seno all’Alleanza, tra chi (come i baltici) voleva un percorso d’accesso significativamente accelerato e chi (come gli Usa) si è opposto a inoltrare per il momento a Kiev un invito di ammissione. È stata quest’ultima linea a prevalere: una circostanza che martedì aveva notevolmente irritato Volodymyr Zelensky. Sebbene ieri lo stesso Zelensky avesse usato toni più concilianti, qualche strascico è rimasto. In particolare, è da rilevare una bacchettata al leader ucraino arrivata dal ministro della difesa britannico, Ben Wallace, che ha esortato Zelensky a mostrare «gratitudine» verso i Paesi della Nato. «Non siamo Amazon», ha detto, riferendosi alla fornitura di armi occidentali a Kiev. La stoccata è significativa, perché viene da un esponente di uno di quei governi, quello della Gran Bretagna, che maggiormente sostengono l’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Non ha perso tempo Emmanuel Macron, che ne ha approfittato per prendere de facto le distanze da Wallace probabilmente anche in funzione antibritannica. «È legittimo che Zelensky sia molto esigente con noi perché è impegnato sul terreno e lotta per l’integrità territoriale del suo Paese», ha detto l’inquilino dell’Eliseo. D’altronde, che Londra e Parigi si amino poco in seno all’Alleanza atlantica non è esattamente una novità. Per una maggiore coesione, Biden, che ha avuto ieri un bilaterale molto cordiale con l’omologo ucraino, ha annunciato che il G7 offrirà delle garanzie di sicurezza a Kiev. «Tutti gli alleati concordano che l’Ucraina sarà un giorno nella Nato. Io e Zelensky abbiamo parlato delle garanzie che possiamo dare nel mentre e ringrazio i leader del G7 per le garanzie di sicurezza: aiuteremo l’Ucraina a costruire una forte difesa», ha affermato. «Le garanzie di sicurezza offerte dai Paesi del G7 all’Ucraina violano la sicurezza della Russia», ha dichiarato, dal canto suo, il Cremlino. Intanto, Recep Tayyip Erdogan, che lunedì aveva fatto cadere il suo veto sull’ingresso della Svezia nella Nato, ha fatto sapere che il parlamento turco non darà semaforo verde a Stoccolma prima di ottobre. Mosca ha nel frattempo schierato una corvetta missilistica nel Mar Nero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.