2022-07-12
Khashoggi, Israele diviso e Teheran. Biden nel campo minato Medio Oriente
Domani il tour presidenziale. Da un lato dovrà baciare la pantofola a Mohammad bin Salman, passato da assassino a uomo chiave anti Mosca. Dall’altro la relazione da riallacciare con Gerusalemme. E il nucleare iraniano sullo sfondo.Non è affatto un viaggio semplice quello che attende Joe Biden in Medio oriente questa settimana. Tra domani e il 16 luglio, il presidente americano si recherà in Israele e in Arabia saudita, per discutere di alcuni spinosi dossier. L’aspetto più problematico del tour riguarda la tappa saudita. Da circa un anno, gli Stati Uniti sono attanagliati dal caro energia: un problema, questo, che la Casa Bianca non sta riuscendo a fronteggiare adeguatamente. È quindi in tal senso che Biden spera nella sponda petrolifera di Riad, tenendo in considerazione il peso politico saudita all’interno dell’Opec. Eppure la strada è in salita per una serie di ragioni. imbarazzoIn primis, i rapporti tra il presidente americano e Mohammad bin Salman sono caratterizzati da una certa freddezza: non dimentichiamo del resto che, in campagna elettorale, Biden aveva promesso di rendere Riad un «paria» e che, subito dopo essersi insediato alla Casa Bianca, aveva pubblicato un rapporto, che metteva in luce il coinvolgimento del principe ereditario saudita nell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi. Ma non è tutto. Riad non ha infatti mai digerito la distensione dell’attuale amministrazione americana nei confronti dell’Iran per quanto riguarda il rilancio del controverso accordo sul nucleare del 2015 né ha apprezzato le sue posizioni sul conflitto nello Yemen. Non è d’altronde un caso che, negli scorsi mesi, Riad si sia avvicinata a Mosca e a Pechino. Va da sé che, in un simile contesto, sarà difficile per Biden ottenere un aiuto concreto a costi accettabili. C’è poi un altro nodo. La tappa saudita rischia di produrre degli impatti negativi per il presidente americano anche in politica interna. Alcuni esponenti del Partito democratico - oltre agli attivisti per i diritti umani e alla fidanzata dello stesso Khashoggi, Hatice Cengiz - hanno criticato Biden per il fatto che avrà un incontro con bin Salman. Un vero e proprio cortocircuito per un presidente che, da candidato presidenziale, aveva accusato Donald Trump di eccessiva arrendevolezza con i dittatori, promettendo inoltre una decisa lotta contro le autocrazie. Sabato, l’inquilino della Casa Bianca ha provato a replicare, scrivendo sul Washington Post di voler «riorientare» le relazioni con Riad: un tentativo di difesa che suona più che altro come un’arrampicata sugli specchi.rapporti da oliareD’altronde, quello saudita non è certo l’unico (né forse il più pericoloso) testacoda di Biden su questo fronte: si pensi al recente allentamento delle sanzioni americane al Venezuela. Un allentamento, anche in questo caso, portato avanti per questioni principalmente energetiche. Ironia della sorte, ricordiamo che, appena entrato in carica, Biden, in ossequio alle sue promesse elettorali green, bloccò la realizzazione dell’oleodotto Keystone XL: giusto per sottolineare i paradossi a cui porta l’assenza di realismo. Tra l’altro sarà un caso: ma lo scacchiere mediorientale oggi è molto più instabile rispetto a 18 mesi fa. Per quanto meno ostica, la tappa israeliana potrebbe non rivelarsi del tutto in discesa. Biden visiterà infatti lo Stato ebraico, proprio mentre quest’ultimo si accinge a tenere nuove elezioni il prossimo novembre. Un fattore che potrebbe teoricamente riportare in auge l’ex premier Benjamin Netanyahu: una figura che non intrattiene rapporti esattamente idilliaci con il presidente americano. In secondo luogo, Israele non vede affatto di buon occhio i negoziati con l’Iran in vista di un eventuale ripristino dell’accordo sul nucleare: è quindi chiaro che, nel suo incontro con il premier Yair Lapid, Biden parlerà soprattutto di questo delicato dossier. C’è poi la tensione con i palestinesi per l’uccisione della giornalista di al-Jazeera, Shireen Abu Akleh, a Jenin. La posizione pilatesca di Washinghton - uccisa dai soldati israeliani ma per un tragico errore- scontenta entrambe le parti.Non è poi escluso che possa esserci una discussione anche sul gasdotto Eastmed: progetto caldeggiato da Israele e su cui anche il governo italiano ha espresso interesse. Un progetto tuttavia che, dopo aver ottenuto l’endorsement dell’allora presidente americano Trump, è incorso nello scetticismo di Biden. Uno scetticismo dettato sia dalle fissazioni green di alcuni settori dell’amministrazione americana sia dalla volontà della Casa Bianca di non irritare Tayyip Erdogan (che è notoriamente ostile a Eastmed). Abbiamo visto d’altronde all’ultimo summit Nato di Madrid come il presidente americano sia diventato particolarmente remissivo verso l’omologo turco: una bella differenza rispetto ai tempi della campagna elettorale, quando Biden assicurava protezione ai curdi e definiva Erdogan un «autocrate». fissazioneNel lungo termine, l’inquilino della Casa Bianca spera che questo viaggio possa favorire la normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia saudita: un obiettivo non certo irrealizzabile, che potrebbe essere raggiunto facendo leva sulla comune avversione dei due Paesi verso Teheran (era d’altronde questa la logica alla base degli accordi di Abramo, mediati da Trump). Il punto è che la distensione sul nucleare con l’Iran rappresenta una spada di Damocle sull’intero processo. Tuttavia assai difficilmente Biden getterà a mare la possibilità di riattivare quel controverso accordo. La (pericolosa) distensione con l’autocrazia khomeinista rischia quindi di legare seriamente le mani al presidente americano: un fattore che potrebbe farlo piombare in un vicolo cieco.
Jose Mourinho (Getty Images)