2023-12-24
Juve avanti ad «allegrate», ma l’Inter tiene
Massimiliano Allegri (Ansa)
Allegri a Frosinone stupisce tutti: fuori Vlahovic, gioca il baby Yildiz che fa un eurogol. I ciociari pareggiano e tocca al serbo entrare e fare il 2-1: «La panchina l’ha rasserenato». Inzaghi regola 2-0 il Lecce e resta a +4. Il Bologna batte la Dea e respira la Champions Di solito ce ne infischiamo dei bruchi, ma ammiriamo il loro volo quando diventano farfalle: prima o poi le farfalle ci faranno pagare il fio della nostra impudenza, soprattutto i lepidotteri rossoblu, cresciuti a lasagne emiliane, pane e Thiago Motta. Il Bologna spicca il volo battendo 1-0 l’Atalanta e si conferma rivelazione spassosa di questo girone d’andata. L’allenatore felsineo - destinato a una panchina blasonata l’anno prossimo, si parla già di Napoli e Milan - ha costruito un gruppo coeso, dove l’atteggiamento mentale va a braccetto con quello tattico, non teme di osare quando serve, sa coprirsi rinunciando a utopie velleitarie. Ieri pomeriggio, un gol di Ferguson imbeccato dal neo entrato Orsolini al minuto 86 ha regalato i tre punti ai bolognesi contro una Dea messa bene in campo da Gasperini, speculare agli avversari nella postura strategica, un po’ sfortunata in attacco. De Ketelaere poco incisivo, gli ingressi di Scamacca e di Muriel impalpabili. Prendano nota i milanisti: Alexis Saelemakers, punto fermo nello scacchiere del Bologna supportando l’ariete Zirkzee, forse sarebbe stato ancora utile all’ombra della Madonnina. Nel frattempo il Diavolo arrostisce tra le pieghe roventi di un inferno infermieristico. Il pasticciaccio brutto di venerdì sera, che ha condotto la banda di Pioli a pareggiare 2-2 sul campo della Salernitana a trazione Pippo Inzaghi, è stato dominato da un’immagine emblematica. Fikayo Tomori che azzarda uno scatto, si blocca e constata il ko del suo bicipite femorale. Ennesima grana muscolare per un milanista: sebbene gli infortuni siano comuni a tutte le squadre di questi tempi, il caso Milan sta diventando patologico e motivo di disperazione per dirigenza e tifosi. Il resto racconta cascami di una partita che i rossoneri avrebbero dovuto vincere, nonostante un Rafa Leao svogliato, una squadra troppo alta, con Candreva tra gli avversari che imperversava sulle fasce. Se fosse nato in Brasile con il cognome di Candrevinho, probabilmente avrebbe goduto di una carriera più sfavillante. Al gol di Tomori nel primo tempo hanno replicato Fazio e l’ex l’esterno di Inter e Sampdoria, beneficiando di una rara papera del super portiere Maignan. Per gli ospiti la raddrizza Jovic nel finale (una delle poche note positive, il serbo sta tornando a centrare la porta), ma Stefano Pioli quest’anno evidenzia difficoltà di lettura dei match e un certo qual nervosismo nelle conferenze post gara, come se il fardello caricato sulle spalle fosse troppo pesante. Chi invece è abituato a sollevar fardelli senza timore reverenziale di subire critiche è quel toscanaccio dal «corto muso» di Max Allegri. La sua Juve - e le sue squadre in generale - non somiglia affatto al City di Guardiola o al Milan di Sacchi, però il tecnico porta a casa la pagnotta, imbastisce un collettivo dalla difesa impenetrabile e, prima o poi, la palla la butta dentro. Il match vinto 2-1 in casa del Frosinone era cominciato tra lo stupore degli juventini. In attacco viene schierato del diciottenne turco Kenan Yildiz, affiancato dal veterano dell’area di rigore Arkadiusz Milik. L’esclusione iniziale del bomber Dusan Vlahovic, non proprio l’uomo ideale nel progetto offensivo dell’allenatore, pareva significare un’inspiegabile bocciatura tecnica e psicologica del giovane attaccante, considerato virgulto da grande squadra. Questo nonostante le parole di conforto spese nei suoi confronti proprio da Allegri qualche giorno prima. Invece, dopo la rete della sorpresa Yildiz e il pareggio nella ripresa di Baez, gli uomini di Di Francesco si disuniscono, gli juventini ci provano con una traversa di McKennie, fino all’ingresso del discusso Vlahovic in luogo del giovane turco. McKennie crossa in area dalla destra, il serbo stacca da campione a centro area e piazza la palla dove Turati non può arrivare. È il minuto 81. Ad Allegri ieri è girata bene su tutti i fronti e può prendersi i meriti, per lo meno fino alla prossima volta. Il suo commento finale ricorda quello di Pippo Baudo quando si vantava di aver lanciato un talento televisivo: «La panchina ha rasserenato Vlahovic», dice con piglio furbastro. La punta resta un patrimonio del calcio europeo, la responsabilità di gestirla al meglio rimane. Così come resta il compito dell’Inter di conservare il primato in Serie A. Ieri i ragazzi di Simone Inzaghi, orfani di Lautaro Martinez, ci sono riusciti, soverchiando con una certa qual disinvoltura il Lecce a San Siro: 2-0, gol di Bisseck al quarantatreesimo e Barella al minuto 78, espulsione di Banda tra i pugliesi. I nerazzurri vantano un centrocampo dalle molteplici risorse, l’armeno Mkhitaryan è un veterano solido e tecnico, Carlos Augusto non delude, le alternative in panchina garantiscono profondità. In attacco Arnautovic fa da boa, ma non supporta Thuram con la qualità del capitano argentino infortunato. Poco male. La pratica Lecce viene archiviata e lava l’onta della prematura eliminazione in Coppa Italia contro il Bologna. l’Inter è prima a 44 punti, non dà segni di cedimento, ha gli uomini per giocare su due fronti, quello europeo e quello nazionale. Dipenderà dalla tenuta atletica e mentale. La Juve segue a 40, poi il Milan a 33, Bologna a 31, Fiorentina 30. In attesa di Roma-Napoli - disputata mentre questo giornale andava in stampa - cominciano a definirsi alcuni equilibri.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.