2022-02-22
Johnson proclama la liberazione dal Covid
Londra decide di uscire dall’emergenza: da giovedì i positivi invitati a isolarsi per 5 giorni, ma senza più obblighi. Basta anche al tracciamento degli infetti. Il premier punta sulla responsabilità dei cittadini per convivere con il virus. E rilanciare l’economia.Proprio il giorno dopo l’annuncio che la regina Elisabetta si è ammalata di Covid, l’Inghilterra ha varato la fine di tutte le restrizioni contro la pandemia. Potrebbe sembrare un ossimoro, invece è la dimostrazione del fatto che il virus non fa più paura e il peso e i costi delle limitazioni vengono considerati eccessivi rispetto ai vantaggi che comportano. Lo ha detto chiaramente ieri sera il primo ministro Boris Johnson, annunciando il nuovo corso in quello che considera come «il giorno della liberazione». Un modo per completare una lista di primati, dato che l’Inghilterra è stata il primo Paese al mondo ad approvare il vaccino, il primo Paese in Europa a cominciare la campagna di immunizzazione e adesso il primo a cancellare tutte le regole di protezione. «Anche se la pandemia non è finita abbiamo superato il picco della variante Omicron, con i casi di ricovero e morte in fase di riduzione», ha detto Johnson, «per questo abbiamo la possibilità di tornare alla normalità, restando pronti a rispondere a nuovi problemi e nuove varianti».Ma come cambierà sotto il profilo pratico la vita degli inglesi? Da giovedì le persone che risultano positive al test non avranno più l’obbligo di isolarsi ma saranno solo invitate a farlo per cinque giorni, nel caso abbiano sintomi. Finirà anche l’obbligo di isolarsi per gli adulti che sono stati in contatto con qualcuno che sia risultato positivo. Contemporaneamente, saranno interrotti i contributi statali assegnati a coloro che erano costretti a isolarsi e quindi non potevano lavorare. Sempre giovedì verrà sospeso anche il programma di tracciamento che il governo aveva creato nel periodo critico del Covid per controllare che persone positive non contagiassero quelle che non lo erano ancora. Da oggi, poi, a chi lavora nelle scuole o nelle istituzioni sanitarie non sarà più richiesto di sottoporsi a un test anti Covid due volte la settimana, come accadeva ormai da anni. Dal primo aprile, inoltre, i test per stabilire l’eventuale contagio non saranno più gratuiti, ma si dovranno pagare, anche nel caso in cui ci siano dei sintomi. Solo le persone che appartengono a categorie fragili e particolarmente a rischio potranno averli gratuitamente, se mostrano dei sintomi e vogliono essere sicuri di non avere problemi. Infine, alle categorie vulnerabili, che rimangono il fulcro del piano di prevenzione e protezione, sarà offerto un nuovo vaccino in primavera.A spingere Boris Johnson a promuovere il «giorno della liberazione» dai vincoli dovuti al Covid sono stati due elementi principali. Anzitutto l’alto livello di immunità raggiunto con una campagna vaccinale, che è stata portata avanti con grande efficacia. Secondariamente il numero dei decessi, che ormai è ridotto al punto da apparire inferiore alla media di quelli legati ai malesseri di stagione. Due buoni motivi per restituire agli inglesi la libertà e togliere le limitazioni che avevano messo un freno al mondo degli affari e del lavoro e creato disagi anche alla vita sociale e al benessere psicologico delle persone, giovani come anziane. «Non dobbiamo continuare a pagare questo prezzo» aveva detto nel pomeriggio Boris Johnson affrontando la discussione sul suo piano di rilascio di fronte ai colleghi di Westminster. La popolazione è protetta dal vaccino, ormai ci sono farmaci per risponde rapidamente ai casi gravi e competenze sufficienti per affrontare anche le nuove varianti. Quindi gli inglesi devono riprendere fiducia e ricominciare a vivere. Certo, anche Johnson ha ricordato che occorre avere riguardo per gli altri ed evitare leggerezze eccessive, ma in fondo gli inglesi non indulgono in abbracci e complimenti e quindi invitarli a tenere le distanze e ad essere responsabili sembra quasi superfluo.I sistemi di protezione di fatto saranno principalmente tre. Anzitutto il monitoraggio ufficiale promosso a livello statistico per sorvegliare l’andamento delle infezioni e delle nuove varianti. Poi la disponibilità accertata di quantitativi significativi di test, di medicinali e di vaccini, che rende agevole il controllo e il trattamento dei nuovi casi. Infine, l’attenzione massima alle categorie deboli, che verranno comunque sostenute in ogni circostanza.L’idea di Johnson, insomma, è che si debba imparare a vivere con il virus, usando consapevolezza e equilibrio. Anche se a guardare bene, tra le ragioni che hanno spinto il governo ad avviare il nuovo corso vanno annoverati anche i costi della lotta alla pandemia, che sono stati pesantissimi. Lo dimostrano le spese per la campagna di vaccinazione, ma anche quelle per i continui test, senza dimenticare i fondi utilizzati per pagare bonus a coloro che si dovevano isolare e non potevano quindi andare al lavoro. Per fare un esempio, solo il sistema di tracciamento «Test and trace» e l’isolamento hanno superato per costi tra il 2020 e il 2021 i 15,7 miliardi di sterline (due miliardi solo a gennaio, quando Omicron si è scatenata sull’Inghilterra come una bufera), più dell’intero budget assegnato al ministero dell’Interno. Se dipenda dal fatto di voler tornare liberi o dal bisogno di far quadrare i conti non è chiaro, ma la decisione del governo Johnson è comunque quella del ritorno alla libertà e alla vita sociale. Un indirizzo che sta scatenando contestazioni anche in Parlamento, con le polemiche più aspre che arrivano ovviamente da parte dell’opposizione. Ieri il leader dei laburisti Keir Starmer ha commentato che vivere con il Covid per Johnson significa praticamente ignorarlo.
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