2022-01-08
L’Italia produce mostri burocratici inseguendo la chimera del Covid zero
Il ministro della Salute inglese, Saijd Javid (Ansa)
Anziché prepararsi a gestire la fase endemica, il governo s’illude di poterla arginare per decreto, con punture e manganello (ma poche terapie). Una conseguenza dei veti della sinistra e del nocivo orgoglio del premier.«Mi turba persino veder passare le automobili per strada». In Italia siamo in modalità Roberto Speranza all’autunno 2020, a colorare le regioni, a tifare per le restrizioni, a cercare intubati da intervistare e code di ambulanze da fotografare. Come se il vaccino non stesse facendo il suo dovere, e invece lo fa. Non ci siamo mossi di un millimetro dalle schitarrate sui balconi mentre il virus mutava 32 volte, si adattava alle nostre miserie e mostrava una duttilità superiore a quella di alcuni membri del Cts. La variante Omicron è sette volte più contagiosa e sette volte meno pericolosa della Delta; messaggio chiaro per tutti tranne che per il nostro governo, che sa solo imporre a testa bassa blocchi, punizioni e ultramega green pass.«Nel mondo dell’industria internazionale c’è sempre un problema e c’è sempre un italiano che lo risolve», diceva Sergio Marchionne. Noi i più elastici, i più adattabili ai cambiamenti. Questa volta no, siamo menhir dall’ombra lunga, non ci sposta neppure Obelix. Anche Mario Draghi si è fatto imprigionare in una narrazione fuorviante, un «eterno ritorno del sempre uguale» come se non ci fosse la forza politica di cambiare piano e aggiornare il software passando alla gestione di un’emergenza diversa. Che necessita meno lockdown e più cure. Meno vessazioni sociali e più responsabilità sanitarie, anche da parte dei medici di base. Negli Stati Uniti - dove gli scienziati in genere hanno più titoli dei nostri esperti da talk show che cambiano idea ogni due giorni -, l’amministrazione di Joe Biden ha già virato: nuova strategia, cambiamento di paradigma, si fronteggia l’ondata Omicron con più cure e meno restrizioni. Il New York Times ha spiegato i termini della gestione del virus a casa con terapie e antivirali, ha sottolineato la necessità di una nuova logistica per i trasporti pubblici. Serve un diverso rapporto con i luoghi chiusi per evitare i danni dell’altissima contagiosità. Ma niente allarmismi né panico. Mentre qui si prefigurano zone rosse e si pensa di tornare a chiudere gli stadi (lo anticipa La Repubblica), all’estero si parla di autorizzare positivi asintomatici ad andare a lavorare. E in Inghilterra, la partita si vive senza restrizioni. Vaccino e manganello, una ricetta che non funziona; l’esplosione dei contagi conferma che non ha mai davvero funzionato. Tranne che per Speranza e il suo comitato centrale, che a forza di aderire a favolistiche «evidenze scientifiche» non riesce più a cogliere neppure l’evidenza aritmetica. Il vaccino è un presupposto fondamentale ma funge da precondizione, come infilarsi i pantaloni o la gonna prima di uscire di casa. Il resto dipende da un cambio di prospettiva per proteggere gli ospedali da un sovraffollamento che per i vaccinati può avere gli effetti di un’influenza rinforzata. La Gran Bretagna sta adottando la stessa strategia americana, anzi ha fatto da apripista riuscendo ad armonizzare sanità pubblica e libertà privata. Ieri il ministro della Salute, Saijd Javid, visitando il King’s College hospital di Londra si è soffermato sui nuovi protocolli: «Sappiamo dalle ultime analisi che Omicron è meno grave e che, una volta ricevuta la terza dose booster, le chance di finire ricovera in ospedale sono del 90% inferiori rispetto alla variante Delta». Poi ha aggiunto che «gli ospedali hanno ancora di fronte qualche settimana burrascosa, a causa del numero di contagi e delle assenze dello staff sanitario». Nessun accenno a lockdown, passaporti per cittadini di serie A e B, allarmismi che creano solo frustrazione. Tutti stanno cogliendo una novità: il nemico è diverso da quello di due anni fa. Tutti tranne il governo italiano e i troppi dottori improvvisati al capezzale di Pinocchio. La cecità e la conseguente coazione a ripetere formule repressive derivano da tre fattori. Primo: l’interesse di parte. La sinistra chiusurista che rappresenta la maggioranza nell’esecutivo è in preda a un’esaltazione per il metodo cinese. Secondo: l’orgoglio di Draghi. Acclamato come salvatore della patria, ha finito per crederci. Convinto dagli applausi preventivi dei media, fatica ad ammettere di avere sbagliato ad abbracciare Speranza e la sua spettacolare inadeguatezza. Terzo: il minestrone governativo. L’eterogeneità delle forze in campo è tale che non si cercano percorsi condivisi e l’imminente battaglia per il Colle non favorisce il dialogo. Tutto cristallizzato. Tachipirina, terrore e vigile attesa. Mentre il mondo studia cambiamenti, noi restiamo prigionieri di un approccio ideologico. Con il governo concentrato su un solo obiettivo: appiattire la curva per decreto. Traguardo tollerabile quando i contagi sono 30.000, presuntuoso se non folle quando oltrepassano i 200.000. Peggio che giocare a poker con le regole degli scacchi. Continuare ad aumentare le restrizioni da green pass come se fossero livelli di un videogioco è pure infantile. Alla fine hai la stessa sensazione che prova il bambino con il secchiello in mano e l’elica sul cappellino dopo 15 minuti di svuotamento del mare.
Jose Mourinho (Getty Images)