2024-04-10
Israele, 40.000 tende per evacuare Rafah. L’Iran cerca vendetta ma usando gli alleati
Benjamin Netanyahu: «Hamas è morta, nessuno ci fermerà». Antony Blinken: «Non c’è una data per l’invasione». Negoziati ancora in stallo.Tra pressioni internazionali e movimenti interni che ne chiedono a gran voce le dimissioni, la sola e unica strada percorribile per Benjamin Netanyahu sembra ormai essere quella della vittoria totale a Gaza. Le ultime dichiarazioni del premier israeliano non lasciano spazio ad altre interpretazioni. Prima l’annuncio di aver già stata fissato la data in cui le forze dell’Idf invaderanno Rafah, poi il messaggio con cui ha salutato le truppe di stanza in una base militare posta a ridosso della frontiera: «Completeremo l’eliminazione dei battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Nessuna forza al mondo ci fermerà». Affermazioni bellicose che allontanano sensibilmente il raggiungimento di una tregua, nonostante i continui inviti da parte degli Stati Uniti e la proposta che avrebbe messo sul tavolo dei negoziati il direttore della Cia, William Burns: sei settimane di cessate il fuoco in cambio del rilascio di 40 ostaggi. La sensazione però, arrivati a questo punto, è che su queste basi non ci può essere e non ci sarà nessuna trattativa. Un altro indizio dell’imminente invasione via terra da parte delle truppe delle Forze di difesa israeliane a Rafah, proviene da un’informazione rilasciata da un funzionario israeliano all’Associated Press, ovvero che il governo israeliano starebbe acquistando 40.000 tende per favorire una rapida evacuazione di circa un milione e mezzo di palestinesi che si sono rifugiati nella città al confine con l’Egitto dall’inizio della guerra. Ieri, tuttavia, c’è stata una smentita americana riguardo al fatto che Israele abbia fissato una data per entrare a Rafah. Da Washington ha parlato il segretario di Stato, Antony Blinken: «Continuiamo ad avere un dialogo con Israele su un’eventuale operazione a Rafah e siamo profondamente preoccupati per la sicurezza dei civili. Non c’è nessuna data sull’inizio di un attacco israeliano nell’area».Nel frattempo, i vertici dell’Idf hanno reso noto di aver ucciso il capo dell’ufficio di emergenza di Hamas a Gaza: «Hatem Alramery guidava l’ala militare di Hamas operativa nel campo dei lanci di razzi all’interno del battaglione Maghazi nella parte centrale della Striscia», si legge nel comunicato diffuso su Telegram. Per il gruppo terroristico che dal 2006 governa la Palestina, ha parlato nelle ultime ore il portavoce, Sami Abu Zahry: «I negoziati con Israele non stanno andando bene. Netanyahu non è interessato a un cessate il fuoco, ma solo alla questione del rilascio degli ostaggi», ha detto in un’intervista ad Al Jazeera, «le richieste di Hamas sono chiare: la fine dell’aggressione contro il nostro popolo». Popolo palestinese che ieri, in occasione dell’Eid al-Fitr - la festa che segna la fine del Ramadan - ha visto piovere dal cielo aiuti umanitari, con pacchi contenenti cibo, vestiti e giocattoli lanciati dall’esercito della Giordania in collaborazione con altri Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Paesi Bassi, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Indonesia. Questo mentre Save the Children ricorda che negli ultimi sei mesi a Gaza è morto un bambino ogni quarto d’ora e il ministero della Sanità dell’enclave palestinese, controllato da Hamas, aggiorna il bollettino da inizio conflitto a 75.993 feriti e 33.360 vittime, di cui 153 nelle ultime 24 ore.Sul campo di battaglia, mentre Israele si prepara alla minaccia proveniente dall’Iran, con gli ayatollah sempre più assetati di vendetta dopo il raid della settimana scorsa all’ambasciata iraniana a Damasco, si surriscalda sempre più il fronte a Nord, al confine con Libano e Siria. Dopo la pioggia di razzi lanciati sulle alture del Golan, nelle prime ore di ieri mattina caccia israeliani hanno bombardato un deposito di armi e munizioni nel Sud della Siria, a Mahajjah. Per quanto riguarda invece la minaccia proveniente dagli Hezbollah, l’Idf ha portato a termine una maxi esercitazione militare proprio nei pressi del confine con il Paese dei Cedri che ha coinvolto oltre alla 146ª divisione, anche la Marina, l’Aeronautica e la polizia.Capitolo Iran. Come detto, Teheran freme per vendicare quanto accaduto dieci giorni fa a Damasco, anche se nelle ultime ore sembra essersi raffreddata l’ipotesi di un attacco diretto da parte del Paese guidato da Ali Khamenei, consapevole di poter subire ritorsioni su scala internazionale. Motivo per cui starebbe pensando di affidare l’attacco a forze alleate come gli Hezbollah o gli Huthi. A sostenere questo scenario è un’informazione trasmessa a Gerusalemme dall’intelligence americana, secondo cui sarebbe improbabile che l’Iran attacchi direttamente Israele, affidandosi ai diversi gruppi terroristici che sostiene per lanciare un attacco verso Israele e al tempo stesso non provocare un’escalation nella regione che possa portare eventuali reazioni americane. A tal proposito, va segnalata anche la chiamata alle armi da parte del comandante della Marina delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Alireza Tangsiri, che in un intervento pubblico ha esortato tutti gli eserciti islamici a coalizzarsi per fermare Israele: «Mi rivolgo ai Paesi islamici che pensano che i sionisti siano in realtà loro amici, se il nostro grande profeta fosse qui e vedesse questi crimini, rimarrebbe in silenzio oggi?», ha detto. «I sionisti hanno fallito nella battaglia di Gaza perché non sono riusciti a sconfiggere Hamas o a liberare gli ostaggi». Iran che, tramite il portavoce della magistratura, Masoud Setayeshi, ha annunciato che denuncerà Israele al tribunale internazionale per il crimine commesso al suo consolato a Damasco.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.