
Agguato con un ordigno rudimentale a Kirkuk. Gravi tre uomini delle Forze speciali.Domani ricorrono i 16 anni dalla strage di Nassiryia, l'attentato che provocò 28 morti, di cui nove iracheni e 19 italiani (12 carabinieri, cinque militari, due civili). Ieri a mezzogiorno ora irachena (le 10 italiane) un ordigno improvvisato, un cosiddetto Ied, su una strada vicino Kirkuk, nel Nord dell'Iraq, è detonato al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane in Iraq: i nostri soldati sono stati evacuati con elicotteri Usa e ricoverati presso l'ospedale militare di Baghdad, non sono in pericolo di vita, ma versano in gravi condizioni, ha spiegato lo Stato maggiore della Difesa. Ad almeno uno, un sottufficiale dell'esercito, è stata amputata una gamba; un altro ha subito lesioni interne; un terzo, un giovane ufficiale della Marina militare, ha subito un danno al piede. Per tempi e metodi, l'attentato ricorda quello di 16 anni fa.Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha fatto sapere di seguire «con attenzione l'evolversi della situazione». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso «solidarietà», mentre il premier, Giuseppe Conte, «continua a seguire costantemente e con attenzione la situazione».«I nostri ragazzi erano impiegati in attività di formazione delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all'Isis», ha spiegato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Si chiama, infatti, Prima Parthica la missione che vede impiegati i soldati colpiti ieri, nell'ambito dell'operazione internazionale per fornire assistenza e addestramento alle forze irachene che stanano le ultime cellule del Califfato. Secondo quanto si legge sul sito del ministero della Difesa, l'Italia contribuisce all'operazione Prima Parthica con un impiego massimo di 1.100 militari, 305 mezzi terrestri e 12 mezzi aerei. L'addestramento delle Forze di sicurezza curde (peshmerga) e irachene si svolge principalmente nelle sedi di Erbil (Kurdistan) e Baghdad (Iraq).Agenzia Nova spiega come in Iraq, nonostante la sconfitta dell'Isis annunciata a fine 2017, «permangono alcune cellule dell'organizzazione», prevalentemente nelle regioni a forte incidenza sunnita. Da mesi, inoltre, i residenti di Kirkuk denunciano estorsioni nei confronti degli agricoltori da parte dei militanti dello Stato islamico, «che minacciano d'incendiare i campi di grano e chiedono il pagamento di imposte». Inoltre, la situazione nella zona si è ulteriormente deteriorata dopo che le forze irachene hanno costretto i combattenti curdi peshmerga a ritirarsi da tutte le aree oggetto di una contesa.Un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime in merito all'attentato è stato aperto presso la Procura di Roma e le indagini saranno affidate ai carabinieri del Ros. A coordinare gli accertamenti l'aggiunto con delega all'antiterrorismo Francesco Caporale. Attese per stamattina le prime relazioni dall'Iraq e non è escluso i carabinieri possano partire alla volta di Kirkuk.
(Ansa)
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(IStock)
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Antonio Tajani (Ansa)
Alla Triennale di Milano, Azione Contro la Fame ha presentato la Mappa delle emergenze alimentari del mondo, un report che fotografa le crisi più gravi del pianeta. Il ministro Tajani: «Italia in prima linea per garantire il diritto al cibo».
Durante le Giornate Contro la Fame, promosse da Azione Contro la Fame e inaugurate questa mattina alla Triennale di Milano, è stato presentato il report Mappa delle 10 (+3) principali emergenze alimentari globali, un documento che fotografa la drammatica realtà di milioni di persone colpite da fame e malnutrizione in tutto il mondo.
All’evento è intervenuto, con un messaggio, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha espresso «gratitudine per il lavoro prezioso svolto da Azione Contro la Fame nelle aree più colpite dalle emergenze alimentari». Il ministro ha ricordato come l’Italia sia «in prima linea nell’assistenza umanitaria», citando gli interventi a Gaza, dove dall’inizio del conflitto sono state inviate 2400 tonnellate di aiuti e trasferiti in Italia duecento bambini per ricevere cure mediche.
Tajani ha definito il messaggio «Fermare la fame è possibile» un obiettivo cruciale, sottolineando che l’insicurezza alimentare «ha raggiunto livelli senza precedenti a causa delle guerre, degli eventi meteorologici estremi, della desertificazione e dell’erosione del suolo». Ha inoltre ricordato che l’Italia è il primo Paese europeo ad aver avviato ricerche per creare piante più resistenti alla siccità e a sostenere progetti di rigenerazione agricola nei Paesi desertici. «Nessuna esitazione nello sforzo per costruire un futuro in cui il diritto al cibo sia garantito a tutti», ha concluso.
Il report elaborato da Azione Contro la Fame, che integra i dati dei rapporti SOFI 2025 e GRFC 2025, individua i dieci Paesi con il maggior numero di persone in condizione di insicurezza alimentare acuta: Nigeria, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Etiopia, Yemen, Afghanistan, Pakistan, Myanmar e Siria. In questi Paesi si concentra oltre il 65% della fame acuta globale, pari a 196 milioni di persone. A questi si aggiungono tre contesti considerati a rischio carestia – Gaza, Sud Sudan e Haiti – dove la situazione raggiunge i livelli massimi di gravità.
Dal documento emergono alcuni elementi comuni: la fame si concentra in un numero limitato di Paesi ma cresce in intensità; le cause principali restano i conflitti armati, le crisi climatiche, gli shock economici e la fragilità istituzionale. A complicare il quadro contribuiscono le difficoltà di accesso umanitario e gli attacchi agli operatori, che ostacolano la distribuzione di aiuti salvavita. Nei tredici contesti analizzati, quasi 30 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta, di cui 8,5 milioni in forma grave.
«Non è il momento di tagliare i finanziamenti: servono risorse e accesso umanitario per non interrompere gli interventi salvavita», ha dichiarato Simone Garroni, direttore di Azione Contro la Fame Italia.
Il report raccoglie anche storie dal campo, come quella di Zuwaira Shehu, madre nigeriana che ha perso cinque figli per mancanza di cibo e cure, o la testimonianza di un residente sfollato nel nord di Gaza, che racconta la perdita della propria casa e dei propri cari.
Nel mese di novembre 2025, alla Camera dei Deputati, sarà presentato l’Atlante della Fame in Italia, realizzato con Percorsi di Secondo Welfare e Istat, che analizzerà l’insicurezza alimentare nel nostro Paese: oltre 1,5 milioni di persone hanno vissuto momenti di scarsità di risorse e quasi 5 milioni non hanno accesso a un’alimentazione adeguata.
Dal 16 ottobre al 31 dicembre partirà infine una campagna nazionale con testimonial come Miriam Candurro, Germano Lanzoni e Giorgio Pasotti, diffusa sui principali media, per sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere la mobilitazione di aziende, fondazioni e cittadini contro la fame nel mondo.
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