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Philip Morris lancia il terzo Iqos

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Philip Morris lancia il terzo Iqos

Il numero uno in Italia presenta la versione leggera della sigaretta che scalda il tabacco ma non lo brucia: «Abbiamo creato l'alternativa alle bionde e operiamo in 40 mercati».

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Immaginare "un mondo senza fumo". È questo l'obiettivo di Philip Morris Italia, azienda leader nel settore del tabacco. Durante la presentazione della terza generazione di Iqos, tenutasi a Milano, il presidente e amministratore delegato Eugenio Sidoli ha raccontato come «il guardare a un mondo senza fumo, quindi senza la combustione, è una strategia per mantenere la parte di piacere che c'è nel consumare tabacco, togliendo una buona parte del danno che viene generato dal consumo in combustione».

Secondo i dati raccolti da Philip Morris Italia negli ultimi quattro anni sono circa sei milioni i fumatori che hanno scelto di passare al dispositivo Iqos, abbandonando definitivamente il consumo di sigarette tradizionali e, nel 70-80% dei casi, smettendo completamente di fumare dopo poco tempo.

Il nostro Paese si posiziona come uno dei mercati più importanti in questa rivoluzione "senza fumo". L'obiettivo di Philip Morris Italia è infatti quello di raggiungere quota 500.000 fumatori Iqos entro la fine dell'anno, per arrivare al 40% (su 10 milioni totali) entro il 2025. «Il nostro sogno era creare un'alternativa valida per i fumatori e Iqos ha trasformato questo sogno in realtà», ha spiegato Sidoli durante la presentazione, offrendo un primo sguardo all'ultima generazione della tecnologia che permette di scaldare il tabacco senza bruciarlo.

Iqos 3 e Iqos 3 Multi mantengono l'esperienza di consumo e il rituale della sigaretta intatti: gusto e caratteristiche sensoriali rimangono infatti invariate e ricordano del tutto quelle delle più classiche bionde. Iqos è come comparare un'auto con un motore elettrico con una con il motore a scoppio, «che è la sigaretta combusta». «Se fino alla fine del secolo scorso, l'unico modo per muovere una macchina era avere un motore a combustione che inquinava l'ambiente e l'aria, il salto a una macchina con un motore elettrico è un salto che guarda all'ambiente come primo obiettivo, alla sostenibilità del pianeta, alla sostenibilità della nostra vita» racconta l'ad di Philip Morris Italia. «La visione dell'azienda» ha continuato Sidoli «è quella di passare, come fanno nell'industria dell'automotive, dai motori a scoppio ai motori riscaldati», sottolineando come questa sia, per necessità, «una cosa che stanno facendo tutte le industrie del pianeta».

Iqos permette una riduzione media del 90%-95% nei livelli di sostanze chimiche nocive presenti nelle sigarette tradizionali e non ha impatto nocivo sull'ambiente circostante, anche quando ci si trova in luoghi chiusi. «Vogliamo sostituire l'abitudine di fumare con l'abitudine di utilizzare tabacco senza fumarlo» ha spiegato Sidoli. «Il danno del tabacco non è nella nicotina, ma nel fumo che genera circa 8mila composti molto tossici che possono provocare malattie e anche condurre alla morte».

Iqos 3 arriva a quattro anni dal debutto del primo modello e nasce proprio dalle opinioni dei consumatori raccolte in questo periodo. «Abbiamo ascoltato da loro cosa poteva essere migliorato e cosa poteva essere fatto in modo più comodo». Il nuovo device si basa su tre aspetti principali: la comodità che lo ha reso più ergonomico e con un disegno ancora più piccolo e moderno, la resistenza che ha portato allo sviluppo della nuova tecnologia Protect Plus e infine la batteria che ora è più veloce a ricaricare e ha una durata maggiore.

Oggi il dispositivo è presente in 43 mercati e secondo Sidoli ha un valore assoluto di «circa 3,7 miliardi sul fatturato dell'azienda». Una rivoluzione che quindi non passa solo dall'Italia. Hanno infatti scelto Iqos anche il 16% di consumatori dal Giappone, l'8,3% dalla Corea e il 4% dalla Grecia. L'ad di Philip Morris Italia però precisa che nonostante il mercato più grande sia il Sol Levante, «l'Italia è un Paese molto avanzato nella sua trasformazione verso un futuro senza fumo».

Il fatturato di BF fa un balzo a 3 miliardi
Federico Vecchioni (imagoeconomica)
Il gruppo di Federico Vecchioni, leader nel settore agroindustriale, raddoppia il valore della produzione grazie all’acquisto per 220 milioni della Fratelli Martini, azienda che realizza mangimi per animali e carne. Rilevato l’intero capitale, closing entro il prossimo maggio.

Con l’acquisto della Fratelli Martini, il gruppo BF spa raddoppia quasi il giro d’affari avvicinandosi ai tre miliardi di fatturato l’anno. Il calcolo è presto fatto: il gruppo guidato dall’ad Federico Vecchioni a fine 2024 aveva messo a segno un valore della produzione di 1,5 miliardi, risultato che, se unito a quello della F.lli Martini di 1,2 miliardi, porta il totale del gruppo a 2,7 miliardi di euro. Si tratta a tutti gli effetti di una tra le più importanti operazioni nell’agroindustria negli ultimi dieci anni.

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I vescovi spagnoli mettono all’indice Sánchez
Pedro Sánchez (Ansa)
Scontro totale tra Chiesa e governo, che rimprovera al capo della conferenza episcopale iberica un’intervista in cui ha invocato il ritorno alle urne. La replica di monsignor Luis Argüello: «Se si tratta del rispetto dello Stato di diritto, non possiamo rimanere neutrali».

«Di fronte al rispetto delle norme fondamentali dello Stato di diritto», il presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee) non è «neutrale». Così Luis Argüello, capo dei vescovi e arcivescovo di Valladolid, ha replicato alla protesta formale del ministro della Presidenza e della Giustizia, Félix Bolaños, che in una lettera lo esortava: «Vi chiedo espressamente di astenervi dal violare la vostra neutralità politica e di agire con rispetto per la democrazia e il governo».

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«I ragazzini del bosco ignorano l’italiano». Anche agli immigrati toglieranno i bimbi?
Banchi di scuola (iStock). Nel riquadro, la famiglia Trevallion
La tutor lamenta che i piccini (6 e 8 anni) non sappiano leggere. Chissà quanti minori stranieri, allora, andrebbero prelevati.

I bambini del bosco non conoscono l’alfabeto. Lo ha dichiarato ai giornali Maria Luisa Palladino, la tutor che segue i tre piccoli Trevallion, una bambina di 8 anni e due maschi di 6. Le frasi dell’esperta vengono riportate con enfasi da tutti i media. «Non sanno leggere, stanno imparando l’alfabeto», dice la Palladino. «La bambina più grande, sotto dettatura, sa scrivere solo il suo nome». Tanto è bastato per far ringalluzzire tutti i sostenitori dell’azione del tribunale dell’Aquila, i seguaci della Ragione secondo cui è stato sacrosanto allontanare questi piccoli della casa «fatiscente» e dai genitori svalvolati. Mancava, a ben vedere, un colpo a effetto, e ora eccolo: abominio, i bambini non sanno leggere! E il sottotesto ovviamente è: «Visto? Ve lo avevamo detto che era giusto togliere i minori dalle grinfie di quegli hippie mattoidi».

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«Questo Mercosur è inaccettabile». Macron implora Ursula per il rinvio
Ursula von der Leyen ed Emmanuel Macron (Ansa)
Pure l’Italia scettica: i contadini temono l’invasione di prodotti low cost dal Sudamerica.

Troppo debole per dimenticarsi che l’Assemblée nationale gli ha imposto con l’alleanza degli opposti, Jean-Luc Mélenchon e Jordan Bardella, di fare la voce grossa con Bruxelles, Emmanuel Macron ha annunciato il no della Francia al Mercosur. Ursula von der Leyen, però, sabato vuole volare a Brasilia per firmare l’accordo con Luiz Lula da Silva dopo 25 anni di trattative. Ma l’Eliseo intima l’alt alla presidente della Commissione che spinge come non mai per l’accordo di libero scambio, per spianare la strada alle esportazioni di auto e di farmaci tedeschi. Per Parigi, «nella sua forma attuale, il trattato non è accettabile».

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