Nel primo trimestre 2024 l’istituto ha fatto registrare 2,3 miliardi di utile, quello netto annuale supererà gli 8. Il ceo Messina: «No a nuove acquisizioni. Le Fondazioni sono valore da preservare. E sosteniamo il sociale».
Nel primo trimestre 2024 l’istituto ha fatto registrare 2,3 miliardi di utile, quello netto annuale supererà gli 8. Il ceo Messina: «No a nuove acquisizioni. Le Fondazioni sono valore da preservare. E sosteniamo il sociale».Intesa Sanpaolo ha realizzato il miglior inizio d’anno di sempre. Lo ha affermato l’amministratore delegato del gruppo, Carlo Messina, presentando alla comunità finanziaria il risultati della banca al 31 marzo. L’utile del periodo è stato di 2,3 miliardi, segnando un record dal 2007. Partendo da questa base, Messina ha annunciato che nel 2024 «distribuiremo agli azionisti 7,3 miliardi, compreso il buyback di 1,7 miliardi che avrà inizio a giugno». Complessivamente agli azionisti verrà distribuito il 70% degli utili con un aumento del dividendo tanto nel 2024 che nel 2025. Sulla base di questi risultati, la banca può considerarsi la nuova cassaforte dei risparmiatori italiani.L’obiettivo del management è quello di rendere sostenibile nel tempo questi risultati. Il piano d’impresa 2022-2025 procede a pieno ritmo con una prospettiva di utile netto per il 2024 e per il 2025 superiore a 8 miliardi di euro. In particolare, per il 2024 è prevista una solida crescita dei ricavi, trainata da un ulteriore aumento del margine d’interesse e da un incremento delle commissioni nette. Un contributo importante arriverà dalle assicurazioni. Previsti, inoltre, una stabilità dei costi operativi, nonostante gli investimenti in tecnologia, soprattutto a seguito di minori spese per il personale, un basso costo del rischio derivante dallo status di banca a «zero Npl» e dall’elevata qualità del portafoglio crediti e una riduzione dei tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario, non essendoci più contribuzione al fondo di risoluzione.«I nostri investitori sono di medio-lungo periodo», spiega Messina, «non di breve termine. Tanti anni fa era Generali il titolo per i pensionati, oggi Intesa è un titolo per famiglie, che costituiscono il 20% del nostro azionariato. Un altro 20% è delle fondazioni e il 60% di investitori istituzionali anche loro, però, con visione di lungo termine. Siamo un’azienda con azionariato fortemente orientato alla sostenibilità dei risultati».A questo proposito, ha speso parole di soddisfazione per il sistema delle fondazioni che rappresentano «un valore altissimo» che deve essere preservato. Affermazione tanto più significativa considerando il conflitto che attraversa la Crt, con le dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona. «A parte la fondazione di cui ho letto solo sui giornali», aggiunge Messina, «parlo di quelle che conosco: sono fondazioni eccellenti, il meglio che c’è in Europa. Non capisco le polemiche: se uno sbaglia un paio di mosse si interviene, ma il sistema va preservato, ha un valore altissimo. Il giudizio sulle fondazioni nostre azioniste, poi, è estremamente positivo».Messina, rispondendo alle domande degli analisti, ha escluso nuove acquisizioni. «Non penso che ci saranno operazioni di M&A significative nel Paese», ha detto, «ma in ogni caso per noi questo sarebbe un fattore positivo, non negativo». In particolare, «Per fare consolidamento non solo ci vuole qualcuno di molto intelligente che capisca quali siano le migliori condizioni finanziarie, ma bisogna esser anche audaci per fare le operazioni nel modo giusto, non creare discussioni che si trascinano per mesi, valutare bene le cose, fare l’offerta e realizzare il deal», ha spiegato. «In questo ambito siamo stati probabilmente il miglior player in Europea a realizzare queste operazioni, considerando anche la qualità di Ubi che era molto positiva. Tornando al settore italiano, per fare il consolidamento non solo basta essere intelligenti per fare un’operazione a livello teorico ma bisogna saperla realizzare a livello pratico».Per quanto riguarda il futuro, Messina ha aggiunto che la banca «avrà benefici dall’uscita di 1.400 persone nel 2024 e dalla riduzione delle filiali». Ha anche sottolineato che i costi della banca sono «assolutamente sotto controllo». Per Isybank, la banca digitale del gruppo, a fine 2023 i nuovi clienti erano 60.000 e quelli trasferiti 300.000. Confermato l’obiettivo di un milione di nuovi clienti entro il 2025, nonché «l’apporto aggiuntivo di circa 200 milioni di euro al risultato corrente lordo entro il 2025», non previsti nel piano di impresa.«Sull’outlook sono ancora cauto perché non abbiamo bisogno di spingere sull’acceleratore delle prospettive come altre banche», ha detto Messina, «Voglio guidare questa banca dando risultati trimestre per trimestre, non abbiamo bisogno di aumentare il prezzo delle azioni perché vogliamo fare qualche operazione di fusione o acquisizione».Nel corso dell’incontro non è mancato lo sguardo alle dinamiche sociali del Paese: «Con 1,5 miliardi di euro entro il 2027, in aggiunta al miliardo del periodo 2018-2021 e con 1.000 professionisti della banca, realizziamo il principale progetto di coesione sociale del Paese», sottolinea Messina, «per promuovere una società più equa in modo strutturale e concreto». Il top manager evidenzia, inoltre, il forte impegno dell’istituto nel contrasto al cambiamento climatico: «Dal 2021 al 31 marzo 2024 le nuove erogazioni a supporto della green economy e la transizione ecologica sono state di oltre 47 miliardi di euro, di queste circa 9,5 a supporto dell’economia circolare. I nostri approvvigionamenti da fonti rinnovabili ammontano al 90%».
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