2023-01-03
Davide Tabarelli: «Il petrolio è cruciale. Ci sta salvando dalla carenza di gas»
Il presidente di Nomisma energia: «Gli idrocarburi ora costano come un anno fa. Con il ristagno economico caleranno ancora».Professore Davide Tabarelli la disturbo anche a Capodanno…«Noi di Nomisma energia siamo come i contadini. Lavoriamo sempre. Sto curando l’ultimo rapporto mensile. Una suggestione con il mondo agricolo, con il fuoco del camino».Sappiamo che il tetto al prezzo del gas lo ritiene inutile se non dannoso. Ma Mario Giordano mi ha affidato una missione impossibile. Farle dire qualcosa di vagamente ottimistico per poterci fare un titolo.«No, non posso. Mettiamola così. In passato mi sono sbagliato. Ma posso azzardare che il peggio è alle nostre spalle».Sbagliato perché?«Non avevo previsto che il prezzo del gas ad agosto avrebbe addirittura raggiunto i 350 euro».Non era stato abbastanza pessimista…ah ecco!«Forse l’economia europea può uscire dal tunnel. C’è un sacco di gas in arrivo. E in mercati iper-competitivi ed iper-finanziarizzati bastano esigue variazioni marginali per creare strappi al rialzo -che purtroppo abbiamo visto- ma anche al ribasso che forse potremmo vedere. Ci aspettiamo che il gas non arrivi al prezzo fissato dal tetto di 180 euro. Il rallentamento economico spinge i prezzi al ribasso anche a causa di una politica monetaria restrittiva della Bce. Vedo una tendenza allo «sbottigliamento». Centrali a carbone che riaprono e la Francia che riaggiusta la sua capacità produttiva di energia. Intermittenti segnali di apertura di Putin».Questa la sintesi del rapporto?«Si. Ma mi preme sottolineare -e perdoni l’espressione- che «il mio amato petrolio» ci sta salvando. I prezzi sono ad 80 dollari al barile e la benzina costa 1,62 al litro, 60 centesimi in meno rispetto al picco di inizio marzo dopo l’inizio della guerra. Comprendo il governo che ha eliminato lo sconto sulle accise visto che è sempre a caccia di risorse per soccorrere l’economia qua e là. Il petrolio coi suoi derivati conta per il 97% dei consumi di energia nei trasporti. Siamo praticamente allineati ai prezzi di un anno fa».Il Professor Maurizio Masi del Politecnico mi faceva notare che il progresso sta nel trovare nuove fonti di energia primaria. Ma l’uomo non smette mai di usare ciò che accantona. Bruciamo ancora legna e carbone. L’Europa invece, coi suoi deliri, non la pensa così.«Riflessione che condivido ed anzi accentuo. Lo sviluppo demografico ed industriale è dovuto all’energia che ricaviamo dai combustibili fossili senza i quali io e lei ora non ci saremmo. Enorme è la quantità di energia che ci danno. Io la chiamo densità energetica. Ciò che rileva è che il 60% della domanda di energia è coperta dagli idrocarburi. Dove c’è dentro tanto idrogeno. L’economia all’idrogeno immaginata da Jeremy Rifkin esiste già».Addirittura?«Eh, certo. Gli idrocarburi sono idrogeno legato a qualcos’altro. Ce lo porti Rifkin -se è capace- l’idrogeno senza carbonio o qualcos’altro attaccato. Da solo non esiste in natura se non nel sole. In America si sta lavorando sulla fusione nucleare. Ma intanto suggerisco a chi può di andare a visitare il bellissimo museo al Viminale a Roma dedicato a Enrico Fermi. Che prima di tutti ha controllato la fissione nucleare meritandosi il Nobel. E intanto a San Nazzaro vicino Pavia, già si producono un milione di tonnellate di idrogeno ogni anno e nessuno ne parla. Tutte le raffinerie. Anche a Trecate vicino a Novara».Siccome lei è ingegnere…«No, no, no io non sono ingegnere. Non solo non sono ingegnere ma laureato in economia. E soprattutto sono ragioniere. Lei che mi sembra abbia un «impercettibile» accento toscano saprà che il padre della partita doppia, della ragioneria ma oserei dire anche della finanza, è Luca Pacioli (o Paciolo, frate morto nel 1517 a Borgo San Sepolcro ndr). L’economia moderna nasce in Italia».Perdoni la gaffe. Ma la mia domanda è questa: secondo lei il Nord Stream 2 sforacchiato in fondo al mare da chi poteva avere interesse a farlo, è facilmente riparabile oppure no?«Si. 50 metri sul fondale. Se vogliono ci mettono poco. Basta una bretella. Così come è stato facilmente attaccabile altrettanto è riparabile. Teoricamente un attentato al gasdotto che parte dell’Algeria e arriva vicino dalle mie parti a Minerbio sarebbe molto più complicato da attuare. Ed è ’appena’ tre metri sottoterra. Ma questa storia deve cominciare ad insegnarci qualcosa».Cosa?«Vedo davanti a me la cartina del Mediterraneo e vedo il nostro Paese. Questa straordinaria piattaforma in mezzo. Sotto c’è l’Africa. Ed attenzione a Cipro. Nessuno ne parla. A Nicosia sembra di stare nella Berlino est degli anni Sessanta. Una guerra con la Turchia. E lì c’è tanto gas. Per non parlare della Libia. Il gasdotto che arriva da lì potrebbe farci arrivare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Ma ne arrivano appena tre. Una dannazione. Per non parlare dell’Iran. Un regime teocratico. Ma prima del 1979 c’era un re corrotto dai petrodollari ed amico degli USA. Alla base di tutto ci sono sempre gli idrocarburi. Abbiamo un ruolo da giocare in prima battuta. Un’opportunità».Vecchia storia quella di fare al meno del petrolio e degli idrocarburi.«Ho lavorato come consulente a tanti piani energetici nazionali a partire dal 1982. Già allora si parlava di fare a meno del petrolio. Si parlava di rinnovabili. Allora molto anche di biomasse o bioenergie. Poi nel tempo soprattutto vento e solare. E mi creda, c’è sempre stata l’ostilità di certi ambientalisti anche su tante di queste soluzioni. Prenda l’idroelettrico. È la fonte di energia rinnovabile per definizione. L’acqua che scende e produce energia. Consideri che io sono cresciuto in Trentino. Ora le mando su WhatsApp le foto di come queste centrali idroelettriche coi loro bacini abbiano inevitabilmente trasformato il paesaggio. Sa come chiamavano l’energia idroelettrica? Il carbone bianco». Perché ovviamente qualsiasi scelta, compresa la rinnovabile, ha un impatto ambientale.«Dobbiamo fare cose gigantesche in termini di occupazione di territorio per ottenere quello che il petrolio ti dà in pochissimo spazio perché il petrolio ha quello che io chiamo? Vediamo se ha studiato».Densità energetica!«Bravo».L’Italia sarebbe la porta di ingresso perfetta dell’energia in Europa. Da noi arriverebbe il gas di tanti Paesi. Dalla Germania solo quello della Russia.«Anche della Norvegia. Solo che questa, pur essendo un grande fornitore oggi, non ha tantissime riserve. Cosa che invece hanno Africa e Medioriente. Guardi Il TAP. È stato un calvario con l’opposizione dei M5S ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Su questi progetti dobbiamo lavorare. Ad esempio il Galsi. Il gasdotto che parte dall’Algeria ed arriva in Italia attraverso la Sardegna e Corsica. Ed anche l’Eastmed che parte da Israele».Che arrivi via tubo o che arrivi via nave, tutto il gas che servirà dovrà passare dal Mediterraneo e quindi soprattutto dall’Italia.«Siamo già un hub per quanto riguarda il petrolio. Abbiamo importanti raffinerie nella pianura padana che già riforniscono il sud della Germania da Monaco e Stoccarda. Ed abbiamo le raffinerie importanti in Sicilia a Milazzo, Priolo ed Agusta. La Saras in Sardegna è un player importante a sua volta. Si tratta di assecondare questa vocazione. E che il nostro sud diventi ora la porta di ingresso dell’energia in Europa interessa anche a Francia e Germania. Un importante esponente del governo me lo ha confermato. Ed era proprio ciò che speravo mi fosse detto». La Germania ha costruito il suo miracolo industriale degli ultimi vent’anni grazie all’euro ed al gas russo a buon prezzo. Che impatto negativo potrà avere tutto questo su di lei?«Le giro la slide su cui sto lavorando proprio in questo momento. La vedrà ora sul telefono. L’Italia è il paese assieme alla Germania che ha il prezzo dell’energia più alto. Nel primo trimestre ci attesteremo sui 25-30 centesimi a Megawattora. In Cina siamo a 10. E gli Stati uniti addirittura a 7. In queste condizioni io continuo a vedere una forte spinta all’ulteriore deindustrializzazione».E se oggi in Ucraina tutti i veicoli fossero a trazione elettrica come caspita si sposterebbero? Con il sistema elettrico bombardato e messo fuori uso dalla Russia? E nella New York del 1900 ce n’erano di auto elettriche. Perché non si sono affermate?«Questa è la questione più importante. Il motore a combustione interna. Che dal 2035 sarebbe di fatto fuori legge. Una follia. Diciamolo subito che vogliamo distruggere la nostra industria dell’automotive».Servono i terminali del gas liquido via nave?«Certo, perché sono più facili da realizzare. Ci sono voluti sei mesi alla Germania. Se oggettivamente Piombino è un problema perché il porto è proprio dentro la città, si scelgano velocemente soluzioni alternative come il raddoppio della capacità a Ravenna che è più a largo. Ma subito». Paghiamo un prezzo oggi ma l’Italia potrebbe avere un ruolo importante domani come hub energetico.«Noi dell’energia abbiamo sempre in mente la cosiddetta Dutch Desease. Malattia Olandese. Chi ha troppe risorse naturali tende a vivere di rendita e non sviluppare una propria industria manifatturiera. L’Economist così descriveva negli anni Settanta il declino del settore manifatturiero nei Paesi Bassi dopo la scoperta di grandi giacimenti di gas. Italia e Giappone hanno dovuto invece fare di necessità virtù sviluppando la loro industria. Dobbiamo però pensare al fatto che l’energia sarebbe un’opportunità strategica per il sud.»Che voto diamo al ministro Urso per la gestione del dossier Lukoil Priolo?«Un bel sette. Ed ha avuto poco tempo a disposizione».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)