2025-09-15
Roberto Occhiuto: «Pier Silvio in campo sarebbe una scelta molto importante»
Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)
Il governatore forzista della Calabria, in corsa per la rielezione: «I sondaggi mi sottostimano. Tridico sul reddito di dignità si è accorto di aver sbagliato i conti».Roberto Occhiuto, presidente forzista della Calabria, nella sua regione si vota a inizio ottobre. La campagna elettorale ferve.«Mi trovo a Catanzaro, una delle nostre cinque province…».Il suo sfidante pentastellato, Pasquale Tridico, le ha ridotte a tre.«Non parlo del mio avversario. Bastano le sue risposte. Dimostrano, nel modo più efficace possibile, quanto sia distante da questa regione».Ha pure trasformato la ridente Bagnara in Bagnaro. E furoreggia quel manifesto sgrammaticato, con accento e concordanza da rivedere: «La destra ha paura perché sanno che vinceremo noi».«Appunto. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere».Invece ha risposto, con dovizia di particolari, ai magistrati che l’hanno indagata per corruzione.«L’interrogatorio è servito a chiarire i fatti che mi contestano: normali rapporti con il mio ex socio in un’azienda che avevo dal 2016, prima di diventare presidente. Ho chiarito tutto. E quindi spero che l’inchiesta venga presto archiviata».Perché s’è dimesso, allora?«Non ho mai temuto la giustizia, ma la strumentalizzazione che avrebbero fatto i miei avversari. Da indagato per corruzione a corrotto sarebbe stato un attimo».I dettagli sono arrivati a mezzo stampa.«Appunto. E hanno già generato bugie mostruose, anche sulla mia famiglia. Capisce? Avrei dovuto combattere contro le panzane dei blog grillini riprese dai giornali. Non potevo permetterlo».Capita a tanti.«Domare la pubblica amministrazione, in Calabria, è più complicato che altrove. La burocrazia mi vedeva dimezzato».Già deposto?«Avevo difficoltà a ottenere pure le pratiche più semplici. La Regione sarebbe stata condannata a un anno di immobilismo. Come sta capitando a Milano. Dopo l’inchiesta sull’urbanistica, nessuno si assume più responsabilità. Sala viene considerato un ex sindaco. Io ho preferito dimettermi».E ricandidarsi. Ai suoi rivali sembra una mandrakata.«Il 5 e il 6 ottobre vedranno quanto è ampio il mio consenso. Io lo percepisco. E so benissimo che questa scelta indurrà la magistratura a essere ancora più scrupolosa. Ma proprio perché non temo nulla, ho deciso di ridare la parola ai cittadini».Audace.«In Calabria capita sempre, ormai. Nell’ultimo anno di legislatura il presidente incappa in inchieste da cui poi esce archiviato o prosciolto. Intanto, però, arriva pure l’archiviazione politica».Per esempio?«Chiaravalloti fu indagato da De Magistris nella celeberrima Why not. Dopo, ha vinto il centrosinistra. Ma è capitato anche il contrario: con Loiero e Oliverio».Adesso tocca a lei?«In questi quattro anni ho governato con rigore. Nella sanità ho persino chiamato dirigenti che lavoravano in Regioni amministrate della sinistra. Confucio diceva: “Non importa di che colore sia il gatto, l’importante è che prenda i topi”».Angelo Bonelli insinua: «Occhiuto vuole evitare di non essere ricandidato da Fratelli d’Italia».«Giudica con il suo metro: perché a sinistra, tra presunti alleati, si comportano come avvoltoi. Invece ho trovato straordinaria solidarietà non solo in Giorgia Meloni, che è stata la prima a essere informata della mia scelta. Ma pure Salvini mi ha dimostrato grande amicizia. Eppure, i rapporti tra la Lega e Forza Italia non sono sempre stati distesi».Matteo Renzi allude: «È la Meloni calabrese».«Lo considero un complimento».Tridico suggerisce: «Si è candidato solo per sottrarsi ai giudici».«Le indagini si bloccherebbero perché verrei rieletto? Chi lo sostiene non ha sufficiente rispetto della magistratura. Immagina che possa venire condizionata dalla politica».L’ex presidente dell’Inps lancia il reddito di dignità regionale. S’era già inventato quello di cittadinanza.«Sostanzialmente, si tratta di tirocini retribuiti per pochi mesi. Non creano occupazione, ma precariato. Dopo le polemiche, però, mi pare che abbia sfumato l’idea iniziale».Perché?«Magari s’è ricordato di essere anche un professore universitario».Quindi?«Alle proposte servono coperture. Andrebbe finanziato con il fondo sociale europeo, che viene già utilizzato per favorire politiche del lavoro non assistenziali. Non ci sono le risorse». Il candidato del campo largo è sostenuto da dodici sigle.«Ogni decisione comporterebbe liturgie da Prima repubblica. Tutti questi partiti, seduti attorno a un tavolo, che cercano di affrontare le urgenze della Calabria. Sarebbe molto complicato».Alleanza Verdi Sinistra schiera la filosofa Donatella Di Cesare, bastian contraria da talk show.«È gente senza radicamento sul territorio. Si vota per le regionali, mica per le politiche».Tridico polemizza sui sondaggi, che la danno in robusto vantaggio: «Chiedono ai trentini come si voterà in Calabria».«Anche io non credo molto ai sondaggi. Difatti, penso di vincere con numeri sensibilmente superiori rispetto alla volta precedente».Ottimista. Ben più del 54%, dunque.«Ho riformato il sistema dei rifiuti, quello idrico, i consorzi di bonifica. Ho rilanciato il turismo: la Calabria vanta il record storico di passeggeri nei suoi aeroporti. E ho ottenuto dal governo cose mai viste prima: a partire dai 3,8 miliardi per la 106 Jonica, chiamata “la strada della morte”».Eccede con l'ottimismo, obiettano.«E cosa dovrei fare, scusi? Prima, nelle redazioni dei giornali nazionali, quando non c’erano idee chiamavano l’inviato di turno: “Vai in Calabria, tanto lì qualcosa si trova sempre”».La ’ndrangheta è un argomento inesauribile.«Purtroppo è ancora ben radicata, anche se è molto più forte in Regioni dove ormai investe da anni: come la Lombardia e il Veneto. O la Germania».Lei è vice segretario di Forza Italia. Da anni si parla della discesa in campo di Pier Silvio.«Se dovesse farlo, sarebbe una scelta molto importante. Nel nostro simbolo c’è ancora il nome di Berlusconi».Ora il leader è l’inossidabile Tajani.«Ha avuto il merito di far sopravvivere il partito quando si riteneva che non avesse più futuro. Credo che tutti, a partire dalla famiglia del Cavaliere, gli siano riconoscenti».Marina, però, auspica una svolta più liberale.«Suppongo che sia anche l’idea di Tajani. Nelle ultime riunioni, si è discusso di un manifesto per adeguarci ai tempi. Berlusconi, del resto, è stato il più autentico liberale in circolazione».La presidente di Fininvest insiste sui diritti civili.«Tanti giovani guardano al centrosinistra solo perché ritengono, sbagliando, che noi non siamo aperti a certi temi. Dobbiamo adeguarci».Persino in Campania è stato candidato un pentastellato di vaglia: Roberto Fico. E propone il reddito di dignità. «È una porcheria» dice il governatore, Vincenzo De Luca.«Il Nazareno cerca di rottamare De Luca da vent’anni. Invece, è lui a rottamare sempre il segretario di turno. Comunque, più che un campo largo, mi sembra un’accozzaglia: tutti contro tutti. Tornando al teorema di Bonelli: solo loro possono pensare che i nostri rapporti siano come i loro».Si voterà pure in Veneto, Toscana e Puglia. Il centrodestra sembra in altissimo mare.«Entro fine mese si sceglieranno i candidati. Tra l’altro, mi pare che la questione resti aperta soprattutto in Veneto. Ma lì possiamo consentirci qualche giorno di ritardo. Vinceremmo anche schierando la primavera».Sarà ancora governata da un leghista?«Forza Italia, legittimamente, chiede di considerare anche Tosi. È stato un bravo sindaco di Verona».Pure Fratelli d’Italia rivendica.«Credo che sia ovvio, visto che è il primo partito del Paese. Devo dire però che Meloni ragiona soprattutto da leader della coalizione. Berlusconi faceva lo stesso. Si è sempre dimostrato molto generoso con gli alleati, persino quando non brillavano. Ha concesso la Lombardia alla Lega, nonostante all’epoca avesse solo il 4 per cento».Rimarrà del Carroccio? «Lì si vota tra più di due anni. Ne parleremo a tempo debito».E lei resterebbe al suo posto, se l’inchiesta dovesse andare avanti?«Certamente. I tempi della giustizia, purtroppo, non sono quelli della politica. Spero, comunque, che l’archiviazione arrivi presto».La campagna elettorale, intanto, ferve.«Anche qui a Catanzaro, una delle cinque province calabresi…».Il ricalcolo di Tridico entrerà nella storia.«Non ho nulla da aggiungere. Fa già tutto da solo».
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)