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«Nel 2035 può esserci l'invasione cinese di Taiwan»

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«Nel 2035 può esserci l'invasione cinese di Taiwan»
Il Generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti (Ansa)

Il Generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti appena rientrato da Taiwan: «Allo stato attuale le forze armate di Pechino non dispongono delle capacità (soprattutto navali) per condurre una operazione anfibia su larga scala volta ad occupare l’Isola, a meno che la Cina non sia indotta dal precipitare degli eventi, per esempio, una dichiarazione formale di indipendenza da parte del governo di Taipei».

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Mattarella segue la teoria di Garofani: attacca la Russia e spiazza il governo
Sergio Mattarella (Ansa)
Sferzata del Colle a chi intende «ridefinire con la forza i confini». Proprio mentre Meloni media per convincere Kiev a cedere terre.

E così il presidente Sergio Mattarella, l’uomo che, da vicepremier e ministro della Difesa del governo D’Alema, 26 anni fa contribuì fattivamente a cambiare con la forza i confini nei Balcani, facendo piovere bombe sulla Serbia al di fuori di ogni regola del diritto internazionale e senza prima informare il Parlamento, ora ci comunica che no, non è bello cambiare i confini con la forza. Anzi, se lo fa Putin si tratta di «un intendimento aberrante». E quando ha pensato bene di farcelo sapere, questo suo convincimento, Re Sergio? Beh, proprio mentre il presidente del Consiglio, cui la Costituzione riconosce la titolarità della politica estera, si accingeva a raggiungere i propri omologhi europei a Berlino, per discutere con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e gli inviati del governo americano esattamente di questo: quali concessioni territoriali Kiev sarà costretta a fare per raggiungere un accordo di pace con la Russia.

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Alle cassiere spray urticante anti-maranza
iStock
Dopo l’ennesimo episodio di violenza, un supermercato di Treviso ha deciso di dotare le sue dipendenti di un’arma al peperoncino. «Sono tutte giovani e hanno paura», ha spiegato il titolare. Anche in pieno centro città i pestaggi delle gang sono ormai un’abitudine.

Quando in una città anche le cassiere del supermercato decidono che è arrivato il momento di «armarsi», significa che la situazione sta davvero precipitando. Succede a Treviso, già prima in classifica nazionale per per atti violenti compiuti da minori e teatro - proprio un anno fa - dell’omicidio del ventiduenne Francesco Favaretto, sgozzato in pieno centro da un gruppo di giovani strafatti di ketamina.

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La cioccolata calda da bevanda sacra a elisir della felicità
iStock
La sorbivano già i Maya e gli aztechi (per i quali era un afrodisiaco). Quando arriva in Europa diventa lo sfizio dell’alta nobiltà. Oggi è un’icona pop dalle molte varianti.

Si potrebbe pensare che la cioccolata calda sia una golosa invenzione contemporanea. E invece no. I primi a preparare cioccolata calda furono i Maya. Già prima di essi a coltivare cacao erano gli Olmechi, popolo del Mesoamerica, oggi il Messico centrale, che poi colonizzarono il centro America. La bevanda dei Maya si chiamava xocoatl, da cui deriva la nostra parola cioccolata, e si preparava tostando e poi tritando le fave di cacao con chicchi di mais, poi aggiungendo acqua, pepe e peperoncino. Per i Maya il cacao era sacro e talmente prezioso che le fave di cacao si usavano per pagare, come fossero monete. Quando arrivarono in Europa per il tramite di Cristoforo Colombo, le fave di cacao non si radicarono immediatamente nelle abitudini occidentali.

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«Trump indossa le nostre cravatte»
Maurizio e Alessandro Marinella (Ansa)
Il manager della storica sartoria di Napoli Alessandro Marinella: «Donald offrì a nonno e papà di aprire un negozio nel suo grattacielo a New York, dissero di no. Ora ci ha scritto per ringraziarci dei regali. Berlusconi ordinava 6.000 pezzi alla volta».

L’anno prossimo fanno 112. Era il 1914, quando Eugenio Marinella, nel cuore di Napoli, fondava quella che sarebbe diventata una delle più famose aziende tessili italiane. Rinomata per le cravatte, ma ormai specializzata in una vasta gamma di prodotti per uomo e donna. In questo periodo, persino decorazioni natalizie in seta. Il testimone di questa tradizione, oggi, è nelle mani di Maurizio e di suo figlio Alessandro, 30 anni, general manager di E. Marinella. Reduce da una grande soddisfazione professionale.

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