2025-10-08
Fidanza: «Il suo pugno chiuso da privilegiata ci dice che fine ha fatto la sinistra»
Carlo Fidanza (Imagoeconomica)
Il capodelegazione di Fdi: «Accuse estranee al suo mandato, precedente grave»Pugno al cielo, sorriso a 32 denti. Brutto spettacolo quello di Ilaria Salis che alla fine, per un voto, strappa l’immunità. Carlo Fidanza, capodelegazione di Fdi al Parlamento europeo, aveva mai assistito a uno spettacolo del genere dopo anni a Strasburgo?«Non è il primo pugno chiuso al cielo in aula, ma è la prima volta che vedo garantita l’immunità per fatti precedenti e totalmente estranei al mandato parlamentare. Salis avrebbe dovuto essere processata in Ungheria per gravissime accuse di violenza politica e invece le è stata garantita una scandalosa impunità. Qualche gioco politico e troppe assenze hanno fatto il resto; mi rimane l’orgoglio per aver avuto tutti i 24 voti di Fdi compatti contro l’immunità». Che sinistra è diventata quella che sfrutta i privilegi che ha sempre disprezzato per il proprio tornaconto?«Il cosiddetto “doppio standard” è la costante della sinistra contemporanea. Protestavano contro una presunta violazione del diritto internazionale sulla Flotilla mentre partecipavano a uno sciopero generale illegale. Mi preoccupa di più la deriva estremista che il Pd continua ad assecondare. Sembrano non aver imparato nulla dalla storia». Dopo il voto in commissione era cresciuto il sospetto che sarebbe finita così, la sinistra ha chiesto e ottenuto il voto segreto: è una formula che andrebbe abolita?«Una furbata per salvare Salis grazie ai franchi tiratori. Il tema riguarda l’istituto stesso dell’immunità parlamentare: ormai si vota soltanto per appartenenza politica, senza alcun riguardo per il diritto. In pochi minuti sono stati salvati Salis e altri oppositori di Orbán, mentre due colleghi conservatori polacchi sono stati spediti a processo. Inaccettabile». Ad ogni modo si perdono tempo, risorse ed energie per questi affari quando il Parlamento dovrebbe correre su molti dossier. Finalmente oggi ci sarà la discussione sul futuro del settore automobilistico europeo richiesta dal gruppo Ecr.«Da mesi ci battiamo per fermare la distruzione del settore, il cui futuro non può certo essere nelle piccole auto elettriche tanto care a Von der Leyen. La transizione solo elettrica è una follia e un favore alla Cina: va fermata e corretta con la neutralità tecnologica».In Europa si sta prendendo coscienza delle terribili conseguenze che i vincoli che ci siamo autoimposti hanno provocato. Due giorni fa è stata inviata una lettera congiunta dal Mimit e dal ministero dell’Economia tedesco alla Commissione Ue, a sostegno di una visione condivisa per il futuro dell’industria automobilistica europea. Quindi anche la Germania ci viene dietro. Siamo in tempo per fermare la desertificazione dell’industria automobilistica?«Il tempo sta scadendo. L’iniziativa italo-tedesca promossa da Urso e Meloni è molto importante; mi auguro che Merz abbia la forza di tenere a bada i suoi alleati socialisti, che stanno protestando. Tanto per confermare chi sono i nemici delle imprese e dei lavoratori del settore».Ammesso che si riesca a cambiare strategia, è possibile anche recuperare sui competitor?«Ho letto l’appello dei produttori di auto per non eliminare il bando dei motori endotermici al 2035. Mi dispiace che queste grandi aziende abbiano avallato le follie green di Timmermans. Cercheremo di salvarle nonostante loro e lo faremo per le aziende dell’indotto e per milioni di lavoratori dell’industria». Non solo automotive, ci siamo imposti pesanti e costosi vincoli anche sulla casa con la direttiva «case green». Si potrebbe applicare anche qui il principio della neutralità tecnologica per la riduzione delle emissioni?«Si deve applicare. Le pompe di calore possono essere una soluzione soltanto per una parte del nostro patrimonio immobiliare e delle nostre famiglie. A tutti gli altri deve essere consentito di utilizzare soluzioni con biocarburanti come le caldaie a condensazione. Continueremo a batterci».
Betttino Craxi (Imagoeconomica)