Alessandro Morelli: «Ora si cambi il decreto Ucraina. L’Ue non boicotti la pace di Trump»

Alessandro Morelli, non è passata inosservata ad alcuni fotografi una sua smorfia di dolore mentre partecipava ai lavori della legge di bilancio fra i banchi della Lega. Pure a lei questa legge non piace?
«Assolutamente no. La smorfia di dolore è legata al fatto che alle Olimpiadi Invernali di febbraio io sto dando letteralmente anima e corpo».
Eh?
«Visitando i cantieri a Livigno per le Olimpiadi e per la Coppa del Mondo di sci (tenutasi ieri, Ndr) sono caduto e purtroppo mi sono rotto tre costole. Ma il giorno dopo ero a votare a Roma (tossisce, Ndr)».
Fa male tossire con le costole rotte. Vero?
«Ancora peggio starnutire».Perché manca il controllo. Un po’ come alla Lega che al Senato ha addirittura dato battaglia al suo ministro Giorgetti. Sicuro che va tutto bene?
«La Lega è solo una, con un unico leader: Matteo. Detto ciò, abbiamo due responsabilità: una di governo - che avvertiamo tutti - e una nei confronti dei nostri elettori».
Giù le mani dalle pensioni quindi…
«In realtà ancora una volta abbiamo trovato la quadra in questa legge di bilancio. Il Governo raggiunge i suoi obiettivi e gli obiettivi Lega sono stati raggiunti. Un segno di maturità nella discussione. Nessuna becera spaccatura».
Il Parlamento avrebbe fatto il suo lavoro. Anche se per poche ore. Solita legge di bilancio calata da Palazzo Chigi. Discussioni zero...
«L’opposizione dice che non si è dato il tempo di discutere».
Questo è vero, su!
«No! E le dico perché. È la settima legge di bilancio che io voto. È una di quelle che in assoluto ha avuto la maggiore discussione parlamentare. Tenga conto che la legge di bilancio si cucina in Commissione. E qui la discussione è stata ampia e approfondita. Come non mai. Poi la legge viene servita in aula. E qui i tempi sono più compressi. Ma la Commissione è Parlamento».
Ponte sullo Stretto. Avete rinunciato a un po’ di fondi per dare più soldi alle imprese.
«Ancora una volta il buonsenso di chi sa governare. Per non sollevare dubbi avremmo potuto lasciare lì quei fondi».
Ma?
«Ma il momentaneo stop della Corte dei conti non ci ha consentito spendere quanto avevamo preventivato nel 2025 (732 milioni) e da bravi amministratori abbiamo spostato quella cifra negli anni successivi. Dove avevamo previsto di spendere molto di più. E questo di più si aggiunge alle coperture extra di questa legge di bilancio. Il ministro Giorgetti ha abilmente sfruttato un ulteriore spazio di manovra».
È anche così che avete racimolato ulteriori 3,5 miliardi. Ieri il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami ha detto che ci sarà un intervento a favore dell’Ucraina a 360 gradi. Quindi vuol dire aiuti militari. E su questo la Lega ne ha fatto una battaglia identitaria. Cosa ci dobbiamo aspettare dal prossimo decreto Ucraina?
«Che nei 360 gradi ci sia un’assoluta priorità per gli investimenti legati alla difesa delle popolazioni civili. Quindi, per esempio, a strumenti che possono permettere anche la sopravvivenza in situazioni chiaramente di guerra. Pensiamo alla possibilità di produzione energetica, di riscaldamento o d’altro. Nei 360 gradi ci sta un’assoluta priorità relativamente alla difesa e alla tutela dei civili. Coerente con i nostri obiettivi. Per noi è fondamentale innanzitutto cambiare il decreto nella sua struttura. Che non sia fotocopia dei precedenti. Siamo in un momento, vedi l’incontro fra Trump e Zelensky, dove l’iniziativa diplomatica è sempre più avanzata. Fortunatamente in questo caso non abbiamo una flottiglia fra i piedi che per esigenze di visibilità mette i bastoni fra le ruote al processo di pace»
Però, le dico il mio pensiero, c’è l’Unione europea a mettersi nel mezzo. Un finanziamento da 90 miliardi per le esigenze belliche non aiuta secondo me il raggiungimento della pace. Mentre i servizi ucraini avrebbero smascherato un gruppo criminale organizzato per lucrare sugli aiuti. Dentro il quale ci starebbero anche alcuni deputati ucraini.
«Il problema è rappresentato sì dai 90 miliardi, ma ancora peggio dalla posizione che l’Europa continua ad avere. È rimasta a guardare i leader mondiali e non hanno giocato d’anticipo neppure sui leader europei. Ennesima prova che l’Ue è costruita su basi finanziarie più che politiche. L’auspicio è che ora Bruxelles non si metta di traverso di fronte agli sforzi di Trump».
Ultima domanda: Mohammad Hannoun, capo dei palestinesi in Italia, con l’accusa di collateralismo ad Hamas. Sotto sotto vi piace inchiodare l’opposizione alla manifesta vicinanza con questo soggetto.
«Il problema non è tanto Hannoun. Quanto piuttosto la connivenza della sinistra con una strategia politica che sta portando l’estremismo islamico dentro ai confini d’Europa. Cosa che sta avvenendo oramai da anni. I Fratelli musulmani sono considerati terroristi in molti Paesi arabi e invece sono spesso accolti a braccia aperte da noi E questa è solo la punta dell’iceberg. Questo è un caso puramente politico. Questa operazione che dimostra l’altissimo livello di efficienza del Ministero dell’Interno in tutte le sue compagini, dall’altra parte però ci palesa come una buona parte della sinistra sia connivente con frange sicuramente ostili alla nostra cultura e alla nostra politica. Consideri che ci siamo assuefatti alla violenza purtroppo. E glielo dice uno che per aver criticato questo mondo oggi ha le spalle guardate dai poliziotti. Quando arriva un ordine dall’alto pronunciato da un imam, a quel punto chiunque si sente autorizzato ad agire».
Una corsa a chi è più zelante nel realizzare quell’ordine…
«Consideri che i familiari di chi si sacrifica per obbedire all’ordine (oppure viene arrestato) viene poi sostenuta e finanziata dalle organizzazioni. Abitudine questa tipica nelle associazioni criminali organizzate come la mafia».





