2024-11-13
Intervento fotocopia sull’Albania: altri due trattenimenti sospesi
In attesa della sentenza della Corte Ue, il tribunale di Roma stabilisce che i migranti rientrati devono circolare liberamente.Sul caso Albania il braccio di ferro tra governo e magistrati continua. In attesa della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, sulla questione dei trattenimenti dei migranti nel Cpr dall’altra parte dell’Adriatico, ieri mattina, secondo Lapresse, i giudici della sezione per l’immigrazione del tribunale civile di Roma hanno sospeso due provvedimenti di trattenimento, nei confronti di migranti che nel mese di ottobre erano stati portati nel Cpr albanese di Gjadër e che erano poi tornati in Italia a seguito della decisione del giudice. Come già accaduto per un provvedimento del questore di Agrigento poi sospeso dal tribunale di Palermo, quindi, in attesa della decisione della Corte di giustizia europea, che potrebbe arrivare tra mesi, i migranti tornati in Italia dall’Albania devono essere liberi di circolare liberamente.È solo l’ultimo capitolo di un mese di incertezze, polemiche, scontri tra maggioranza e opposizione, tensioni tra governo e magistrati di sinistra: il caso Albania tiene banco nel dibattito politico molto più di temi come la manovra finanziaria, le guerre che infiammano Europa e Medio Oriente, le prospettive della geopolitica mondiale dopo la rielezione di Donald Trump. Ieri notte è arrivata a Brindisi la nave della Marina militare che ha riportato in Italia i sette migranti che erano stati trasferiti nel centro albanese di Gjadër: ancora una volta si tratta di persone di origine bengalese ed egiziana, ancora una volta il loro soggiorno in Albania è durato poche ore, giusto il tempo che un tribunale, in questo caso quello di Roma, sospendesse il provvedimento di convalida del loro trattenimento rinviando la decisione finale alla Corte di giustizia europea. Niente procedura di rimpatrio accelerato, quindi: i richiedenti asilo saranno sottoposti all'iter ordinario. È la seconda volta che il governo spedisce un gruppetto di migranti in Albania e la magistratura li riporta indietro: un tira e molla che non può far altro che sconcertare gli italiani. Una giostra che inizia a girare lo scorso 18 ottobre, quando la sezione per i diritti della persona e immigrazione del tribunale di Roma non convalida nessuno dei 12 trattenimenti nei confronti di altrettanti migranti all'interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjadër, disposto dalla questura della Capitale il giorno prima. Inizia il balletto sui «Paesi sicuri»: Egitto e Bangladesh, per i giudici di Roma, non appartengono a questa categoria, e fanno riferimento a una decisione del 4 ottobre scorso della Corte di giustizia europea. Il governo interviene tre giorni dopo, stilando una nuova lista di Paesi sicuri che comprende Egitto e Bangladesh attraverso un decreto legge, ma niente da fare: le decisioni dei tribunali si susseguono, i trattenimenti vengono annullati, da Bologna a Catania. Le motivazioni sono pure diverse tra loro: il tribunale di Catania stabilisce «in proprio» che Egitto e Bangladesh non sono pPesi sicuri, sottolineando che la valutazione spetta al giudice, mentre negli altri casi la decisione sulla convalida dei trattenimenti viene rinviata alla Corte di giustizia europea. Altra benzina sul fuoco dello scontro in atto tra governo e magistratura, con una novità politica estremamente rilevante: la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, rispondendo ieri alle domande dei giornalisti su questo argomento a margine di un evento per i 150 anni dell’avvocatura milanese, pronuncia parole di puro pragmatismo: «È un tema oggi molto controverso», sottolinea La Russa, «e credo che alla fine una parola decisiva debba arrivare. C’è stato un ricorso alla Corte europea e può darsi che sia quella la sede giusta per definire quello che secondo me è un problema che sarebbe stato meglio non fosse sorto, ma visto che è sorto in qualche modo dobbiamo definirlo». Intanto, il quotidiano Il Tempo rivela che il giudice di Roma Antonella Marrone, che ha firmato alcuni dei provvedimenti di sospensione dei trattenimenti dimigranti in Albania, sui social criticava Giorgia Meloni. «Dall’opposizione arriva l'attacco del leader del M5s, Giuseppe Conte: “Il governo Meloni”, argomenta Conte, “è impegnatissimo con un gioco dell'oca da quasi un miliardo che porta centinaia di forze dell'ordine che servono nelle città in Albania, mandando avanti e indietro con costosi viaggi una ventina di migranti (solo nell'ultimo mese ne sono sbarcati quasi 7mila in Italia)”. Chiarezza zero anche a Bruxelles. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha più volte indicato pubblicamente l'accordo sui migranti tra Italia e Albania come un modello da seguire, ma ieri il portavoce della stessa Commissione, Eric Mamer, rispondendo a una domanda sul tema è stato sibillino: “Non stiamo cambiando la posizione su nulla”, ha detto Mamer, a quanto riferisce l'Ansa, “l'accordo sui migranti tra Italia e Albania non è un nostro protocollo, e abbiamo sempre detto che in ogni caso, qualunque siano le regole applicate, fondamentalmente, devono ovviamente essere conformi al diritto dell'Ue. E la nostra posizione non è mai cambiata”, ha aggiunto Mamer, “e non cambierà. Non siamo qui”, ha aggiunto Mamer, “per commentare la decisione di un giudice nazionale di inviare un pezzo di legislazione nazionale alla Corte di giustizia europea per l'interpretazione. Quindi mi scuso, ma non lo faremo”.
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
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L'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)