2023-03-30
Interrogazione sui mancati versamenti dell'Inps ai nostri militari
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Pasquale Tridico e Sergio Mattarella (Ansa)
Dopo il nostro articolo si muove anche la politica. E' stata presentata un'interrogazione parlamentare al ministro della Difesa Guido Crosetto. «Dal 2012 l’ente previdenziale non paga tre mesi di assegni spettanti a coloro che cessano il servizio perché congedato dopo una malattia o un incidente sul lavoro»Finisce in parlamento la questione legata ai militari in pensione, per malattie gravi o incidenti, che non ricevono dall’Inps quanto gli spetta di pensione. A denunciarlo è stata l’Associazione sindacale professionisti militari (Aspmi) che da anni si batte per la tutela del personale militare, in particolare di chi ha dovuto cessare il servizio dopo essere stato riformato. Stefano Graziano del Partito democratico chiede al ministro della Difesa Guido Crosetto quali siano le soluzioni e se è stato aperto un tavolo tecnico con l'ente previdenziale. «L’Associazione sindacale professionisti militari (Aspmi) denuncia che militari in pensione per malattie gravi come infarti o tumori oppure vittime di incidenti mentre prestavano servizio, non ricevono dall’Inps una parte della spettante pensione» si legge nel testo. «Il sindacato afferma che nel maggior numero dei casi « si tratta di malattie che non permettono di avere una tale lucidità mentale utile ad accorgersi immediatamente del maltolto »; dalle notizie riportate in merito dalla stampa risulterebbe che la questione vada avanti da anni; dal 2012 l’ente previdenziale, nonostante sia di sua competenza, non paga tre mesi di assegni spettanti a coloro che cessano il servizio perché congedato dopo una malattia o un incidente sul lavoro; l’Aspmi in una lettera indirizzata al Ministro della difesa Crosetto, spiega che le persone in questione « maturano il diritto di calcolo per la tredicesima mensilità. Il combinato disposto (....) permette al personale cessato dal servizio per inabilità di percepire la tredicesima mensilità per intero. Purtroppo, tale evidente diritto non viene applicato ai militari che vengono collocati in quiescenza. (....)». Non solo. «Ad aggravare la questione è il fatto che i ratei della tredicesima devono essere corrisposti entro l’anno in cui sono stati maturati, questo perché devono far parte dei redditi dell’anno e quindi sottostare all’applicazione della tassazione annua corrente, la quale fino al 2021 era del 38 per cento, e successivamente diminuita al 35 per cento. Inoltre, il mancato pagamento entro i termini di legge del compenso configura anche un danno economico certo per lo Stato, che è pari alla differenza tra tassazione corrente e tassazione separata ovvero tra aliquota massima ed aliquota media. »; secondo fonti giornalistiche, il Ministro della difesa Crosetto avrebbe già convocato una riunione tecnica con i vertici dell’Inps per dirimere la vicenda –: se il Ministro interrogato confermi l’effettiva apertura del tavolo tecnico e quali siano le soluzioni che si profilano per dare risposte a questi nostri militari in attesa». Come riportavamo nel nostro articolo, non è la prima volta che l’Istituto nazionale di previdenza sbaglia. Già nel 2022 il sindacato aveva chiesto il ricalcolo di chi, quando era in servizio, aveva percepito l’indennità di aeronavigazione per paracadutismo, compresi carabinieri, guardia di finanza e polizia. In pratica l’Inps non aveva applicato la maggiorazione del 10%. Solo dopo una lunga battaglia da parte dell’Aspmi, nell’agosto del 2022 l’Inps aveva ammesso il suo errore che sarebbe stato dovuto a un «problema di calcolo informatico».