2023-05-04
Casa Bianca e Pentagono mettono in riga l’Ia
Oggi l’incontro tra amministrazione Biden e Big tech per fissare i paletti dell’intelligenza artificiale. Sulla quale punta la Difesa, pronta ad allineare l’industria alle necessità militari, con un investimento da 3 miliardi. Di cui godranno pure i colossi informatici.Mai come nelle ultime settimane l’intelligenza artificiale, o meglio, l’evoluzione del mondo digitale attraverso il cosiddetto machine learning, è stata al centro di dibattito e ha occupato le colonne dei quotidiani generalisti. L’altro ieri uno dei padri di questa tecnologia, Geoffrey Hinton, che per una decina di anni si è dedicato alle reti neurali per modellare i sistemi di lettura di Ia, ha lasciato Google per lanciare un allarme. «In questo momento, quello che stiamo vedendo è che cose come Gpt-4 oscurano una persona nella quantità di conoscenza generale che ha e la oscurano di gran lunga», ha dichiarato Hinton alla Bbc. «In termini di ragionamento, non è così buono, ma fa già un semplice ragionamento. E, dato il ritmo dei progressi, ci aspettiamo che le cose migliorino abbastanza velocemente. Quindi dobbiamo preoccuparcene», ha proseguito squarciando il velo che separa il percorso di supervised learning da quello unsupervised. Scusate per l’abuso di lingua straniera, ma i due concetti sono fondamentali. Nel primo caso un pc e un robot apprendono a fare cose sempre più complesse e a interagire con una rete neurale simile a un cervello, ma comunque dentro un percorso supervisionato dall’uomo. Nel secondo caso, invece, la capacità di apprendimento dei robot è autonoma e non predeterminata dagli uomini. Al netto dai rischi di sostituzione della forza lavoro e di intromissione nei percorsi formativi dei ragazzi, è chiaro che il pericolo di formare macchine più intelligenti dell’uomo non può essere lasciato all’intuizione di singoli individui o di singole società. Motivo per cui i politici, apprese - sebbene solo per un millesimo - le potenzialità dell’Ia, hanno cominciato ad alzare muri. Ad aver avviato il percorso di regolamentazione c’è sicuramente l’Europa, ma chi sta entrando a gamba tesa e cambierà gli equilibri è la Casa Bianca. Per oggi è stata fissata una riunione coordinata dal vice presidente Kamala Harris. All’appuntamento prenderanno parte gli amministratori delegati di Google, Microsoft, OpenAI e Anthropic di Alphabet e altri alti funzionari dell’amministrazione guidata dal presidente Joe Biden. Tra gli altri, dovrebbero presenziare, in particolare, il capo dello staff di Biden, Jeff Zients, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il direttore del Consiglio economico nazionale Lael Brainard e la segretaria al commercio Gina Raimondo. Un lungo elenco di nomi che spiega l’attenzione posta. Sul tavolo finiranno i temi della privacy, la sicurezza dei dati, la garanzia di una corretta informazione e comunicazione. Senza dimenticare la tutela dei lavoratori, da un lato, e quella degli studenti e degli alunni, dall’altro. Chatgp ha già 100 milioni di utenti attivi, più cresce e più impara. Più cresce, però, più è difficile poi da rimettere in carreggiata. Da qui l’urgenza posta in essere dall’amministrazione Usa. Anche se per comprendere meglio le ragioni dell’intervento sul fronte degli usi civili e al tempo stesso l’autocritica degli imprenditori del settore (vedi Elon Musk) bisogna tornare indietro a metà febbraio. Il giorno 16, per la precisione, il Dipartimento di Stato ha reso pubblica una dichiarazione sui livelli minimi da adottare per un utilizzo «responsabile» dell’Ia nel comparto militare. Una paginetta con 12 punti attraverso i quali i militari Usa fissano i pilastri della guerra futura che gran parte degli analisti sostiene avverrà tramite Ia. Nello specifico, si cerca di entrare nei temi etici e di dottrina, sia per chi fa sviluppo, sia per chi fa il training dei robot. Al tempo stesso si punta il dito sull’auto apprendimento (vedi il concetto di unsupervised learning) in modo da formare categorie di ingegneri militari che possano prevenire errori o pericoli. Una sola pagina, densa però di messaggi e soprattutto densa di dollari. Il Pentagono e il Dipartimento si apprestano a stanziare da subito 3 miliardi di dollari per lo sviluppo del’Ia. Non è un dettaglio. Al contrario, è l’avvio di un nuovo percorso che spiega pure gli anomali pentimenti dei padri fondatori o le dichiarazioni da parte dei colossi di tirare il freno e prendere più tempo per riflettere. Certo, i moti di coscienza esistono. Molto più facilmente, però, a imporre il nuovo passo sono state le decisioni dei militari. Da un lato è un chiaro tentativo di chiamare a sé l’industria e metterla sotto il cappello dello sviluppo dell’intelligence. Il vero scopo dell’Ia, infatti, non è civile. Bensì militare, soprattutto dopo che i robot digitali saranno stati addestrasi in attività commerciali. Chi oggi investe nei settori avveniristici sa bene che la tecnologia dovrà per forza essere duale. Avere, cioè, una facciata civile, ma un utilizzo militare. La mossa del Pentagono, e di conseguenza della Casa Bianca, ha questo doppio fine. Creando nuove regole si vuole evitare l’avanzata scomposta che non serve minimamente a contrastare gli enormi passi in avanti fatti dalla Cina. L’obiettivo è arrivare al 2040 senza farsi doppiare da Pechino, e quindi con una capacità offensiva tale da consolidare per l’Occidente un predominio simile a quello che oggi ha nei cieli e nello spazio. L’ordine di scuderia fa anche molto comodo ai colossi della Silicon Valley. Per prima cosa, si troveranno a farsi finanziare la ricerca. Poi, in cambio di determinati parametri destinati al percorso militare, si godranno gli enormi ricavi sul fronte commerciale.
Francesca Albanese (Ansa)